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Rome International Documentary Festival

‘Une jeunesse italienne ‘ Una storia di immigrazione

Le speranze di due giovani africani

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Une jeunesse Italienne

Tra le opere presenti al RIDF2023 (Rome International Documentary Festival) segnaliamo Une jeunesse italienne con la regia di Mathieu Volpe. Una produzione di Replica Films / SuperMouche Productions.

Le speranze di due giovani africani

La trama di Une jeunesse italienne

Sokuro, figlio di immigrati burkinabé, residenti in Italia, segue le tradizioni di famiglia sposando Nassira, una ragazza del suo villaggio. Per lui il matrimonio è il primo passo per il ritorno in Burkina Faso, mentre per sua moglie diventa una porta per il sogno europeo.

L’influenza dei fratelli Dardenne

Mathieu Volpe, già autore di diversi cortometraggi presentati in festival internazionali come Locarno e Torino, è attualmente impegnato a sviluppare Red Gold, il suo primo lungometraggio di finzione prodotto dai fratelli Dardenne.

E proprio lo stile e il bagaglio tematico dei due cineasti belgi sembra aver influenzato, e non poco, la realizzazione di Une jeunesse italienne, il primo lungometraggio documentaristico di Mathieu Volpe.

Il giovane regista italo – belga in questa sua opera dimostra di avere molto in comune con Jean Pierre e Luc Dardenne. Medesima è la sensibilità che utilizza nel raccontare la storia e mostrare i suoi protagonisti. Come capita di frequente nella filmografia dei fratelli Dardenne, Mathieu Volpe decide di porre la sua attenzione su una vicenda volta alla conquista di un futuro sereno ed economicamente stabile.

Une jeunesse italienne (2022)

Sakuro e Nassira i protagonisti di Une jeunesse italianne

Il suo è un viaggio altalenante vissuto da due giovani africani che sognano una vita insieme. Sakuro vive in Italia con il padre e il fratello più piccolo. Nassira, invece, è ancora in Africa, nel suo villaggio dove tutto ha avuto origine.

Une jeunesse italienne racconta una storia d’immigrazione, una delle tante che da sempre si ripete. Uomini, donne e bambini costretti a lasciare la propria terra per cercare fortuna in un paese più ricco e sviluppato.

Mathieu Volpe ripropone situazioni tipiche e attraverso dialoghi, nati dalla vita reale e sviluppati in contesti semplici e spesso domestici, vengono presentate, con semplicità e immediatezza, le difficoltà di un giovane migrante che cerca la sua felicità in Europa.

Un viaggio, con protagonista il giovane Sakuro, costretto ad accettare lavori massacranti che gli Italiani non vogliono più fare. Il tutto per guadagnare poco o nulla e con quello provvedere al proprio mantenimento e sostenere parte della famiglia rimasta in Burkina Faso.

“In Italia non dormiamo neanche, perché lavoriamo troppo. 16 ore al giorno e i soldi non bastano mai”.

Dialoghi quasi sussurrati

La ricerca affannata di quel tanto agognato contratto a tempo indeterminato che consentirebbe a Sakuro di ricongiungersi con Nassira, la sua giovane moglie rimasta in Africa, diventa lo scopo principale. In questa disperata e sofferta ricerca Sakuro si trova in bilico, indeciso se continuare la sua vita in Italia o tornare nel suo villaggio.

Uno scontro di due mondi diversi, dove il richiamo delle radici è molto forte. Lo spirito collettivo dei villaggi africani rappresenta per Sakuro un aspetto molto importante a cui in un futuro in Italia dovrebbe rinunciare per sempre.

Il regista mostra questo conflitto con riservatezza, ponendo la macchina da presa davanti o accanto al protagonista, mentre si confronta con familiari e amici. La paura, l’angoscia, ma anche il sogno e la speranza di una vita sicura emergono tra le sue parole, sempre delicate, quasi sussurrate.

Come quelle scambiate con Nassira, quando torna al suo villaggio con la speranza di portarla con sé in Italia. La giovane donna condivide con il suo sposo una vita di separazione e attese interminabili. È lei la co – protagonista di Une jeunesse italienne. Nassira rappresenta l’esistenza di tante donne africane rimaste nel loro paese, in attesa del ritorno del proprio marito, partito per trovare lavoro. Una vita che sembra fermarsi nella speranza di un domani migliore.

Prime Video: Une jeunesse italienne

La saggezza e il sostegno della comunità

Si ferma anche la vita di Sakuro, quando perde il lavoro in Italia e tutto sfuma. Ha perso ogni speranza e non ha più obiettivi. Poi, però, interviene il sostegno della famiglia, una collettività che agisce con il raziocinio del saggio. Lo stesso succede per Nassira, richiamata dal vecchio capo del villaggio, perché sembra ormai disillusa di fronte a un avvenire incerto.

Mathieu Volpe mostra questa tipica storia d’immigrazione, senza fronzoli. Rifacendosi ai suoi modelli, realizza una presa diretta della realtà. In Une jeunesse italienne l’azione è ridotta all’ osso. Tutto viene reso attraverso i dialoghi. Un confronto continuo tra i protagonisti della vicenda che vivono una quotidianità difficile. È sempre attraverso i dialoghi che possiamo capire il loro dignitoso sacrificio. E ancora attraverso le parole scambiate emergono le tradizioni di un’intera comunità che continua a vivere lontana da casa.

Dialoghi che non avvengono solo dal vivo, ma anche attraverso il tanto prezioso cellulare, sempre a portata di mano. Strumento necessario per continuare ad avere notizie sui cari rimasti a casa. È attraverso di esso che Sakuro e Nassira si scambiano tenerezze, amore e incertezze. Une jeunesse italienne è un’opera schietta ed essenziale. Una testimonianza viva sul processo e il diritto universale e naturale del migrare.

 

Une jeunesse italienne

  • Anno: 2022
  • Durata: 75'
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Ita.
  • Regia: Mathieu Volpe

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