La maledizione del sangue è una serie TV orientale Indonesiana, distribuita su Disney+, diretta da Kimo Stamboel, composta da 10 episodi di una durata di 45 minuti circa ciascuno.
La maledizione del sangue, in lingua originale Teluh Darah è stata presentata al 27th Busan International Film Festival reperibile dal catalogo Star (per adulti) di Disney+. Il target ideale è un pubblico adulto abituato ai generi horror e thriller.
La serie è diretta dal regista Indonesiano Kimo Stamboel, prodotta dalla Rapi Films. L’ultimo episodio è uscito il 29 aprile sulla piattaforma streaming.
La serie ha una narrazione lenta funzionale ad accrescere la tensione, rispettosa di alcuni stilemi del genere thriller da un punto di vista narrativo e di alcuni stilemi horror dal punto di vista di messa in scena.
Una serie Thriller/Horror orientale che metterà a dura prova il pubblico.
‘La maledizione del sangue’. Premessa fondamentale, pubblico messo alla dura prova

Senza entrare troppo nel dettaglio, i toni tetri della serie e gli incidenti bizzarri possono respingere gli spettatori non avvezzi ad un certo tipo di horror. Se la sola visione di un verme o di un poco di sangue fanno distogliere lo sguardo, allora è meglio rivolgere la propria attenzione altrove.
La trama de ‘La maledizione del sangue’

Nella metropoli di Giacarta dei macabri e grotteschi incidenti colpiscono le famiglie di due giovani personaggi, Wulan ed Esa. I due dovranno indagare per cercare di scoprire da cosa derivano tali incidenti e cosa c’è dietro tutto questo. Questa serie di raccapriccianti situazioni causerà una malattia ai danni del patriarca della famiglia Ahmad (Lukman Sardi). La ragazza di nome Wulan (Mikha Tambayong) è una milleniall tenace e determinata che sta vivendo un buonissimo periodo lavorativo. Questa serie di incidenti può rovesciare la sua carriera lavorativa. Intanto, a Bogor, un giovane ragazzo di nome Esa (Deva Mahenra) assiste suo padre Bondan colpito apparentemente da una misteriosa malattia (sebbene la macchina da presa si concentri più volte su dei dettagli soprannaturali). I due giovani protagonisti Wulan e Esa decidono di unire le proprie forze per indagare sui misteriosi avvenimenti.
Splatter, viscidi vermi, occhi che fuoriescono dalle orbite e tanto altro

Come accennato in precedenza La maledizione del sangue genera una serie di incidenti macabri, grotteschi ma soprattutto disgustosi e respingenti. Proprio perché le blatte, il pipistrello, lo zibetto morto, le larve che escono dalla bocca sono elementi narrativi ricercati scrupolosamente dalla macchina da presa e non accennati. Si avverte un gusto da punto di vista scenografico, ed anche una ricerca di effetti visivi pratici degni di nota. Alcuni esempi sono l’occhio che esce dall’orbita, oppure gli scarafaggi ed altri insetti vari che si muovono a bordo pelle (come succedeva in una celebre scena del film La mummia) e tante altre soluzioni raccapriccianti. Ciò non comporta che tali scene possano essere gradite da una certa nicchia di pubblico, ciononostante è meglio partire prevenuti su cosa si andrà a vedere, questo è certo.
Un invito a “non entrare”

Kimo Stamboel sa il fatto suo. Il regista è consapevole delle giuste soluzioni visive da apportare per la storia e per il genere di riferimento. In termini di inquadrature, la regia non è piatta bensì variata dai dettagli sulle situazioni macabre e straordinarie e l’impiego di alcune zoomate che scaraventano lo spettatore in quel luogo, quasi un invito a NON entrare. Il fatto che tale soluzione venga replicata può essere interpretata come un avvertimento, ma una volta superato l’episodio pilota gli incidenti bizzarri saranno sempre più frequenti e sarà difficile evitarli. Laddove inizialmente i personaggi non credono ai propri occhi, man mano si renderanno sempre più conto che gli effetti di tale maledizione sono inevitabili.
Una serie orientale con alcuni modelli per prepararsi alla visione
Dopo Parasite, Old Boy, The Host, ma anche alcune serie come il recente Squid Game, la cultura audiovisiva orientale si tinge ancora una volta di splatter, di gore e di horror. Sebbene in questo caso il paese di produzione non sia coreano o giapponese bensì indonesiano. Tale serie si pone di diritto all’interno di un immaginario sapiente del genere, ma anche debitore, sotto alcuni aspetti di modelli occidentali. Due modelli su tutti, Alfred Hitchcock e Sam Raimi, laddove il primo si è imposto come “maestro del brivido“, regista dei più celebri film thriller della storia del cinema, il secondo invece può essere definito il maestro del brivido dei film horror di serie B. Hitchcock ha difatti consolidato il genere thriller mentre Raimi ha instaurato uno stile horror radicato e riconoscibile.
Gli elementi Thriller
La serie eredita gli stilemi narrativi di alcuni film Hitchcockiani, con l’alternanza del contesto familiare al contesto straordinario. Dagli eventi quotidiani e familiari si passa alle scene thriller più rilevanti e misteriose. Talvolta si percepisce la sensazione di assistere ad alcune dinamiche familiari superflue ai fini della trama per cui l’inquadramento del contesto familiare poteva essere sviluppato meno in alcuni punti. Da un punto di vista tecnico, due tratti distintivi del bagaglio registico del “maestro del brivido” sono: 1.) la variazione di angolazione della mdp era un vanto di Hitchcock; 2.) Il bird’s eye shot ha fatto la storia; quella sensazione evocata da questo tipo di inquadratura è presente anche ne La maledizione del sangue specialmente nell’episodio pilota. Al di là di questo esempio di inquadratura, la macchina da presa si scaraventa (sempre dall’alto) in questa cittadina quasi a voler imprigionare lo spettatore insieme ai personaggi.
Gli elementi Horror
La serie eredita alcune soluzioni visive horror dal regista Sam Raimi, autore dei film horror di serie B La casa, L’Armata delle tenebre e più nello specifico Drag me to Hell in cui si ha a che vedere sempre con una maledizione. Ebbene, è proprio l’impiego di una serie di effetti pratici peculiari e risolutivi a rendere non solo il tutto credibile, ma anche in linea con il genere di riferimento e per l’appunto rendono la serie affine al modo di fare cinema di Sam Raimi.
Colonna sonora funzionale
Non vi è una ricerca artistica per quanto riguarda la fotografia. La resa estetica dell’immagine è sacrificata a favore di altri punti di interesse come ad esempio la musica di Fajar Yuskemal. La colonna sonora è forte di un uso di strumenti a corda ogni volta che l’inquadratura si concentra sul dettaglio macabro di turno, sia esso sangue che sgocciola, un insetto che cade, un millepiedi che esce dalla bocca di un personaggio e via dicendo. Le sferzate del violino e del violoncello sono caratteristiche e si avvertono prontamente sin dalla sigla e accompagnano le varie scene horror in ogni episodio.
In conclusione, per chi è consigliata la serie tv
La maledizione del sangue rientra perfettamente nelle grazie dei divoratori seriali a causa della natura misteriosa dei suddetti incidenti, ma il concentrarsi a volte sulla vita familiare dei personaggi e sul quotidiano (principalmente nelle prime puntate) potrebbero annoiare lo spettatore.