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‘Paul, Mick e gli altri’ Ken Loach racconta la privatizzazione inglese

Il regista inglese Ken Loach racconta la liberalizzazione del sistema ferroviario britannico e le ripercussioni sugli operai

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PAUL MICK E GLI ALTRI COPERTINA

Uscito per la prima volta ormai ventidue anni fa e selezionato in concorso alla 58a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Paul, Mick e gli altri è il ritratto tragicomico della privatizzazione delle ferrovie in Inghilterra e delle ripercussioni sulle vite dei piccoli operari, raccontato con lo stile asciutto di Ken Loach. È disponibile su RaiPlay.

Di cosa parla il film

PAUL MICK E GLI ALTRI

South Yorkshire, Inghilterra, 1995. Il paesaggio urbano inglese è lo sfondo di un grosso cambiamento in atto. I tempi sono fertili per una liberalizzazione del mercato che sta portando alla deregulation di una fetta dell’economia inglese. La privatizzazione coinvolge repentinamente le ferrovie britanniche, che per ovvi motivi iniziano a rispondere a esigenze di risparmio, efficienza e velocità. Il vecchio mondo dei protagonisti Paul, Mick e gli altri viene così scosso da una contemporaneità spietata che muove i primi passi nel segno della modernità. Gli iniziali piccoli cambiamenti sono solo la cartina al tornasole di un più grande progetto di taglio dei costi di cui gli operai vivono sulla pelle l’improvviso contraccolpo.

Scacco matto per Paul, Mick e gli altri

PAUL MICK E GLI ALTRI

Come accade spesso in Loach, lo sguardo si volge quindi a una dimensione più piccola e terribilmente umana che fa i conti con un’ingiustizia sociale, attraverso il racconto delle storie personali dei personaggi. L’intimo surclassa l’universale perché tangibile, vero. Questi navigators (dal titolo originale) sono uomini ordinari che inizialmente prendono queste notizie con ilarità e scherno verso i superiori, un po’ perché non realizzano ciò che sta realmente accadendo, un po’ perché, anche dopo aver preso atto, c’è ben poco che possano fare. L’ironia di bronzo degli operai nasconde il sentimento di una realtà ineluttabile. La piccola dimensione working class nulla può contro il potere, che si manifesta come un’istanza distante (prima, in televisione) o inscalfibile (dopo, nella discussione per le concessioni sul timbro del cartellino).
I protagonisti sono condannati:

-Checkmate
-Checkmate, what’s that mean?
-What ever move you make, you lose

La lotta non è un’opzione contemplata e il film non dà speranza. Paul, Mick e gli altri è una tragicomica rappresentazione dello sgretolarsi delle conquiste e dei diritti dei lavoratori in virtù di un invito alla flessibilità che altro non è che il segno di una competizione spietata. Se il microcosmo dipinto da Loach è un contesto di amicizia e di una bonaria collaborazione, la condizione di precarietà e l’inizio di una corsa al salario mettono in dubbio questi presupposti, incrinando i rapporti interpersonali e la realtà privata dei personaggi.

In Paul, Mick e gli altri si ride a denti stretti

Non c’è più spazio per l’amicizia virile o per il romanticismo, come suggerisce la scena in cui Paul è costretto a far passare i fiori dalla buca delle lettere, sgualcendo e strappando i petali. Sebbene Loach accenni alla presenza sotterranea di una dimensione tragica, lo stile del racconto riesce a dare alla storia un tono delicato e lieve, che gioca su questo dualismo tra una realtà ruvida e una comicità corale dai tempi perfetti che dona leggerezza al film.
È per questo che nel finale di Paul, Mick e gli altri l’arrivo del tragico scuote e colpisce, perché finora era rimasto un silenzioso adeguarsi nel chiasso di un cambiamento inevitabile, come il grido sordo di Paul, coperto dal rumore di una betoniera, mentre stringe il compagno sanguinante. Così la morte interviene e spezza il tono del film, sancendo l’inizio di una sopravvivenza solitaria che non ammette compassione.

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Paul, Mick e gli altri

  • Anno: 2001
  • Durata: 96'
  • Regia: Ken Loach