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In Sala

“Cile – Il mio paese immaginario”: finalmente in sala il documentario di Patricio Guzman

La nuova fatica del grande documentarista cileno, in sala da pochi giorni, alterna, con studiata ed efficace cadenza narrativa, svariate testimonianze di donne impegnate sul campo ognuna a collaborare per la salvaguardia di diritti sacrosanti ancora negati o piegati da un potere politico corrotto e deviato

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mi pais imaginario

Con Cile – Il mio paese originario (in originale Mi pais imaginario), originariamente presentato al Festival di Cannes 75 nella sezione Séances Spéciales e dall’11 settembre finalmente nelle nostre sale, torna l’eccellente e sensibile documentarista cileno Patricio Guzman, per raccontarci la genesi di una seconda rivoluzione che, a circa cinquant’anni dai moti popolari che contraddistinsero la lotta contro il regime dittatoriale di Pinochet, ha recentemente animato la popolazione del Cile.

Distribuisce I Wonder Pictures e Zalab.

Mi pais imaginario: le pietre della cordigliera

Santiago del Cile ha strade in larga parte lastricate con un caratteristico pavé proveniente dalla pietra granitica con cui è composta la Cordigliera che circonda la capitale.

Queste pietre, divelte per l’occasione a partire dall’ottobre 2019, sono state le uniche armi che i manifestanti hanno potuto usare contro una forza militare che ha opposto alle loro rimostranze, ostentando armi micidiali spiegate, gas lacrimogeni, getti d’acqua stordenti e manganelli inferti anche su donne e passanti inermi. Uomini colpevoli di appoggiare un movimento popolare impegnato a rivendicare una democrazia più consona ad un paese nuovamente in subbuglio.

Una nazione uscita solo un cinquantennio prima dalla sanguinosa dittatura di Pinochet, il cui popolo si è mosso ed è sceso in strada per rivendicare il diritto ad una nuova Costituzione più consona e liberale ad una vera democrazia.

Mi pais imaginario: la protesta è donna

Ecco allora che la voce pacata che manifesta il pensiero lucido e coerente del grande documentarista Guzman, stavolta, più che in precedenza, lascia spazio a testimonianze di chi questa nuova rivoluzione l’ha vissuta, combattuta, sofferta, privilegiando in modo plateale la voce ed il pensiero delle donne.

Ne deriva una testimonianza ancora calda e coinvolgente, che punta la sua attenzione sullo sforzo attivo e militante di un’ organizzazione spontanea che ha significato molto per la riuscita di questa nuova lotta per una nuova costituzione, per una nuova e più equa riforma sanitaria e scolastica.

Tutti punti focali di una rivolta che, forse anche a causa dell’ imminente pandemia mondiale che solo pochi mesi dopo (ad inizio 2020) ha affossato ogni altra notizia anche grave con la sua drammatica ed incontenibile portata globale, non ha destato quello scalpore e quel comprensibile sentimento di solidarietà che invece le immagini del documentario ci invoglierebbero a pensare esser maturati in tutto il resto del mondo civilizzato e libero.

mi pais imaginario

Il cinema di Guzman tra memoria e nostalgia

Come sempre la capacità del regista di capolavori come La memoria dell’acqua (2015) e Nostalgia della luce (2010) di centrare il cuore delle argomentazioni che lo animano è esemplare, così come coinvolgente risulta il racconto che il cineasta riesce a comporre, alternando immagini di repertorio ad altre girate durante la rivolta stessa.

A ciò il regista alterna, con studiata ed efficace cadenza narrativa, svariate testimonianze di donne impegnate sul campo a collaborare per la salvaguardia di diritti sacrosanti quanto negati e piegati da un potere politico corrotto e deviato, non molto dissimile a quello della dittatura di cinquant’anni orsono.

Donne dal volto coperto non tanto per garantire una forma di anonimato, quanto per proteggersi dai gas e dalle bastonate inflitte dai militari, pronti a tutto pur di mettere fine alla rivolta.

Volti occultati da cui, tuttavia, emergono spesso fieri e belli gli occhi di queste eroine anonime chi si battono con onesta  determinazione per la salvaguardia di diritti in alcuni luoghi, per fortuna, considerati da decenni come inalienabili, mentre in altri miraggi per cui vale la pena di combattere fino alla fine.

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"Cile - Il mio paese immaginario

  • Anno: 2022
  • Durata: 83
  • Distribuzione: Zalab/I Wonder
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Cile
  • Regia: Patricio Guzman