Sempre più in espansione, Midnight Factory, collana di Koch Media dedicata all’horror, aggiunge al proprio catalogo Outback e Viaggio nell’incubo – Coming home in the dark. Trattasi di due titoli provenienti dall’Oceania e che, in limited edition blu-ray, sono entrambi disponibili nello store FanFactory. Con il trailer italiano quale contenuto extra e un booklet incluso nella confezione.
Outback (2019)

Si comincia con una giovane coppia di americani in crisi che, nella speranza di dare nuova linfa alla relazione, si concedono una vacanza in Australia. In un certo senso, un po’ come i due sposi del Long weekend diretto nel 1978 Colin Eggleston, non a caso anch’esso di produzione australiana. E risulta di poco dissimile anche ciò che accade in seguito. In quanto nella pellicola che ha anche avuto un remake nel 2008 si sfociava nella ribellione da parte della fauna locale. In Outbreak, sebbene non si giunga alla medesima situazione, non lontani sono gli echi del filone eco-vengeance, riguardante, appunto, gli animali che attaccano l’uomo.
Perché non mancano meduse, serpenti velenosi e scorpioni nell’odissea – ispirata ad un fatto realmente accaduto nel 2015 – che si trovano costretti ad affrontare i due protagonisti.
Dopo che il gps smette di funzionare e che decidono di abbandonare l’automobile per proseguire a piedi il loro percorso nelle terre desertiche. Un percorso che, con poca acqua a disposizione, finisce per trascinarli progressivamente nella disperazione. Man mano che il regista Mike Green – qui al suo primo lungometraggio seguìto a diversi short – sfrutta la desolazione delle aride scenografie naturali. Ottenendo un survivor movie tranquillamente riassumibile in qualità di sorta di risposta su terraferma al noto thriller acquatico Open water di Chris Kentis. Un survivor movie che avanza lentamente, coinvolgendo in maniera efficace lo spettatore in una visione mai volta all’esagerazione da intrattenimento horror e trasudante realisticamente angoscia. Suggerendo, oltretutto, che non bisogna mai dare per scontato ciò che ci può accadere.
Viaggio nell’incubo – Coming home in the dark (2021)

Insieme alla giovane moglie e ai due figli adolescenti un padre di famiglia attraversa in auto gli splendidi paesaggi della Nuova Zelanda. Fino al momento in cui, durante un picnic in una remota zona rurale, due pericolosi individui armati li attaccano brutalmente. Quindi, dietro la macchina da presa James Ashcroft – che fu nel cast del grottesco Black sheep – Pecore assassine – concede giusto il tempo di conoscere i protagonisti. In quanto la coppia di balordi li costringe immediatamente a prendere parte ad un sadico e violento viaggio a quattro nelle tenebre. Viaggio che, dopo i primi minuti di visione alla luce del sole, trasforma dunque l’insieme in un thriller on the road dalla cupa ambientazione notturna. Thriller che, dunque, potremmo accostare a titoli come Le strade della paura di Eric Red e The hitcher – La lunga strada della paura di Robert Harmon.
Se non fosse per il fatto che in questo caso non si tarda nell’intuire che ci troviamo tutt’altro che dinanzi al classico match ”buoni contro cattivi”.
Infatti, inizialmente si viene stimolati dalla curiosità di capire cosa vogliano dal nucleo familiare i rapitori in questione. Poi, man mano che emergono ricordi celati e traumi di un passato scomodo e spietato, si gioca al continuo ribaltamento di ruoli. Con la risultante di un campionario di personaggi ambigui al cui interno risulta difficile (se non impossibile) stabilire se ve ne sia almeno uno positivo. E proprio questa si rivela essere la carta vincente di Viaggio nell’incubo – Coming home in the dark. Una carta che gli consente di non apparire mai prevedibile, dal primo fotogramma ai titoli di coda. Mentre il tutto, riecheggiante nell’idea di base Sleepers di Barry Levinson, si costruisce alternando silenzi a parentesi di cieca violenza. Inscenata, comunque, sempre evitando di mostrare troppo.