Dopo un lungo viaggio, Joel ed Ellie arrivano finalmente a Jackson nel sesto episodio della serie di The Last of Us, disponibile su HBO e Sky tramite On Demand ed il canale Sky Atlantic. Sceneggiatura di Craig Mazin e regia di Jasmila Zbanic, già nota per aver diretto il film del 2020 Quo Vadis, Aida?.
The Last of Us, la trama del sesto episodio
Tre mesi dopo i fatti di Kansas City, Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) arrivano nella tundra innevata del Wyoming, in cerca dell’ultima posizione nota del fratello di Joel, Tommy (Gabriel Luna). Nonostante l’avvertimento dei sopravvissuti locali, i due attraversano il “fiume della mort”e raggiungono Jackson, tappa inaspettata per loro ed il legame che li unisce.
Malinconia western in The Last of Us
E’ difficile trovare difetti in un episodio che sembra non averne. Se nelle precedenti recensioni, c’è stato modo di trovare il cosiddetto “pelo nell’uovo” nella loro maggior parte, in questa disanima di “Kin” (il titolo della puntata) appare difficile trovare un punto da cui partire.
Joel ed Ellie arrivano nelle valli innevate del Wyoming per portare al termine la propria missione, come dei moderni John Wayne e Kim Darby ne Il Grinta del ’69 (oppure Jeff Bridges e Hailee Steinfeld, se si è più affezionati al remake dei fratelli Coen).
La struttura narrativa del film western rivive nei primi trenta minuti, nel primo incontro con i sopravvissuti della baita, oppure nelle lunghe camminate nella neve, o anche nell’assalto dei cittadini di Jackson, che arrivano a cavallo, con cappello a tesa larga e bandana a coprire mezza faccia.
L’aria che si respira, tuttavia, non è tanto quella del classico spaghetti-western alla Corbucci o Leone, ma più quella di un western moderno, più vicino ad un C’era una volta il West o al recente I Fratelli Sisters, dall’animo decadente e malinconico, dove l’azione e il machismo vengono ridimensionati e messi in ridicolo.
Emblematico l’addio a cavallo di Joel ed Ellie nelle ultime battute di puntata, che seguono il crepuscolo del loro viaggio come il cowboy e la giovane figlia di un proprietario terriero.
Benvenuti a Jackson, Wyoming
Dopo lo stallo impari tra i protagonisti ed la comunità di Jackson armata di fucili, Joel ed Ellie entrano nella piccola città nel mezzo del nulla, accolti da Tommy e sua moglie Maria (Rutina Wesley).
Può apparire strano che una cittadina come quella di Jackson possa esistere e resistere in un mondo devastato come quello, ma ciò che viene messo in scena non è altro che l’eccezione che conferma la regola. Il secondo atto si incentra proprio nel mostrare allo spettatore una realtà urbana così simile alla nostra, intoccata dal mondo esterno.
E non solo immune alle orde di Infetti, ma anche alle concezioni tossiche e nocive di una società americana ormai vecchia. Involontariamente oppure no, Jackson vive grazie ai principi politici e sociali ai quali l’America conservatrice ha sempre dichiarato guerra.
Si parla di comunismo, di pluralismo religioso e fiducia nel prossimo, che Joel ed Ellie (in particolare la seconda), osservano increduli coesistere per la prima volta.
La stessa ragazzina ha modo di conoscere e vivere, seppur per poco tempo, le abitudini e normalità di uno status quo disperso ormai nel tempo, che sia andare al cinema, tagliarsi i capelli o scegliere che bel vestito mettersi. Ellie assapora istanti di un mondo che l’ha sempre affascinata, ma che non può essere suo (almeno per il momento).
“Tutto non hai idea di ciò che significhi”
Dopo anni dal loro ultimo incontro, i fratelli Miller, Joel e Tommy, si rincontrano e si raccontano gli ultimi anni delle loro rispettive vite. Uno sembra aver trovato il proprio posto nel mondo, accanto ad una moglie che lo ama e circondato da gente che gli vuole bene, l’altro ancora insicuro, segnato dalla perdita di una figlia e in cerca di un motivo per cui vivere.
Vivendo progressivamente la puntata, il fulcro va, ovviamente, a spostarsi sulle relazioni dei personaggi ed i loro legami. D’altronde, nella realtà di The Last of Us, ciò che porta l’uomo ad andare avanti è sempre e solo l’amore, la più pura delle motivazioni personali.
L’incontro tra Joel e Tommy permette ad ognuno di mostrarsi per quello che è. Vediamo, per la prima volta, un Joel spaventato, preoccupato del suo legame con Ellie ed insicuro nel proseguire il loro viaggio assieme.
Riaffiora tutto ciò che Joel ha vissuto lungo tutte queste sei puntate e lo spettatore, traghettato da un Pedro Pascal e da una Bella Ramsey incantevolmente persi nelle loro emozioni, vive ogni discussione, battibecco o confessione con il nodo alla gola.
La crescita personale dei due protagonisti raggiunge il suo culmine negli ultimi venti minuti, sontuosi per merito di una regia scarna ed essenziale, di una recitazione di altissimo livello e di un’intensità finale sviluppata in un crescendo di emozioni che raramente l’intrattenimento seriale attuale riesce a portare tutt’oggi sul piccolo schermo. Una strepitosa puntata, dall’inizio alla fine.
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