Attingere alle immagini impresse dagli altri, cineamatori o registi, per raccontare la propria storia, miscelando ad arte qualche filmato di famiglia, è sicuramente un sistema per dar vita a un’opera originale, irriverente, ironica e autobiografica, come Et j’aime à la fureur del regista André Bonzel.
Già presentato a Cannes Classic 2021, nella sezione documentari, il film è stato selezionato in concorso alla prima edizione dell’UnArchive Found Footage Fest – dedicato al riuso creativo delle immagini, ideato e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Archivio Luce e con il sostegno del MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – ed ha sorpreso pubblico e Giuria aggiudicandosi il Premio per il Miglior Lungometraggio, con la seguente motivazione:
Et j’aime à la fureur “trasmette, come i film di famiglia – i suoi, quelli di varie generazioni della sua famiglia e quelli di origine ignota – riescano a raccontare una storia personale intima, a catturare il sentire di una generazione e a farci riflettere sulla storia del cinema dai fratelli Lumière a oggi”.
Il regista francese, André Bonzel, durante gli studi all’Insas, una nota scuola belga di cinema, realizzò un sodalizio con Rémy Belvaux e Benoît Poelvoorde, da cui scaturì nel 1992 il mockumentary in bianco e nero C’est arrivé près de chez vous (uscito in Italia in VHS col titolo Il Cameraman e l’Assassino), parodia grottesca dei reality show, su una troupe televisiva che segue la giornata tipo di un serial killer per realizzare un documentario su di lui e sul suo ‘mestiere’.
Il film fu selezionato e presentato alla Settimana internazionale della critica del 45º Festival di Cannes. Se dell’attore Benoît Poelvoorde conosciamo la fortuna e la carriera, così come il destino tragico di Rémy Belvaux (suicidatosi nel 2006), di André Bonzel sappiamo che ha realizzato pochi film, non noti in Italia, dedicandosi al lavoro di sceneggiatore e produttore.
Et j’aime à la fureur: collezionare pellicole e momenti di vita
Mentre fotogrammi ‘rubati’ di film muti e di pellicole amatoriali scorrono, con un montaggio abile ed ironico, la voce fuori campo del regista tesse una storia di famiglia, la sua, non troppo felice, con un padre assente e anaffettivo che segna la sua infanzia, le sue relazioni sociali e che sarà causa dei suoi gravi disturbi alimentari.
Unici periodi felici quelli delle lunghe vacanze ad Ambleteuse, nel nord della Francia, dove il padre di un ragazzino (un medico che voleva fare il regista), amante del cinema, proiettava agli amici del figlio le vecchie comiche di Buster Keaton ed altri filmini, infondendo ad André l’idea che possa esistere un padre ‘premuroso che passa del tempo coi figli’. E, al tempo stesso, instillando la bellezza e la magia del cinema, strumento che può salvare e far evadere dai propri ristretti confini (anche quelli familiari oltre che culturali e geografici) ed aprirci al più vasto mondo.
Cinema e amori: ossessione ed estasi
I primi amori, i momenti felici e quelli bui della vita di Bonzel e dei suoi avi, prendono vita, in modo creativo e scoppiettante, attraverso le pellicole più disparate, collezionate per anni dall’aspirante regista, alcune provenienti da un insolito lascito familiare (un trisnonno vicino ai Fratelli Lumière), miscelando colore e bianco e nero, sogno e realtà, desideri e frustrazioni, sesso ed amore, di numerose generazioni. Il tutto dà vita ad un omaggio al cinema che si tramanda di trisavolo in figlio, sottolineando in modo brillante e commovente, spassionato e appassionato, come l’amore per la Settima arte e quello per il mistero della vita – lo spunto del titolo, Et j’aime à la fureur, tratto da una poesia di Baudelaire, sottolinea proprio l’ossessività e la furia dell’amore – possano andare di pari passo, così come i ricordi delle vite proprie e di quelle degli altri possono diventare un bagaglio condiviso e avvincente.
Il film, che segna un grande ritorno del regista André Bonzel, a distanza di quasi 30 anni, è musicato da Benjamin Biolay. In particolare da segnalare la canzone Love and Fury.