‘La ragazza più fortunata del mondo’ la recensione
La ragazza più fortunata del mondo è la storia di una ragazza di successo, che si ritrova, purtroppo, a far riaffiorare dei ricordi della sua adolescenza che sembrava aver dimenticato per sempre.
E se dei ricordi spiacevoli legati a un evento traumatico che si sperava dimenticato per sempre, riaffiorassero improvvisamente, causando inevitabilmente una crisi? È quel che accade a Tiffany, il personaggio interpretato da MilaKunis (Il cigno nero, Amici di letto, Bad Moms – Mamme molto cattive), protagonista de La ragazza più fortunata del mondo, il sesto lungometraggio del regista britannico Mike Barker, disponibile sul catalogo Netflix dal 30 settembre.
La ragazza più fortunata del mondo – la trama
Tiffany Fanelli (Mila Kunis), chiamata affettuosamente Ani, è riuscita a raggiungere qualsiasi cosa dalla vita. Ha un lavoro ben retribuito e una carriera solida alle spalle, inoltre, è riuscita ad acquistare un lussuoso appartamento nel cuore di New York ed è prossima a convolare a nozze con Luke Harrison (Finn Wittrock). Un giorno, un regista di documentari le chiede di poter raccontare la violenza sessuale di cui fu vittima all’epoca in cui era studentessa al liceo. Per Tiffany che credeva di aver dimenticato quel tragico episodio, sarà solo l’inizio di una serie di traumi che riaffioreranno e che le causeranno situazioni che la porteranno a far i conti con il suo passato.
Ricordi indelebili
Quel che pareva dimenticato per sempre, purtroppo, non lo è. Lo sa benissimo Tiffany che è, costretta, a dover fare i conti con dei ricordi spiacevoli legati alla sua vita da liceale e che sembrava aver rimosso. I flashback del passato mostrano allo spettatore quel che accade nel periodo in cui la ragazza venne violentata, generando in lei incubi che torneranno a riaffiorare in modo preponderante nella sua mente. Si riscopre vulnerabile e priva di quella sicurezza mostrata nel corso degli anni, poiché dal passato non si scappa.
Una buona prova attoriale per Mila Kunis: l’attrice statunitense di origine ucraina riesce a dare al personaggio di Tiffany le giuste sfumature, utili a farci comprendere il suo cambiamento interiore che non le permette di poter vivere serenamente la propria esistenza. Non solo, è capace di non cadere nel patetico, ma di mostrarci un bellissimo ritratto di donna.
L’opera di Mike Baker, si concentra sulle emozioni della protagonista, permettendo allo spettatore di empatizzare con lei, entrando in punta di piedi nella sua vita e cercando di seguire il flusso dei suoi pensieri. Vi è un cambiamento del personaggio di Tiffany, all’inizio fredda, distaccata e con spiccate doti da leader, mentre alla fine la sua indole è piena di insicurezze e fragilità. Anche il mondo che le circonda sembra non capirla fino in fondo, proprio come capitò nel periodo in cui venne stuprata.
La ragazza più fortunata del mondo si annovera tra quelle opere che hanno la capacità di descrivere con delicatezza il tema della violenza sessuale, indagando la psicologia femminile che mostra senza alcun pudore le proprie debolezze, ma lasciando anche un chiaro messaggio su come il passato non si possa cancellare: si può però riuscire ad andare avanti con coraggio e ricominciare un nuovo percorso.
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