20000 especies de abejasè uno dei film che da Berlino 2023 arriva in sala dal 14 dicembre distribuito da ARTHOUSE.
La sinossi di 20000 especies de abejas
Ane e Gorka sono una coppia con tre figli. Aitor il più piccolo inizia a esprimere il desiderio di farsi chiamare prima Coco, un soprannome di suo gradimento che veniva usato in famiglia per assecondarlo, e poi Lucía.
Non sa bene chi è ma l’unica cosa di cui è sicuro è di non essere più Aitor. Il nome che gli è stato dato, e che lo imprigiona in un ruolo, non va più bene.
In estate Ane e i figli partono per le vacanze nei Paesi Baschi da cui ha origine la sua famiglia.
Il mondo rurale, con i suoi riti, la sua rigida struttura sociale acuirà tutte le sofferenze di Lucia; nessuno sembra capire la sua infelicità, nemmeno Ane che nonostante sia vicina a Lucia è troppo indaffarata a capire il suo posto nel mondo e a gestire una crisi matrimoniale.
Non riesce ad ascoltare le domande di Lucia preferendo nascondere la testa sotto la sabbia nella speranza che le cose si aggiustino da sole.
La regia
Estibaliz Urresola Solaguren è autrice anche della sceneggiatura, e ambienta la storia nei Paesi Baschi, un mondo che ben conosce, un microcosmo con regole precise dove mettere in dubbio la propria identità sessuale è motivo di vergogna per una famiglia.
Ho sempre riflettuto sull’identità, sul corpo e sul genere, così come sulle relazioni familiari.
ha dichiarato Estibaliz
e l’ho espresso attraverso il mio lavoro. Nei miei lavori precedenti mi sono posta domande ricorrenti come: da quando sappiamo chi siamo? Qual è la relazione tra la nostra nozione di identità e il nostro corpo? L’identità di sé è solo un’esperienza intima e personale o è influenzata dallo sguardo esterno?”Il film d’esordio della regista basca è un lavoro di incredibile sensibilità dove brilla la performance di Sofia Otero nei panni di Luciae di Patricia López Arnaiz nei panni di Ane una madre piena di conflitti e contraddizioni ma amorevole.
Il cast di 20000 especies de abejas
Il film d’esordio della regista basca è un lavoro di incredibile sensibilità dove brilla la performance di Sofia Otero, nei panni di Lucia, e di Patricia López Arnaiz nei panni di Ane, una madre piena di conflitti e contraddizioni ma sempre amorevole.
Come mai tu sai chi sei e io no?
dice con semplicità disarmante Lucia alla madre; una domanda semplice, ma alla quale Ane non riesce a trovare una risposta.
“Mi sono messa in contatto con un’associazione che a sua volta mi ha messo in contatto con una ventina di famiglie con bambini dai 3 ai 9 anni. Sono stati straordinariamente generosi nel condividere la loro intimità con me. È stato un processo molto arricchente che ha alimentato la mia sceneggiatura. Una delle cose che mi ha colpito di più è stata quando alcune famiglie mi hanno detto che era stata un’esperienza positiva per loro e che aveva permesso loro di identificarsi come famiglie in un modo nuovo.
Non l’hanno visto come un problema, ma piuttosto come un processo che fa luce sulle regole che governano le loro famiglie. Ha permesso loro di sfidare queste regole. Ha messo in discussione il loro rapporto con i loro figli e le loro figlie e il loro ruolo di madri e padri, così come le loro esperienze sulla questione della propria identità. Un’altra cosa che ho trovato bella è che queste famiglie non hanno mai usato le parole “transito” o “transizione” per definire il processo che stavano attraversando i loro figli e figlie transgender.
Al contrario, era la loro percezione e la percezione delle persone intorno a loro che stavano cambiando. I bambini non hanno mai smesso di essere quello che erano; infatti, sono stati gli altri che sono stati costretti a cambiare e ad evolversi. Penso che tu possa trovarlo nel mio film.
Il tema centrale del film è il processo di crescita e la consapevolezza della propria identità; una cosa apparentemente scontata sulla quale la regista si interroga con grande onestà e delicatezza.
Lucia con la sua forza e semplicità decide come devono andare le cose ed è la sua forza a sconvolgere la vita delle persone attorno a lei aiutandole ad intraprendere un cambiamento”.
Da vedere nelle scuole
Tutto il lavoro della regista basca è pervaso da una gentilezza, una delicatezza, un rispetto e un amore nei confronti della sua meravigliosa protagonista da rendere 20000 especies de abejasun piccolo incredibile film che dovrebbe essere mostrato nelle scuole, nelle istituzioni e negli anni diventerà una pietra miliare nella cinematografia spagnola.
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