E’ stato presentato il 20 maggio al 77° Festival di Cannes film in concorso diretto da Limonov– The Ballad di Kirill Serebrennikov regista dissidente russo già autore nel 2022 di La moglie di Tchaikovsky. L’opera è ispirata all’’omonimo romanzo di Emmanuel Carrère, il lungometraggio racconta la vita di Eduard Limonov, personaggio iconico russo nella sua vita avventurosa.
Limonov-The Ballad presentato in anteprima mondiale, in Concorso, al 77° Festival di Cannes, ha come protagonisti Ben Whishaw nei panni di Limonov e Viktoria Miroshnichenko in quelli di sua moglie Elena.
Eduard Limonov: un intellettuale dissidente tra luci e ombre
Limonov nato nel 1963 è stato un nemico giurato di Putin, ed è stato tra i fondatori del partito d’opposizione L’Altra Russia, erede del NBP (National Bolshevik Party). Nei suoi anni giovanili, ha vissuto a New York e ha frequentato l’ambiente punk e i gruppi trotskisti e filo-cubani, vivendo tra i senzatetto. Trasferitosi a Parigi dopo anni segnati dallo status di apolide iniziato nel 1974, acquisisce nel 1987 la cittadinanza francese, che gli sarà revocata in seguito.
Eduard Limonov torna in Russia nel 1991 in occasione della caduta dell’URSS, dove fonda la rivista Limonka e il suo partito di opposizione. NBP, che diventerà nel 2000 L’Altra Russia. Arrestato più volte, l’ultima nel 2009, è morto nel 2020 all’età di 77 anni. Il suo libro più famoso è stato It’s me Eddie sugli anni passati a New York da apolide. La sua è stata una vita all’insegna dell’attività politica, ma anche del libertinaggio.
Limonov-The Ballad è diretto e scritto da Pawel Pawlikowski, Ben Hopkins e Kirill Serebrennikov. Si tratta di una produzione Fremantle del gruppo Wildside con la partecipazione di CANAL+ CINÉ+, FRANCE TELEVISIONS e di una collaborazione tra SKY e HYPE STUDIOS.
Il film, accolto alla Croisette da un lungo applauso, ha avuto una lavorazione difficile a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.
Così, il regista Kirill Serebrennikov ha raccontato il suo Limonov e la genesi del film a Denise Negri giornalista di Sky TG24:
“Abbiamo iniziato questo lungo viaggio raccontando in maniera punk e ribelle, raccontando un personaggio estremo e bizzarro, ma sicuramente affascinante; poi abbiamo finito il film durante lo scoppio della guerra in Ucraina e praticamente tutte le sue profezie si sono avverate”.