Arriva il 21 Luglio a Porto Santo Stefano, Monte Argentario (GR) l’atteso ‘Pop Corn Festival del Corto’, concorso internazionale di cortometraggi arrivato alla 6ª edizione. Il Festival propone come ogni anno una ricca programmazione in tre serate di cinema all’aperto ad ingresso libero. ‘Pop Corn Festival del Corto’ è ideato e diretto da Francesca Castriconi e organizzato dall’associazione Argentario Art Day APS e realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Monte Argentario e di Regione Toscana.
Grazie alla nostra redazione ho potuto visionare in anteprima ‘Nina’, il cortometraggio d’esordio di Chiara Toffoletto e in concorso nella sezione ‘Opere prime’ del Festival.
Raccontare l’adolescenza è compito arduo e si rischia sempre di cadere nella banalità, allontanandosi dall’obiettivo. Fortunatamente non è questo il caso di Chiara Toffoletto che con il suo esordio ci regala un’opera, ‘Nina’, delicata come la sua protagonista e che tocca le corde dell’anima.
Il cortometraggio della giovane autrice italiana ci racconta la storia di tre amiche che decidono di organizzare a tavolino il loro primo rapporto sessuale. Questo è lo spunto che ci permette di conoscere Nina, una giovane adolescente alle prese con le paure e le insicurezze tipiche della sua età. In poco meno di 18 minuti Toffoletto indaga attraverso la sua protagonista e con rara sensibilità argomenti complessi come il rapporto col proprio corpo e l’identità personale. Nina è infatti combattuta come tutti gli adolescenti, è insicura e non ha una personalità ancora ben definita. È una giovane donna che alterna comportamenti infantili ( gioca con i pesci e alla guerra con le sue amiche, si veste come una bambina ), a comportamenti pseudo-adulti ( beve e fuma erba e si prova vestiti provocanti per piacere al suo appuntamento ). Ma Nina è anche molto più di questo. È il baluardo della purezza e della bellezza che non ha bisogno di trucchi o sovrastrutture, è simbolo di una felicità che si può ritrovare persino in una nuotata nell’acqua sporca di una piscina abbandonata.
Dal punto di vista tecnico la regia segue con delicatezza la storia e la protagonista, accompagnandola nella sua crescita personale come se fosse un’amica affettuosa. Interessante l’utilizzo della fotografia, curata da Antonino Mangiaracina, che alterna colori freddi e saturi per gli esterni a colori caldi caratterizzati dall’utilizzo di luci morbide per gli interni, quasi a sottolineare la sensibilità della protagonista rispetto al mondo esterno.
In chiusura non non possiamo non citare le buone interpretazioni di Martina Bonan e Melissa Di Cianni, rispettivamente Cora e Bea, ma a spiccare è inevitabilmente Irene Provenzi che riesce a coniugare perfettamente l’intensità e la delicatezza della protagonista incarnando perfettamente lo spirito di Nina, arrivando con forza al cuore degli spettatori.
L’opera scritta da Chiara Toffoletto su uno script di Julie Kühner è stata prodotta da Ventura Film e da CISA in co-produzione con RSI Radiotelevisione Svizzera.