Ama Gloria è il primo film da regista “in solitaria” di Marie Amachoukeli, co-direttrice nel 2014 dell’apprezzato Party Girl, premiato proprio a Cannes in quello stesso anno con la prestigiosa Caméra d’Or.
Il film ha avuto l’onore di essere scelto per aprire l’ambita selezione del Festival di Cannes nr. 76 conosciuta come Semaine de la Critique.
La pellicola narra la tenera vicenda che lega una bambina di sei anni alla propria tata che, dopo la morte prematura della madre, ne ha assunto il ruolo ‘in sostituzione’.
Il complesso ruolo di madre che va oltre il legame di sangue
Gloria è entrata nella vita della piccola Cléo quando aveva solo pochi mesi.
La madre della piccola è morta prematuramente per un cancro e Gloria, immigrata in Francia, diverrà una vera e propria madre sostitutiva per la bambina.
Ma quando, verso l’età di sei anni della piccola, una brutta notizia inerente la propria famiglia d’origine scuote la vita di Gloria, ecco che il mondo cambia radicalmente anche per la piccola Cléo. La bambina inizia a comprendere, per la prima volta nella vita, cosa vuol dire essere o sentirsi orfani.
La disperazione della piccola è tale che il padre, addolorato e impensierito per la malinconia che pervade l’animo della bambina, decide di chiedere a Gloria se può ospitarla per l’estate nel suo villaggio nell’arcipelago di Capo Verde.
La bimba imparerà a vivere con la semplicità di chi abita quei luoghi ed a condividere l’affetto con altri parenti e nipoti della donna. Imparerà anche ad accettare un distacco che la vita ormai rende necessario, rendendo precocemente più matura la dolce e splendida piccola protagonista della tenera vicenda.
Ama Gloria – la recensione
L’esordio in solitaria della regista francese Marie Amachoukeli racconta il difficile e complesso mestiere di madre.
Ama Gloria condensa in due parole il senso vero di tutto il progetto cinematografico che il film racchiude. La pellicola, intima e delicata, ha il grande merito di sviscerare senza alcuna retorica, le più intime sfaccettature di un rapporto madre e figlia che va al di là di un naturale legame di sangue. Un legame indissolubile tra le due donne.
Alla riuscita di un’opera piccola e semplice, ma intensa e di profonda indagine intima, contribuiscono molto le due ottime interpreti: la piccola Louise Mauroy-Panzani scelta per interpretare Cléo, e Ilca Moreno Zego, nei panni della dolce e determinata Gloria.