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Bifest

Seconda Master Class al Bifest: Fabrizio Bentivoglio

“Io bravo come al solito? Non è vero. Ogni volta mi impegno a fare meglio!” Fabrizio Bentivoglio è stato il protagonista della Master Class di domenica 26 marzo incontrando il pubblico del Teatro Petruzzelli dopo la proiezione del suo unico film da regista, “Lascia perdere, Johnny!”

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Bentivoglio al Bifest

La sera Fabrizio Bentivoglio era sul palco del Teatro Petruzzelli al Bifest, insieme a Gabriele Salvatores e Toni Servillo per presenziare all’anteprima internazionale della nuova sofisticata pellicola del regista Premio @Oscar, Il ritorno di Casanova”.

E , sullo stesso palco, la mattina dopo in seguito alla proiezione del suo unico film oltre che da interprete, da regista: “Lascia perdere, Johnny” (2007), l’attore ha parlato davanti all’accogliente pubblico barese.  In maggioranza l’audience non aveva visto il film all’epoca dell’uscita poiché ebbe una circolazione ridotta.

La gestazione del film

Della gestazione e genesi di Lascia perdere, Johnny! Bentivoglio racconta: «Ho frequentato per diversi anni la Piccola Orchestra Avion Travel, a partire dal 1992 e con loro ho condiviso concerti, tournee, pranzi e cene durante i quali ho ascoltato più volte i loro racconti, in particolare quelli di Fausto Mesolella, il chitarrista del gruppo, scomparso nel 2017 e al quale voglio dedicare questa mattinata. Sono quindi partito da questi racconti e quando Fausto aveva capito che stavano diventando qualcos’altro ha aperto un cassetto e mi ha dato un cd nel quale erano registrate alcune sue composizioni inedite che non avevano ancora i testi e dunque non erano diventate canzoni del gruppo. Ho scritto la sceneggiatura proprio ascoltando quelle musiche che poi sarebbero diventate le musiche del film».

Ma perché un solo film da regista? gli ha chiesto il moderatore Marco Spagnoli: «Ho iniziato a lavorare sul film nel 2006 e per me è stata come la gestazione di un figlio, per un anno la cosa più importante della mia vita. Poi, però, è nato il mio primo vero figlio e negli anni successivi ne ho avuti altri due e dunque mi sono ritrovato nella condizione per cui nulla è più importante dei miei figli, ragione per cui non ho fatto più regie. Magari quando saranno più grandi e si smarcheranno dai genitori, potrò riprendere in considerazione l’idea di dirigere un altro film».

Qual è il suo rapporto oggi con il film? «Quando l’ho rivisto qualche tempo fa mi sono meravigliato, non riuscivo a credere di averlo fatto io. E se non lo avessi saputo, mi sarebbe piaciuto molto lo stesso. Resta poi una bellissima esperienza che mi ha cambiato anche come attore perché, dopo avere acquisito maggiore coscienza di tutto quello che c’è dietro la realizzazione di un film, sono diventato più collaborativo».

casanova

Fabrizio Bentivoglio da studente di Medicina alla scelta di fare l’attore

Sulla scelta di intraprendere la carriera di attore: «Non ci ho mai pensato fino ad un certo punto. Stavo studiando medicina e preparando l’esame di Anatomia 1, con la radio accesa dove parlava un ex attore della scuola del Piccolo di Milano. Chiusi il libro, mi segnai l’indirizzo della scuola e andai in Corso Magenta a prendere il bando. Poi ho fatto il provino d’ingresso, mi hanno preso ed è andata che la scuola non l’ho nemmeno finita, perché dopo due anni già lavoravo.

Clark Gable diceva che nel mestiere di attore solo i primi 30 anni sono duri. Sarebbe a dire che i primi 10 servono per capire di che pasta sei fatto e altri 20 per confermarlo. Adesso che ne ho 65 voi sapete che sono un bravo attore!»

Sulla crisi del cinema: «C’è solo un modo per salvare il cinema: puntare al bellissimo. Ogni cosa brutta che si fa ci danneggia tutti. A proposito: quando io leggo nelle recensioni “Bentivoglio bravo come al solito” io mi offendo perché non è vero. Cerco di fare sempre meglio film dopo film, altro che come al solito!».

Al termine dell’incontro, il direttore del Bif&st Felice Laudadio ha consegnato a Fabrizio Bentivoglio il Federico Fellini Platinum Award.

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