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‘Koza nostra’, la governante ucraina sistema la famigghia

Mafia-comedy italo-ucraina che sbeffeggia a colpi di battute i classici rituali della mafia

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Koza nostra

In tempi in cui l’Ucraina è teatro di una sanguinosa guerra, con bombardamenti vigliacchi e migliaia di morti, Koza nostra (2022) di Giovanni Dota ci ricorda come dovesse essere il Paese prima dell’invasione. La pellicola non ha, comunque, nessuna connessione con quanto sta accadendo, poiché girata nell’autunno 2020 e, soprattutto, perché è una commedia d’ambientazione italiana, anzi siciliana.

L’Ucraina appare soltanto nell’incipit, con le famose isbe immerse nel verde della campagna e gioviali paesani che festeggiano; e con un cantante ucraino che esegue in un maccheronico italiano uno degli evergreen della canzone italiana all’estero: Fatti mandare dalla mamma di Gianni Morandi.

Koza nostra è una mafia-comedy che più che colpi di pistola spara a raffica colpi di scena, mettendo alla berlina la mafia nostrana. Una commedia pulita, per auto-citare una delle battute del film, rapida, senza tante pesantezza, ma non davvero irriverente. Il vero punto di forza è nel trio dei giovani attori, simpatici nei ruoli dei giovani figli.

Koza nostra

Koza nostra, la trama

L’ucraina Vlada Koza (Irma Vitovskaya), parte alla volta della Sicilia per dedicarsi a tempo pieno al nipotino, senza dire nulla alla figlia (Yuliia Sobol). Giunta nella casa, si mostra subito opprimente, e pertanto la figlia la caccia via. Mentre cammina per strada, viene investita dall’auto del mafioso Don Fredo Laganà (Giovanni Calcagno).

Rimasta svenuta, Don Fredo la porta in casa, per capire come agire, ma non è aiutato dai figli (Giuditta Vasile, Lorenzo Scalzo e Gabriele Cicirello), che gli danno consigli strambi. Riavutasi dall’incidente, Vlada, con il suo solito modo risoluto e persistente, senza comprendere in che tipo di casa sia finita, si propone come governante, per rimettere in ordine la casa… e la famiglia. Uno scompiglio che andrà molto oltre.

Koza nostra

La Sicilia e la mafia

In Johnny Stecchino (1991) di e con Roberto Benigni, in una delle più divertenti scene, lo zio Avvocato (Paolo Bonacelli) elenca all’ingenuo Dante (Roberto Benigni), appena giunto a Palermo, le famose “piaghe” che infestano Palermo, e danno internazionalmente cattiva fama alla città: l’Etna, la siccità… il traffico!

La mafia, per ovvi motivi, non è citata dallo zio, e Dante crede a tutto quello che gli viene detto. In Koza nostra, nell’incipit ucraino, le vicine di Vlada sono invidiose che lei possa andare a vivere in Italia (Roma), ma quando Vlada specifica che andrà a stabilirsi in Sicilia, le due vicine inorridite lapidariamente affermano: Mafia!

Scritto da Giovanni Dota assieme a Giulia Magda Martinez, ambedue esordienti nel lungometraggio, ma che avevano già collaborato nei precedenti tre cortometraggi di Dota, Koza nostra fa inizialmente leva sulla comicità degli equivoci.

Koza, che in ucraino significa capra, è, in un certo qual modo, ingenua come Dante, che crede a quanto gli viene detto dalla famiglia Laganà sulle mansioni svolte: una ditta di pulizie gestita a livello familiare. Spiegazione molto credibile, essendo la mafia prodiga in specifiche pulizie.

Koza nostra

La tata ucraina pulisce la mafia

L’ingresso della ciarliera e tenace governante Vlada nella famigghia, che ha i suoi codici e deve rispettare i protocolli, fa pensare a quanto accadeva nel telefilm La tata (The Nanny, 1993-1999). Qui, la loquace Francesca Cacace (Fran Drescher) di origini ciociare (in originale di ceppo ebraico), portava scompiglio nel rispettoso nucleo degli Sheffield, tirando fuori, puntata dopo puntata, le vere personalità e i desideri dei personaggi.

Da questo punto le differenze sono poco, e non ci si stupirebbe se Koza nostra fosse un pilot per una futura serie televisiva. Il doppio finale, che propone gli ultimi due colpi di scena, tra cui una riuscita variante parodistica della conclusione de Il padrino (The Godfather, 1971),  è aperto a questa opzione. La breve durata degli episodi, poi, gioverebbe al ritmo comico di molti divertenti colpi di scena esplosi.

In sintesi, Koza nostra certamente raggiunge l’obiettivo di far ridere, ma resta quasi sempre in superficie. È, per tentare un paragone con le molte mafia-comedy italiane, alla medesima altezza di Quel bravo ragazzo (2016) di Enrico Lando. Anche qui, al pari di Koza nostra, un’altra figura bonacciona (Herbert Ballerina) entra nella famigghia, scardinando le convenzioni mafiose.

 

 

 

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Koza nostra

  • Anno: 2022
  • Durata: 103
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanni Dota
  • Data di uscita: 19-May-2022