Nella categoria Vedoanimato del Linea d’ombra Film Festival, tenutosi a Salerno dall’11 novembre al 18 novembre 2023, hanno partecipato venti cortometraggi provenienti da dodici paesi diversi, tra cui Synchrony. Realizzato da Julia Le Bras-Juarez, Emmie Marriere, Marianne Fourmanoit, Laura Techer, Louise-Marie Rousselie, Jean Delamarre e Alexis Prost, il cortometraggio francese di otto minuti di durata circa è uno splendido, piccolo viaggio tra colori mozzafiato e lezioni di vita.
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La sinossi di Synchrony
Mentre va ad un importante colloquio di lavoro, Noah rimane senza benzina. Non avendo alternative, non gli rimane che salire a bordo con Katia, una cacciatrice di tornadi.
Contrattempi in perfetta sincronia
Noah è giovane, grigio e ansioso. Sulla strada per un colloquio di lavoro che aspetta e per cui si prepara da anni, un terribile contrattempo gli impedisce di proseguire con la sua strada. Senza benzina, l’unica cosa che gli resta da fare è chiamare aiuto. Ma cosa fare, se proprio in quel momento il suo telefono decide di abbandonarlo?
Synchrony parla di fato, di imprevisti e del modo misterioso che ha il destino di attirarci piano tra le sue spire. Per Noah, il destino ha i capelli rossi e gli occhi vispi. La ragazza che lo salva dalla strada è energica, sorridente e allegra, e non sta andando a un colloquio di lavoro. Lei cerca tornadi.
Gli racconta che quando i venti si incontrano, in modo perfettamente sincretico, in una maniera particolare, precisa e tuttavia casuale, allora nasce un tornado. Synchrony racconta di un piccolo, breve viaggio. I due protagonisti della vicenda sono l’uno l’opposto dell’altra: perfettamente caratterizzati, lui è un ragazzo rigido, con una strada delineata in mente da seguire con rigore; lei viaggia su un camioncino che cade a pezzi e cerca il casuale, l’eccezione, il punto in cui strade distanti s’incontrano in un unico sentiero.
E’ misterioso il modo in cui i contrattempi della vita si prendano la mano fino a formare una catena che ci attira a sé, e Synchrony ce lo racconta con la meravigliosa metafora del tornado, e con la giovane ragazza dai capelli rossi che lo insegue e lo insegue senza fermarsi mai.

Synchrony
Lasciarsi portare via
un’altra lezione magistralmente rappresentata nel cortometraggio è il concetto di “lasciarsi andare”. Rilassarsi, ridere un po’ di più, rischiare un po’ di più. Cercare un tornado invece che un colloquio, e togliere il piede dal freno, anche quando fa più paura e la tempesta imperversa. Perché vale la pena tuffarcisi dentro, per vedere colori nuovi.
Synchrony ci dice di lasciare andare. Lasciar passare il tempo, lasciare la strada più sicura, quella che sappiamo perfettamente dove ci porterà: dov’è che è piena di buche, dove è dritta e dove dovremo svoltare. Salire su un camioncino colorato, non guardare l’orologio, e non fermarsi davanti all’ignoto, ma tuffarcisi dentro.

L’animazione di Synchrony
Nulla da togliere all’animazione dei personaggi, le cui espressioni sono esplicative e caratteristiche, perfettamente cucite sul loro carattere. Tuttavia la vera bellezza di ‘Synchrony‘ è il suo essere una vera e propria tavolozza di colori. Luci, ombre, sfumature diverse e colori che s’intrecciano ai raggi del sole: loro rendono il corto un piacere per lo sguardo.
Dal modo in cui i colori si adagiano sui personaggi a come si fondono tra loro in dolci amalgami: sono loro i protagonisti indiscussi del cortometraggio. Delineano le personalità dei protagonisti, dal grigio uggioso di Noah al rosso vibrante e i vestiti colorati della sua bizzarra compagna di viaggio, fino a esplodere in una vera visione alla fine, mostrandosi in tutta la loro bellezza.
Synchrony è un corto splendido. Adatto a tutte le età, breve e tuttavia potente, è un prodotto validissimo che ogni fan dell’animazione vorrà guardare, con un uso studiato dei colori che appassionerà gli osservatori più attenti. In pochi minuti racconta storie di tutta una vita, e tenta di districare, almeno un po’, quei curiosi processi che muovono ogni cosa. E che non ci stancheremo mai di inseguire.

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