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Sentiero Film Factory

‘Rituály’ come entrare in una gang con il cortometraggio di Damián Vondrášek

Riuscirà il giovane protagonista a entrare in una gang? Sono tante le prove da superare...

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Rituály cortometraggio

Si intitola Rituály il cortometraggio diretto da Damián Vondrášek e presentato in concorso a Sentiero Film Factory 2023. Un cortometraggio che vede protagonisti dei giovanissimi, uno dei quali alla ricerca, probabilmente, di sé stesso.

La trama del cortometraggio Rituály

Un ragazzo con un labbro leporino ha un pomeriggio per superare il rito di iniziazione a una gang di strada. (Fonte: Sentiero Film Factory)

La recensione

Un interessante inizio apre a tanti scenari diversi e possibili. Conosciamo subito il giovanissimo protagonista della vicenda, ma inizialmente non lo vediamo. Rimane nascosto, un po’ in penombra, un po’ girato. Non viene mai mostrato frontalmente nei primi minuti, come a voler dare un effetto sorpresa allo spettatore.

Poi improvvisamente lo vediamo. E naturalmente l’attenzione è tutto per il difetto fisico del giovane sul quale la macchina da presa insiste con un primo piano più lungo del solito. Da lì comincia la narrazione che, però, sceglie di non utilizzare questo elemento come qualcosa da sfruttare per raccontare una storia diversa dal solito. Il difetto del ragazzo rimane solo in superficie, tanto che non viene nemmeno citato dagli altri giovani con i quali ha a che fare. C’è solo un istante in cui uno dei ragazzi della gang si sofferma sul viso del protagonista, come a scrutarlo, mettendo in risalto quel determinato tratto (che, però, anche in quel contesto, non vediamo in maniera nitida).

Rituály cortometraggio

I colori

Se il cortometraggio Rituály non si sofferma sul difetto fisico del giovane protagonista, fornisce però degli spunti interessanti per altri aspetti. Uno su tutti il colore. E tutte le valenze che esso porta con sé. Una prima e un’ultima parte molto più cupe, scure e dure rispetto al momento centrale. Come a decretare una differenza tra il prima e il dopo l’iniziazione. Il mondo intorno al protagonista e al suo amico è cupo e l’unico modo, secondo loro, per renderlo più chiaro e luminoso è provare a entrare in questa gang che, quasi come per magia, illumina la loro giornata, dando loro un senso.

E poi ci sono i colori, non casuali, degli abiti indossati dai due protagonisti e dai membri della gang. Se i due hanno colori accesi, il gruppo, coalizzato e forte dell’unione tra i vari membri, è nero. Il terrore che la gang tenta di incutere non spegne, però, del tutto i due protagonisti che, dal canto loro, sono l’uno l’opposto dell’altro, come evidenziato dai colori complementari delle loro felpe (viola e giallo).

Le prove da superare nel cortometraggio Rituály

Sono svariate le prove che i due devono superare per sperare di entrare a far parte della gang. Prove che si possono riassumere con: passare dalla parte dei criminali. Le prove alle quali sono sottoposti sono prove che vanno oltre la sopportazione, la morale e soprattutto l’età, fin troppo giovane dei protagonisti.

La loro (apparente) amicizia cerca di tenerli uniti e a galla in questa fase di iniziazione. Ma forse il loro legame non è così forte come sembra.

Un cortometraggio che, rimanendo sempre concentrato sul protagonista fornisce, in maniera indiretta, la sua personale visione. Che poteva essere arricchita sfruttando il difetto fisico come elemento trainante.

Il trailer

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Rituály

  • Anno: 2022
  • Durata: 16'
  • Nazionalita: Repubblica Ceca
  • Regia: Damián Vondrášek