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‘Kai – L’autostoppista con l’accetta’ un nuovo scioccante documentario Netflix

La storia vera dietro il nuovo documentario di Netflix

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Disponibile dal 10 gennaio su NetflixKai – L’autostoppista con l’accetta è un nuovo documentario della piattaforma, ormai avvezza a questo tipo di racconti.

Netflix Gennaio 2023

La sinossi di Kai – L’autostoppista con l’accetta

Ecco quello che recita la breve sinossi Netflix a proposito del documentario:

Questo documentario scioccante racconta l’ascesa alla notorietà virale di uno spensierato vagabondo e la successiva spirale discendente che lo ha condotto in prigione.

La storia dietro il film

Jett Simmons McBride si era convinto che qualcosa di tremendo sarebbe successo durante il Super Bowl del 2013. Aveva letto su Internet che qualcuno stava progettando un attacco terroristico ai danni del Superdome di New Orleans (dove si sarebbe disputata la partita) e aveva deciso di intervenire. Preoccupato che i terroristi lo potessero scoprire si era chiuso in casa per settimane, diventando talmente paranoico da non riuscire più a dormire o uscire per comprarsi da mangiare.

kai l'autostoppista con l'accetta

Dopo un mese di preparazione insonne, il primo febbraio si era messo in cammino. Era partito da Fresno e aveva guidato per un paio d’ore. Poi, all’altezza di Bakersfield, un giovane autostoppista aveva catturato la sua attenzione. Un ragazzo alto con i capelli lunghi tenuti fermi da una bandana grigio-blu, l’espressione bonaria sulla faccia lucente per via della prolungata esposizione al sole. Decise di caricarlo a bordo, gli disse di chiamarsi Gesù Cristo e gli chiese se per caso non avesse con sé dell’erba. Il ragazzo disse di chiamarsi Kai.

Lo scontro Kai-McBride

Dopo aver fumato insieme mentre viaggiavano McBride divenne improvvisamente serio e iniziò ad accelerare, puntando un gruppo di lavoratori della Pacific Gas & Electric che stavano intervenendo su un marciapiede poco distante. La macchina si lanciò sugli uomini a grande velocità: uno venne colpito al fianco e volò per aria mentre un secondo veniva schiacciato contro un camion parcheggiato. McBride scese di macchina urlando e minacciando di uccidere tutti, soprattutto i neri; aggredì perfino una donna che era venuta in soccorso di uno degli uomini feriti. La scena sembrava pronta per l’ennesima tragedia da prima pagina quando, balzando dal nulla, il giovane Kai si avventò su McBride colpendolo alla testa con il manico di una piccola accetta, stordendolo fino all’arrivo della polizia.

Ovviamente insieme alla polizia arrivarono anche le telecamere di KMPH, l’affiliata locale della Fox, e quando l’inviato Jessob Reisbeck si rivolse al giovane autostoppista in cerca di spiegazioni la situazione passò da surreale a kafkiana. È difficile descrivere quella di Kai come un’intervista – e non soltanto perché dura oltre sei minuti, un tempo esageratamente lungo per quelli che sono gli standard usuali della televisione.

La storia, però, continua, ma per non svelare troppo, occorre guardare il documentario Netflix.

Il trailer di Kai – L’autostoppista con l’accetta