The Flash e il multiverso DC.
Lo stand alone di The Flash, supereroe della DC Comics dotato del potere dell’ipervelocità, diretto da Andy Muschietti, è un complesso intreccio temporale che si dipana come un fascio di spaghetti; a dare il la è proprio Barry Allen (Ezra Miller), alias The Flash, tornato indietro nel tempo grazie al suo potere per salvare la madre assassinata anni prima. Ma come in un effetto farfalla, cambiando il passato tutta la realtà viene stravolta, gli universi si scontrano e la Terra stessa rischia il collasso. Riuscirà il giovane ed emotivo Barry a salvare il mondo, insieme a se stesso, Batman e Supergirl, unici eroi del nuovo presente?
Il Cuore di The Flash
Muschietti dipana una trama che parte dal cuore: quello di Barry, orfano di madre del cui assassinio è ingiustamente accusato il padre (Ron Livingston), che scoprendo di poter tornare indietro nel tempo decide, nonostante gli avvertimenti dell’amico Batman (Ben Affleck), di rischiare e di cambiare un piccolo tassello del suo passato per salvare l’amata mamma (Maribel Verdú). Mamma è salva, ma che ne è dell’intero universo?
Barry, scaraventato nel tempo da un individuo misterioso, si ritrova a tu per tu con il se stesso diciottenne ancora privo di poteri in un mondo dove nulla è come dovrebbe essere: tutti gli eroi sono scomparsi o mai nati, tranne Batman, mentre il cattivo Zod, sconfitto da Superman nell’universo di partenza, arriva a minacciare la Terra. Barry & Barry hanno una sola speranza: trovare Superman in questa realtà. Ad aiutarli, un Bruce Wayne/Batman disilluso, interpretato da Michael Keaton, che riprende il ruolo da Batman (1989) e Batman-il ritorno (1992), ma pronto a tornare in pista – letteralmente.
Intrecci temporali
Il multiverso ed i viaggi nel tempo sono presenti al cinema ed in televisione da… tempo, appunto; dal Doctor Who alla trilogia di Ritorno al Futuro (citata ironicamene nel film), dall’universo Marvel e il Dottor Strange fino a The Flash, ognuno ha dato la sua definizione, più o meno simile. Quella che ci piace citare è quella del Quinto Dottore, David Tennant, nell’episodio Blink del Doctor Who:
“La gente presume che il tempo sia una rigorosa progressione di causa per effetto, ma in realtà, da un punto di vista non lineare e non soggettivo, è più simile a una grande palla di traballante timey wimey stuff”.
Ecco, similmente, qui Batman/Keaton paragona il tempo ad un pacco di spaghetti, che quando li getti si aprono a raggiera come nello shangai, intersecandosi poi una volta cotti. Ed è quello che accade nel multiverso DC creato accidentalmente da The Flash; e come nel Doctor Who esistono “punti fissi”, che non possono essere alterati, allo stesso modo Barry troverà il fulcro inalienabile nel tempo che si verifica qualunque cosa faccia per evitarlo.
Cast e cameo
Protagonista di The Flash è ancora Ezra Miller, finalmente uscito dai problemi legali e di salute, che ricordiamo anche come interprete di Creedence nella saga di Animali Fantastici; come per il complesso personaggio di Creedence, anche qui Miller dona al suo Barry la fragilità del giovane solo e dal cuore ferito, esulando dal classico ruolo del supereroe senza macchia e regalandogli invece un’umanità vera.
Accanto a lui un intenso Michael Keaton nei panni del Batman principale (ma non mancano i cameo di Ben Affleck e George Clooney) e la brava Sasha Calle (Supergirl), mentre Jeremy Irons è ancora il fidato Alfred Pennyworth e Gal Gadot riprende il ruolo di Wonder Woman. Il cattivo Generale Zod è interpretato da Michael Shannon, mentre tra i cameo (reali o digitali) George Reeves, Cristopher Reeve, Nicholas Cage, sono i Superman negli universi alternativi, un irresistibile Jason Momoa torna nei panni di Aquaman, mentre suo padre Thomas Curry è interpretato ancora da Tamuera Morrison.
Non solo effetti speciali
Sebbene Muschietti sia un esperto di horror, noto soprattutto per la direzione dei due capitoli di It, tratti dai romanzi di Stephen King, la sua regia di The Flash dona al classico film di supereroi una trama avvincente e densa di significati, principalmente per quel che concerne il lutto ed il saper lasciar andare, che accomuna Barry e Bruce; a fronte di ciò, anche la fantasmagorica battaglia contro Zod passa in secondo piano, mentre ci si concentra sull’umanità dei personaggi più che sui loro poteri.
Non che i canoni del film fantasy siano men che rispettati; ottimi i costumi curati da Alexandra Byrne, perfette le musiche di Benjamin Wallfisch e notevoli gli effetti speciali, tra i cui responsabili spicca Paul Lambert. Il risultato è una cornice accurata per un quadro di matrice romantica come il Bacio (1859) di Hayez o come il Viandante sul mare di nebbia (1818) del tedesco Friedrich, considerato il simbolo ed il manifesto del movimento pittorico del romanticismo, in cui potrebbe ben incarnarsi lo spirito ed il cuore di Barry Allen.