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Giornate degli Autori

‘Gli oceani sono i veri continenti’, l’esordio di Tommaso Santambrogio a Venezia

Tommaso Santambrogio apre le Giornate degli Autori con un'opera prima poetica, fatta di amore per Cuba e per il cinema

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Film d’apertura della ventesima edizione delle Giornate degli Autori nell’ambito dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Los océanos son los verdaderos continentes è il lungometraggio d’esordio di Tommaso Santambrogio, che aveva dato lo stesso titolo a un cortometraggio del 2019 presentato nel 2019 proprio a Venezia e in altri festival.

Siamo a San Antonio De Los Baños, nell’entroterra di Cuba, dove attraverso uno splendido bianco e nero (la fotografia è di Lorenzo Casadio Vannucci) osserviamo in particolare cinque persone: la coppia formata da Alex ed Edith, i bambini Frank e Alain, l’anziana Milagros.

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Di loro conosciamo la quotidianità, ma è una routine che non annoia, perché il film è attento ai piccoli gesti ed è un atto d’amore nei confronti dell’arte (teatro e cinema soprattutto) che con il suo potere salvifico funziona come risposta possibile ai temporali che la vita può improvvisare ogni giorno e che qui non sono solo metaforici, ma autentici, in quanto le riprese si sono svolte nel periodo delle piogge tropicali. Il regista ha raccontato di essere rimasto colpito da un abbraccio osservato a Cuba quando aveva appena otto anni tra due persone che si stavano separando, costrette a migrare a causa delle condizioni socio-economiche del paese, di recente aggravate dalla pandemia di Covid-19. A unire le storie del film è infatti il tema della separazione, che è in fondo il grande tema di Cuba oggi, perché come ricordano le note di regia “sta attraversando la più grave crisi migratoria della sua storia (quasi l’8% della popolazione ha lasciato il paese solo nell’ultimo anno e mezzo e il flusso è in costante crescita).

Gli oceani sono i veri continenti| La trama

Alex e Edith, due trentenni teatranti (lui performer e insegnante, lei burattinaia) vivono una relazione complicata, ma anche tenera e fatta di piccoli gesti, tra le rovine della città. Milagros è in pensione e cerca di sopravvivere vendendo manì (coni di noccioline cubane), trascorrendo le sue giornate ormai faticose accompagnata solo dalla radio e dalla lettura di vecchie lettere che rievocano molti ricordi. Frank e Alain, vivaci e sensibili in modo diverso, hanno appena otto anni e per loro la migrazione rappresenta un sogno, perché vogliono diventare giocatori di baseball professionisti negli Stati Uniti. Pur senza mostrare immagini documentarie – ad esempio quelle delle grandi proteste contro il governo che hanno avuto proprio San Antonio come epicentro nel 2021 – il posizionamento politico Santambrogio arriva chiaro, tutto dalla parte di chi è forzato a lasciare la propria terra e dunque i propri affetti. Nel pressbook cita John Berger, che nelle sue lettere (Da A a X) scrisse L’opposto dell’amore non è l’odio, ma la separazione e tutti gli aspetti costitutivi del film concorrono a mostrare la costante tensione tra questi due opposti.

Il bianco e nero e il suono giocano un ruolo fondamentale. Per quanto riguarda la scelta bicromatica è difficile non pensare a un debito – o forse un omaggio – nei confronti di Lav Diaz, che ha anche prodotto il cortometraggio da cui questo lungo trae origine, e ad Alfonso Cuarón. L’obiettivo eraliberare la narrazione dal pregiudizio su Cuba come isola colorata e felice, mettendo a fuoco l’autentica anima del luogo, il suo nostalgico ancoramento al passato e il suo essere splendidamente rovinosa e desueta. Il bianco e nero, oltretutto, aumenta la percezione di atemporalità e di sospensione storica ricercata a livello linguistico. In questa direzione va anche la scelta di girare nel periodo delle piogge, di modo da avere come suggestivo e inconsueto elemento la presenza di quotidiani temporali tropicali, che accentua ulteriormente la caratteristica atmosfera dell’opera e permette di avvicinarsi ancora di più agli stati d’animo che i personaggi si trovano ad affrontare”.

Venendo al suono, l’idea con Tommaso Barbaro era di “restituire a livello spaziale l’alto grado di stratificazione acustica dell’arena cubana” e “lavorare sulla percezione costante dell’acqua e dunque sulla presenza dell’oceano e dell’orizzonte (spaziale e temporale)”.

Una scena su tutte – oltre a quelle con i bambini che allo stesso tempo divertono e commuovono – quella in cui Alex ed Edith guardano un cortometraggio estremamente poetico, Ociel del Toa (premiato nel 1966 al Festival di Valladolid) diretto da Nicolás Guillén Landrián, artista afrodiscendente esiliato negli Stati Uniti, censurato a Cuba per decenni (e di cui la Mostra presenta quest’anno una selezione di documentari nella sezione Venezia Classici). Seduti tra le rovine, complici, innamorati, anche del cinema.

In una Cuba decadente c’è un film davvero bellissimo e vitale, il modo migliore per aprire le Giornate nel ricordo di Andrea Purgatori. Grazie a Fandango Los océanos son los verdaderos continentes è già in alcune sale in Italia e c’è da scommettere che Santambrogio sarà presto considerato quell’autore che Werner Herzog e Lav Diaz hanno già riconosciuto.

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Los océanos son los verdaderos continentes

  • Anno: 2023
  • Durata: 115
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Cuba, Italia
  • Regia: Tommaso Santambrogio
  • Data di uscita: 31-August-2023