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In Sala

‘Saint Omer’ un lento processo all’esordio di Alice Diop

Una donna è accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi. Tra coloro che assistono al processo anche una scrittrice che cercherà spunti per un romanzo. Arriva in sala il film Leone d'Argento al Festival di Venezia

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Dopo il Leone d’Argento a Venezia, arriva nei nostri cinema Saint Omer di Alice Diop.

Il film è distribuito da Medusa.

Un processo e una riflessione sull’essere madre. Spunto interessante che, però, va a perdersi nel lento e lungo scorrere della visione.

Saint Omer: la storia

Rama è una giovane scrittrice che decide di assistere al processo di Laurence Coly, una donna accusata di aver ucciso la propria figlia di 15 mesi, abbandonandola sulla riva del mare. Ascoltando attentamente ogni momento del processo Rama comincia a interrogarsi e a mettere insieme tutta una serie di tasselli fondamentali.

saint omer

La vera protagonista

Alla base di Saint Omer c’è indubbiamente il processo che vede coinvolta Laurence. Per questo motivo la regista pone l’attenzione quasi esclusivamente su di lei tanto da farla risultare praticamente la protagonista del film. Pur essendo Rama la reale figura al centro del film, alla fine viene quasi relegata a un ruolo marginale in favore di uno spazio decisamente più grande per la donna accusata di omicidio. L’attenzione, non solo del pubblico e di tutta la corte, ma anche della stessa macchina da presa è catalizzata esclusivamente su Laurence. Lunghe e statiche inquadrature la ritraggono in piedi sia mentre racconta la sua versione dei fatti, sia mentre gli altri la interrogano o fanno supposizioni su di lei. Se da una parte pongono l’attenzione sul dialogo e sulle parole, vero punto focale della storia, dall’altra parte distraggono lo spettatore che si ritrova davanti alla stessa immagine immobile per troppo tempo.

La scelta dei colori in Saint Omer

Sono tanti gli aspetti tecnici sui quali vuole farci riflettere una regista che, seppur agli esordi, sembra avere molto da dire.

Innanzitutto sceglie di concentrarsi su una minoranza: la protagonista, o meglio le protagoniste sono donne e donne di colore. E già questi due elementi sono sufficienti per capire determinati momenti della storia, accentuati da aspetti più tecnici inseriti volutamente da Alice Diop. Non è, infatti, un caso che Rama sia l’unica donna di colore all’interno dell’aula di tribunale. Tutte le inquadrature che la ritraggono sembrano rimarcare questo fatto in maniera evidente. La donna si ritrova come isolata all’interno della stanza. E i colori e il silenzio non fanno che alimentare e aumentare tutto questo.

Allo stesso modo, per tutta la durata del film e quindi di tutte le fasi del processo, Laurence indossa sempre e soltanto maglie, camicie o giacche marroni che ben si fondono con lei e con lo sfondo come a formare una figura unica, quasi dimenticabile. Con una delle accuse più gravi al mondo che pende sulla sua testa la donna diventa quasi insignificante agli occhi dei presenti e deve sembrare altrettanto anche per lo spettatore. È e deve essere etichettata come mostro. E come tale diventa parte della tappezzeria, dello sfondo.

Due vite parallele

A intrecciarsi sono le vite delle due donne. Ma è un intreccio indiretto. L’una è riflesso dell’altra. Rama partecipa al processo per capire e prendere spunto per il suo nuovo romanzo. Laurence prova a capire le motivazioni che l’hanno portata a questo gesto estremo. Seppur così lontane e diverse le due sono in realtà unite in qualche modo. E con una (fin troppo) lenta argomentazione Saint Omer ci porta proprio a comprendere questo.

Una narrazione che si concentra molto sul dialogo, sulla parola e sulla sua importanza, quasi tralasciando tutto il resto. L’attenzione catalizzata dalle scelte tecniche, talvolta quasi estreme, della regista non aiuta purtroppo gli ingranaggi del film.

Il film sarà distribuito in Italia da Minerva Pictures.

Saint Omer la data di uscita del film che rappresenterà la Francia agli Oscar

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Saint Omer

  • Anno: 2022
  • Durata: 123'
  • Distribuzione: Minerva Pictures
  • Regia: Francia