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Taxidrivers Magazine

SEGUENDO IL SANGUE di Alberto Antonini

Viaggio alla scoperta del cinema indipendente di genere. Rubrica a cura di Luca Ruocco

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Lungometraggio no-budget per l’esordio alla regia di Alberto Antonini che, con il suo Seguendo il Sangue (2011), tenta di concretizzare filmicamente uno stato interiore, una sorta di lotta dualistica fatta di pulsioni non confessabili e pudore censore, un incubo fatto di sesso, sofferenza e sangue.

Quel sangue che non è solo liquido ematico, ma un elemento magnetico, cinetico che, in maniera del tutto auto-referenziale, lotta contro lo stesso corpo che lo contiene.

“…Al mondo non si fa quello che ci piace, solo e soltanto quello che si deve. Ma il Sangue arde dentro di noi, e non resterà immobile di fronte al suo eterno avversario: chi può prevedere quale sarà l’esito? 
Una notte. Un sequestro. Una storia d’amore. 

Nell’arco di una notte le anime di un uomo e di una donna si incontrano e si conoscono. Tra di loro, una gabbia, che non riesce a contenere le loro ansie, paure, solitudini, dolori e passioni. Un popolare conduttore televisivo che nasconde la sua vera identità, architetto di un sequestro assieme al suo schiavo. Un nuovo giorno sta per iniziare, e le vite dei quattro personaggi cambieranno radicalmente…”.

Seguendo il Sangue si snoda attraverso un racconto libero e non didascalico, decidendo di non legarsi ad una trama perfettamente leggibile, arrivando quindi a negare una fruizione diretta al pubblico. L’esperimento anti-drammaturgico si fonda su studi psicologici, freudiani in primis, e mescola in maniera grottesca e sopra le righe atmosfere gore e da rape&revenge, con elementi emotivi che abbracciano una sessualità malata, e una concezione oppressiva del peccato.

L’occulta struttura narrativa si intuisce solo con un attivo e certosino lavoro, da parte dello spettatore, di ricerca e rilegatura di tutti gli elementi materiali sparsi all’interno della struttura onirica: oltre all’incapacità sessuale ed affettiva, elementi di snuff (suggeriti da un continuo riferimento a materiale video registrato), gabbie che si frappongono sempre tra i personaggi che dialogano a sottolineare una difficoltà comunicativa, torture (psico-fisiche), notizie di rapimenti e continue minacce quasi sempre riferite ad un livello di spiritualità patologica richiesto da una religione ricattatrice (la critica a quella cattolica è più che leggibile).

La recitazione è sempre forzata, bloccata in loop ed esagerazioni, e fa da sfogo orale ad una messa in scena assolutamente non realistica (che coinvolge una fotografia, che balza dal b/n al solarizzato, al virato in rosso).

Un esperimento filmico non del tutto riuscito, che avrebbe di certo acquistato maggior finitezza proprio attraverso una più sapiente strutturazione dello script, che in episodi atipici come questo dovrebbe essere ancora più compito che nei casi più canonici.

Riusciti, invece, alcuni dei momenti più “a parte”, come i continui inserimenti extra diegetici del sordido tele-venditore che promuove il suo Wash’Out Soul, che arrivano ad inserirsi in una critica surreale ai media, tanto da arrivare a citare la “Nuova Carne” cronenberghiana.

Luca Ruocco

Regia: Alberto Antonini

Con: Matteo Niccoli, Valentina Bagnoli, Francesco Micieli, Voughan Knox

Sceneggiatura: Alberto Antonini

Produzione: Alberto Antonini

Anno: 2011

Durata: 79′

Guarda il film: http://www.youtube.com/watch?v=qvQ5Toh68pE

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