Ospite della 53esima edizione del Giffoni Film Festival, Lucrezia Guidone è tra i protagonisti della terza stagione di Mare fuori. Il ruolo di Sofia Durante le sta già portando grande popolarità, dopo essere stata protagonista della serie Netflix Fedeltà, al fianco di Michele Riondino.
Originaria di Pescara, classe 1986, Lucrezia Guidone è diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e ha al suo attivo una lunga esperienza, al fianco di artisti del calibro di Valerio Binasco, Francesco Bruni e Donato Carrisi.
Lucrezia Guidone ospite al 53esimo Giffoni Film Festival
Tailleur morbido verde menta e top color carne, Lucrezia si presenta alla Cittadella e l’emozione è palpabile. Gli occhi chiari, profondi e sinceri, osservano ciò che la circonda con interesse, curiosità e gioia. Mentre la attendono i giovani giurati di Giffoni, risponde alle domande della stampa, che non vede l’ora di scoprire qualche indiscrezione sul futuro della serie del momento.
Le risposte della Guidone dimostrano una sensibilità, un impegno e una passione tanto forti che non riesce difficile immaginare come sia giunta a un momento così cruciale della sua carriera. A chi le chiede se sia preoccupata della reazione dei fan al suo ingresso in Mare fuori – è, a tutti gli effetti, la sostituta di un personaggio amato e centrale come quello di Carolina Crescentini – risponde francamente:
«Il pubblico di Mare fuori è speciale.»
L’importanza del gruppo e dell’unione
Sebbene spesso non sia facile nè immediato scindere l’attore dal ruolo che interpreta, Lucrezia sa di essere entrata a far parte di un gruppo di lavoro eccezionale, di cui parla con affetto e stima, e sa anche di avere una grossa responsabilità in merito ai temi trattati, i quali richiedono una particolare attenzione. Attenzione che ha sempre messo nel corso di questi anni e che le hanno permesso di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico.
Mentre viene intervistata, gioca con gli anelli e riflette sempre prima di dare una risposta, soprattutto alla domanda riguardante lo sciopero che dal mese di maggio sta bloccando l’industria hollywoodiana (e non solo).
«Lo sciopero è una cosa su cui riflettere.»
Così la Guidone sottolinea l’importanza di avere, anche in Italia, una schiera di artisti uniti, nelle intenzioni e negli obiettivi da raggiungere. E chissà che la situazione statunitense non possa diventare un baluardo per le cinematografie di tutto il mondo…
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