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Netflix Film

‘Gli alberi della pace’ la guerra attraverso gli occhi delle donne

Una tragedia tratta da una storia vera, con un finale luminoso, colmo di speranza

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Gli alberi della pace

Gli alberi della pace, il film diretto da Alanna Brown e interpretato da Eliane Umuhire, Charmaine Bingwa, Ella Cannon, Bola Koleosho, Tongayi Chirisa, è disponibile su Netflix.

Una tragedia tratta da una storia vera, con un finale luminoso, colmo di speranza.

Gli alberi della pace è un film tutto al femminile. Alanna Brown scrive e dirige un lungometraggio senza orpelli per raccontare, con intelligenza e candore, il dramma di quattro donne che ritrovano sé stesse nella tragedia di una guerra.

La trama

Ruanda, 1994. Durante il genocidio Hutu e Tutsi, quattro donne di diversa provenienza si ritrovano intrappolate in uno scantinato dove cercheranno riparo dall’incontrollata violenza che sta devastando il Paese.

Locandina di Gli alberi della pace: 558292 - Movieplayer.it

Il genocidio in Ruanda

Il film inizia con alcune immagini di repertorio che ci riportano alla mente uno dei genocidi più crudeli del XX secolo. Siamo nel cuore dell’Africa, in Ruanda, dove scoppia un feroce conflitto etnico tra Hutu e Tutsi: in soli cento giorni, un milione di vittime.

La macchina da presa ci mostra poi l’interno di una casa e le fotografie di una giovane coppia felice mentre una voce, proveniente dalla radio, comunica l’uccisione del presidente del Paese. Da qui in poi la vita di Annick, incinta di suo marito Francois, viene travolta dall’assurdità della guerra. Rinchiusa nello scantinato di casa sua, insieme ad altre tre donne, cerca di salvare la propria vita e del figlio che porta in grembo.

Gli alberi della pace è un film di guerra, ma la guerra non viene mostrata quasi mai direttamente; lo spettatore la vede attraverso gli occhi e le paure delle quattro protagoniste. Donne diversissime tra loro, ognuna con la propria storia e il proprio dolore. Annicke, Jeanette, Akimana e Peyton non si conoscono affatto, ma, nonostante le difficoltà e alcuni momenti di astio, si fanno forza a vicenda diventando vere sorelle.

Le donne

È proprio la solidarietà femminile uno dei temi portanti del film. Furono, appunto, le donne a pagare il prezzo più alto di un conflitto tra due etnie vissute in pace per secoli fino a quel momento: molte di loro furono anche stuprate, prima di essere trucidate senza pietà.

Oggi, a distanza di quasi trent’anni, le donne sono invece le protagoniste della vita sociale e politica del Ruanda. Certo, continuano ad esistere le discriminazioni di genere, ma il Paese, almeno sulla carta, ha la più alta percentuale di donne in parlamento ed è sesto in classifica tra gli Stati che hanno ridotto il divario di genere.

Come indicano le didascalie, che scorrono sulle ultime immagini del film, le donne sopravvissute hanno guidato un movimento politico di Guarigione e Perdono. Grazie al loro impegno i responsabili dei crimini di guerra sono stati consegnati alla giustizia e il Paese ha ritrovato riconciliazione.

Alberi della pace (2021) - recensione, opinione sul film [Netflix]. Il male non smette mai di spaventare - Gamingdeputy Italy

Lo spiraglio sul mondo esterno

Gli alberi della pace ci mostra le sue protagoniste costrette a vivere in uno spazio stretto e buio dove, da una piccola finestrella, entra appena qualche raggio di luce. Da questo spiraglio sul mondo esterno si vede e si sente la guerra che minaccia la loro esistenza.

Le donne assistono allo stupro e all’uccisione di un’altra donna meno fortunata di loro e la visione di questa crudeltà risveglia  in loro il ricordo dei trascorsi tragici. Un fardello che ognuna nasconde a sé stessa, ma che con dolore emerge in ogni istante.

È la condivisione del dolore a unirle. L’uccisione del proprio fratello, uno stupro subito, il dolore vissuto per un padre violento e lo strazio delle gravidanze interrotte sono i motivi scatenanti della rabbia delle quattro donne. Ma il loro sapersi raccontare, confidando le sofferenze, le rende unite e coraggiose nell’affrontare la fame, la sete e il dramma della guerra.

Il conflitto tra le due diverse etnie del paese è una presenza inquietante che incombe sull’intero lungometraggio. Senza necessità di rappresentare direttamente la guerra (lo spettatore non assiste allo scontro militare delle forze contrapposte) le sue conseguenze emergono attraverso il racconto delle quattro protagoniste. Il conflitto acquisisce così una concretezza palpabile, tattile e reale, che travolge ogni aspetto della società.

La connotazione tragica

Annicke, Jeanette, Akimana e Peyton sono personaggi realistici, con  una propria identità. Ognuna rappresenta una diversa condizione, una diversa classe sociale, travolta dal conflitto. Le quattro protagoniste de Gli alberi della pace sono portatrici di caratteri globali  e al contempo intimi del paese e ciò le rende particolarmente evocative.

Esse assumono una connotazione tragica che ricorda alcuni personaggi femminili del teatro classico greco. Ciò emerge anche attraverso l’angusto spazio dove sono costrette ad agire. Lo scantinato è il luogo che consente loro di salvarsi da una morte certa, ma diventa anche il campo in cui proiettare incubi e sogni. Come le lettere che Akimana scrive a suo figlio, unico motivo per lottare e continuare a vivere.

Tu sarai la mia gioia più grande. Ti scrivo così conoscerai la verità che non sempre può essere svelata”.

Da  luogo freddo e squallido lo scantinato così diventa colorato e quasi accogliente.

Realizzare un film in uno spazio ristretto è sempre stata una sfida ardua per ogni regista e Alanna Brown supera abilmente la prova. La macchina da presa traccia un flusso continuo e dinamico e non cade mai nella staticità.

La regista de Gli alberi della pace si sofferma sui volti delle quattro donne alla ricerca del dolore, ma lo fa con prudenza, senza forzare la mano. La Brown utilizza qualche espediente cinematografico (come quando velocizza le immagini) ma lo inserisce  nel tessuto filmico in modo del tutto naturale. L’alternanza tra immagini realistiche con altre di natura onirica dà poi al film un carattere ancora più dinamico, conferendo profondità alla psicologia dei personaggi.

La scelta di non inquadrare mai il volto di Francois, l’unico personaggio maschile, diventa una soluzione non solo stilistica, ma anche simbolica e  politica.

Gli alberi della pace si pone dunque come un inno alla Resistenza delle donne contro l’assurdità della guerra. La loro lotta è uno strumento fondamentale per conquistare la luce e la pace, attraverso il nuovo seme della vita.

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Gli alberi della pace

  • Anno: 2022
  • Durata: 97 minuti
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Usa
  • Regia: Alanna Brown
  • Data di uscita: 10-June-2022