fbpx
Connect with us

FESTIVAL DI CINEMA

‘Presencias’, l’horror di Mandoki al Torino Film Festival è un incubo

Dalla sezione "Crazies" del Torino Film Festival, il film del messicano è troppo lungo, troppo riciclato e con troppo poco "killer instinct"

Pubblicato

il

Alberto fuori dall'auto con un coltello guardato da una donna di spalle in primo piano

Sembra una follia: Luis Mandoki si è dato all’horror. E manco a dirlo, Presencias – questo l’ultimo titolo del regista di origini messicane – è stato presentato al Festival di Torino 2022, fuori concorso, nella profetica sezione Crazies. Si tratta di una delle novità della 40esima edizione del TFF, una selezione (anche concorsuale) dedicata agli horror di qualità. Ma Presencias, purtroppo, difetta sia di qualità di scrittura che di originalità, risultando lungo, sfilacciato e largamente derivativo. Un divertimento, forse, per chi l’ha girato; un déjà-vu per chi dovrà (ri)vederlo, sorbendosi la sequenza di clichés di genere. Traumi d’infanzia, incubi, casette sul lago e presenze demoniache, che sarebbe stato meglio esorcizzare in un minutaggio inferiore ed evitare di annegare nella pigra sceneggiatura a quattro mani con Olivia Bond. Che dire: licenza di uccidere (di noia).

La trama

Víctor (Alberto Ammann) è tormentato dall’insonnia, ma quando si è addormenta è ancora peggio: lo perseguita l’incubo ricorrente della morte della sorellina Alma. Il trauma d’infanzia è venato di risvolti inquietanti: Víctor vide una mano mostruosa sorgere dalle acque e trascinare al fondo Alma. Dopo anni di terapia, l’uomo, ora attore conosciuto, decide di tornare con la propria compagna Alicia (Andrea Santibáñez) alla vecchia ma accogliente casetta sul lago, vicino al luogo dove morì la sorella. Una nuova tragedia, però, ne scuote la fragile coscienza e il sonno debole. Dal fondo del lago, forse, qualcosa è tornato. Da quello della memoria, poi, si affacciano ricordi e sospetti sinistri. In un ambiente ostile – i paesani ne odiano il padre, Don Jaime – Víctor dovrà affrontare vecchi e nuovi incubi, spalleggiato solo da un’amabile infermiera (Yalitza Aparicio) e dall’affezionato fratello Manolo (Daniel Mandoki).

Il trailer

C’era una volta in Messico Luis Mandoki

Luis Mandoki è un apprezzato regista che si è mosso tra il Messico e Hollywood, ma i cui momenti migliori risalgono a cavallo tra anni ’80 e ’90. Dopo gli esordi in patria, Gaby, una storia vera (1987) gli vale la fama internazionale, col racconto della storia di una scrittrice affetta da paralisi cerebrale e del suo rapporto con la propria badante. Sotto i riflettori tanto dei Golden Globe quanto degli Oscar con un pugno di candidature, vive più di un decennio di buoni film di mestiere a Hollywood, dirigendo attori del calibro di Susan Sarandon (Calda emozione, 1990), Melanie Griffith (Nata ieri, 1993), Meg Ryan e Andy Garcia (Amarsi, 1994).

Le parole che non ti ho detto (1999), che valsero a Kevin Costner la candidatura ai Razzie Awards come peggior attore protagonista, prelude agli ultimi fuochi hollywodiani: Angel Eyes (2000) con Jennifer Lopez e James Cazeviel, 24 ore (2001) con Charlize Theron, Kevin Bacon e Dakota Fanning. Il ritorno in Messico col film Innocent Voices (2004) frutta l’Orso di Cristallo a Berlino e vari premi in America. Di lì a poco, tuttavia, seguirà un lungo periodo di parziale defilamento.

Le parole che ti ho già detto

E poi arriva Presencias, titolo che già lamenterebbe discutibile inventiva. Lo stesso difetto del film. L’inizio, tra le acque che strappano alla vita la giovane Alma con l’artiglio dagli abissi, mette in guardia lo spettatore: che sia un Loch Ness messicano o qualche altro mostro di lago o laguna, il già detto dell’horror è un pericolo concreto. Tra le presenze di rito, timbrano il cartellino del trito script anche i fantasmi e gli indemoniati, meglio se in versione “infantile”.

Presencias, bambina spiritata

Presencias, una bambina dallo sguardo spiritato

Eppure, l’aria lacustre farebbe bene al film di Mandoki. Il pueblito a mo’ di villaggio dei dannati, la bella fotografia spenta del francese Philip Lozano, il montaggio sonoro da “rumori nella testa”, renderebbero il film almeno decoroso dal punto di vista tecnico.

A volte ritornano

In Presencias, però, a stridere tra i vuoti di sceneggiatura e le svolte troppo subitanee è soprattutto la banalità del male. C’è una sorta di ciondolo maledetto, trovata alquanto arrugginita; un’aria di possessione che si concretizza in una evidente citazione “urinaria” da L’esorcista; una niña truccata alla Ring di Hideo Nakata; l’idea del sonno pericoloso che fa molto Nightmare di Wes Craven. Se si aggiunge la patinata estrazione del protagonista Víctor, diventato attore di cinema – lo scopriamo nell’inutile sequenza di una sua anteprima – non si capisce il senso dello sconfinamento messicano. Se ne smarrisce l’aura maledetta, se ne spezza costantemente il ritmo coi ritorni al background urbano. E il viso che Alberto Ammann dà a Víctor, per quanto si sporchi di sangue, resta troppo pulito.

Primo piano di Alberto Ammann

Presencias, Alberto Ammann interpreta un sofferto (ma non troppo) Víctor

Ecco, a Presencias manca il marciume dell’horror purosangue. E il ritmo: quello lento dei folk horror boschivi, per immersione, o quello rapido degli slasher. La colonna sonora insistita, dove potrebbero crocchiare assi di legno della casa e foglie a bordo lago, è indicativo di ciò che voleva essere il film di Luis Mandoki: un aggregato tecnico di mestiere, un film dell’orrore girato più per curriculum che per istinto del male.

Anche senza killer instinct, Presencias potrà guadagnarsi l’interesse di qualche tiepido appassionato di film dell’orrore: per un po’ di suspense, per un mezzo “doppio finale”. Gli amanti dell’horror appena più ortodossi, invece, la troveranno l’ennesima presenza evitabile tra le produzioni di genere.

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

Presencias

  • Anno: 2022
  • Durata: 120'
  • Distribuzione: 102 Distribution
  • Genere: 2022
  • Nazionalita: Messico
  • Regia: Luis Mandoki