Tutti parlano di Blocco 181 come la serie con Salmo. E va benissimo, considerando i ruoli da lui rivestiti nel progetto – supervisore e produttore musicale, produttore creativo e attore – il personaggio interpretato (Snake) e la bravura esibita nel farlo. Ma Blocco 181 non è soltanto la serie con Salmo. È molto altro, e lo si capisce da subito.
Non si può toccare nessuno del blocco.
La prima in-house Sky Studios italiana, prodotta con TapelessFilm e Red Joint Film, è disponibile dal 20 maggio su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Otto episodi strabordanti di sensualità, violenza, carattere, euforia. Con un cast di volti poco noti, ma particolarmente ammalianti.
Blocco 181 | La trama della serie con Salmo
Un conto alla rovescia, una scarica di calci. Chiuso a proteggersi il più possibile, un giovane sta affrontando il suo rito di iniziazione. Il nome scelto per lui è Pulga (Sergio Palau). Così, entra a far parte dei Misa, più di un semplice clan. Una vera e propria famiglia “di sangue”. Da cui non è possibile uscire, se non con un atto estremo.
Ora noi saremo la tua nuova famiglia.
Siamo in una Milano di periferia, dove si vive in “blocchi”, conglomerati urbani caratterizzati da palazzoni squadrati, cortili anonimi e corridoi labirintici. Mahdi (Andrea Dodero) lavora con e per lo zio, Rizzo (Alessio Praticò), che lo ha cresciuto, sebbene non lo consideri esattamente un figlio. Ludo (Alessandro Piavani) è il suo più caro amico, o forse l’unico, con il quale trascorre gran parte delle giornate e condivide momenti di intimità.
Il giorno in cui irrompe nelle loro esistenze Bea (Laura Osma), selvaggia e indomita, tutto cambia. Gli equilibri precedenti si sfaldano, trovando nuove forme e modalità per esprimersi. Quello che inizialmente sembra un gioco, diventa una vocazione. Non senza rischi da correre.
Uno spaccato di vita senza pietà ma pieno di sentimenti
Blocco 181 presenta uno spaccato di vita attuale, realistico, di grande impatto. Visivo e narrativo. Cavalcando l’onda di successi quali Gomorra, La casa di carta, Sky Rojo, Suburra, dei quali sfrutta prepotentemente la lezione, la nuova serie Sky Original è, senza troppi giri di parole, una bomba. Prima di esplodere, la storia compone il puzzle, che le servirà come base su cui modellare ogni situazione.
Finalmente ho la possibilità di scegliere, e scelgo voi due.
La famiglia ne è, in qualche modo, sempre al centro. Le dinamiche interne risentono del contesto circostante: se un membro viene attaccato, gli altri intervengono a difenderlo. Gli affari si mischiano con le questioni personali, confondendo i limiti accettabili e spingendo verso l’eccesso. È il sangue a dettare legge. Quello che scorre nelle vene e sulle strade, che sale al cervello e macchia le mani.
Mahdi, Ludo e Bea non hanno legami di sangue, ma ne stabiliscono uno ancor più forte. Da un certo momento in poi, il trio di protagonisti cresce, agisce, sente, all’unisono. La sperimentazione, parte integrante della crescita, caratterizza qualsiasi aspetto della loro relazione, ma anche delle loro azioni. Per la prima volta soli, in un mondo pieno di insidie e senza alcuna pietà, i tre proveranno sulla loro stessa pelle le conseguenze di scelte azzardate e poco meditate, ma avvertite quali necessarie. Il pericolo si fa compagno inseparabile.
Importante è come si vive, non come si muore.
Quando l’unione fa la forza
A ciò si aggiungono altri pesi, che gravano sulle spalle di chi, come Mahdi, Ludo e Bea, cerca il proprio posto da occupare, un’identità di cui andare fieri, l’emancipazione, l’affetto incondizionato. E, perché no, uno scampolo di felicità. L’unione, però, rende forti, intrepidi e incoscienti, allontanando, almeno per un po’, solitudine, delusioni e sofferenze.
Tra tenerezza e sensualità, violenza e ferocia, Blocco 181 si rivela un grandissimo prodotto italiano. Tenendo a mente un target giovanile, riesce a coinvolgere, emozionare e intrattenere, piuttosto indistintamente, grazie all’ottimo lavoro di collaborazione tra i reparti.
Un plauso quindi alla sceneggiatura di Francesca De Lisi, Dario Bonamin, Andrea Nobile, Paolo Vari, Stefano Voltaggio, Giuseppe Capotondi e Matteo Bonifazio – questi ultimi anche tra i registi, oltre a Ciro Visco. Così come alla fotografia di Guido Michelotti e Marc Gomez Del Moral, ai costumi di Sara Costantini e al montaggio di Guido Notari, Francesco Di Sefano ed Eleonora Cao. Ineccepibile e potente la colonna sonora, a cura, appunto, di Salmo. Da antologia la sigla di apertura, con riferimenti alla cultura pop e alla società moderna.
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.