In arrivo a Pop corn film festival e presentato all’IFF, The Silent Echo, cortometraggio indiano ambientato in Nepal, vede protagonisti quattro ragazzini che passano il loro tempo in un bus abbandonato tra le montagne, nel comporre musica. Una piccola band in erba è quella che si presenta davanti ai nostri occhi, così piena di sogni e speranze da poter abbracciare solo un cielo sconfinato come quello del panorama tra quelle cime: il primo pubblico per le loro canzoni.
Regia Suman Sen. Distribuzione: Associak
The Silent Echo La trama
A rompere quel clima di calma, entusiasmo, creatività, arriva l’annuncio di una gara tra band a cui i ragazzini decidono di prendere parte senza alcun tentennamento. Comincia il loro viaggio di discesa dalla montagna per raggiungere la città, la folla, la confusione, mettersi alla prova su un palco con la spensieratezza tipica della loro età.
Il risultato dell’esibizione però non è quello atteso, e il nostro gruppo di artisti in erba ritorna alla propria montagna solo per scoprire che qualcosa è cambiato, ma non ciò che è davvero importante, cioè loro: loro quattro non sono cambiati.
I protagonisti lasciano il certo per l’incerto, per il confronto con il mondo necessario. L’essenza dei quattro ragazzini rimane intatta, e il loro canto continua a risuonare tra quelle montagne silenziose, che rimandano indietro solo l’eco della loro voce. Un canto tutto loro, libero da ogni condizionamento, da ogni regola.
Ambiente e suono modellano la storia al pari della fotografia, in un gioco di echi e silenzi, rumori di fondo indistinguibili, voci limpide. La voce in particolare diventa il simbolo della prima forma di autodeterminazione: quella che vorrebbe una eco negli altri, ma può invece incontrare opposizione.
Quell’ eco però può giungere nei luoghi giusti, con le persone giuste. Quelle con le quali non smetteremmo mai di cantare.