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Biennale del Cinema di Venezia

‘Trenque Lauquen’: Laura non c’è…

Il film-fiume Trenque Lauquen è una delle sorprese cinefile dell'79° festival di Venezia, altro frutto prezioso della corrente cinematografica indipendente argentina nota come El Pampero Cine.

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Alla Mostra del Cinema di Venezia 79, nella sezione Orizzonti, il film argentino Trenque Lauquen di Laura Citarella è uno dei film che più ha incantato il pubblico di cinefili presenti al festival. Memori quasi tutti delle atmosfere complesse e intricate di un altro film per certi versi molto simile, ovvero il multi sfaccettato La Flor, di Mariano Llinas, qui presente in veste di produttore e quintessenza del movimento culturale noto come El Pampero Cine, a cui è legata la stessa Citarella.

Il mistero che ruota attorno alla scomparsa di Laura

“Laura non c’è”…come canta la nota canzone, e che, nel contesto di questo film si risolve in un mistero che non appare certo meno intricato di quello che ha coinvolto un’altra Laura ancora. Ovvero la Laura Palmer nella celebre saga di Twin Peaks di David Lynch.
Probabilmente infatti il nome Laura ben si addice a dare i natali a una figura misteriosa di donna che si mette nei guai per la sete di ricerca di verità a cui proprio non riesce a sottrarsi.
Anche la Laura sopraggiunta nella cittadina apparentemente quieta e sonnecchiante di Trenque Lauquen, è scomparsa, pochi mesi dopo esser giunta per partecipare alla raccolta di ortaggi tra i campi della pampa argentina in qualità di operaia.
Sulle sue tracce si mettono due uomini: il fidanzato, e l’uomo fidato che la ama non meno del primo.
I due si mettono alla ricerca di indizi, senza poter percorrere alcuna traccia, ma senza nemmeno ostacolarsi per il ruolo un po’ da rivali che li caratterizza.
Alla fine, riuscendo a trovare qualche misterioso e intrigante indizio tra le pagine di un libro custodito nella libreria cittadina, oggetto di letture frequenti da parte della scomparsa, e intitolato “Autobiografia di una donna sessualmente emancipata”, scritto da una misteriosa insegnante chiamata Carmen Zuena, di cui nessuno ricorda i tratti fisici, ma che si ritrova in ogni foto del plesso scolastico di qualche decennio precedente, i due scoprono che la scomparsa della donna potrebbe essere motivata dalla ricerca di indizi più precisi sulla identità di questa misteriosa e fantomatica scrittrice.
La vicenda si snoda in un complesso di storie secondarie, per ritrovare, nella seconda parte della titanica opera lunga oltre quattro ore, la nuova Laura come un essere nuovo, rinato dalle acque un po’ limacciose, ma mai putrefatte, dei corsi fluviali che percorrono quel territorio verdeggiante pieno di fascino, e di mistero.

Trenque Lauquen – la recensione

In un film in cui predominano le donne chiamate Laura, che contraddistingue la protagonista del film, la sua interprete (Laura Paredes, anche co-autrice della sceneggiatura assieme alla omonima regista) e la regista Laura Citarella, la suddivisione in due parti del lungo film, girato e montato in formati differenti in ciascuna delle due metà, è motivata innanzi tutto, per stessa ammissione della sua regista, dalla necessità di presentare la protagonista secondo due angolazioni ben differenti.
Ecco allora che lungo la prima parte, Laura è descritta e delineata per come la vedono gli altri, specie nella figura dei due uomini che la cercano con affanno, e dei testimoni chiamati a riferire su di lei.
La seconda parte, invece, presenta una Laura nuova, misteriosa, diversa da quella descritta dagli amici ed amanti: una Laura vista da parte di se stessa, quindi secondo una visione più intima, inedita, ben differente alla pubblica esteriorità.
La vicenda è raccontata secondo una tecnica narrativa a scatole cinesi che ricorda anche la forma ad incastro di Italo Calvino nel suo prodigioso ed incalzante Se un giorno d’inverno un viaggiatore.
Una formula intrigante e complessa che fa parte di diritto del movimento culturale al quale hanno aderito, oltre alla Citarella, registi argentini del calibro di Mariano Llinas (l’autore del non meno intricato e travolgente film-fiume “La flor”, peraltro marito dell’attrice Laura Paredes). El Pampero Cine è il suo nome, ed in esso si sono riuniti autori indipendenti desiderosi di utilizzare la via narrativa cinematografica per sperimentare e innovare le tecniche di racconto.
Il risultato è un film straordinario, opera complessa e sfaccettata che rapisce e lascia contemporaneamente felicemente interdetti per tutto quanto si riesce a costruire, anche a livello emotivo, lasciando tuttavia che il mistero di fondo non riesca mai veramente ad appianarsi.
Un progetto che intende far parte di una saga che la regista Citarella ha iniziato nel 2011 con il suo primo lungometraggio intitolato Ostende, e che continuerà con i progetti che la cineasta ha già in mente di sviluppare.
Probabilmente, quindi, i misteri legati alla figura di Laura non sono affatto terminati con Trenque Lauquen.

 

Trenque Lauquen

  • Anno: 2022
  • Durata: 260
  • Distribuzione: El Pampero Cine
  • Genere: Giallo
  • Nazionalita: Argentina/Germania
  • Regia: Laura Citarella