fbpx
Connect with us

Bifest

‘Hill of vision’ piccole grandi visioni di un sopravvissuto

BIFEST DAY ONE Esordio italo-americano di Faenza all'apertura del Bifest con il premio Nobel della medicina, il genetista Mario Capecchi che parla di resilienza, empatia e fedeltà

Pubblicato

il

hill of vision

Hill of Vision di Roberto Faenza presentato al Bifest 2022

Quasi come fosse l’immagine di un piccolo eroe uscito da un film di Rossellini, vagabondo di guerra, pronto a sofferenze, perdite, abbandoni, arrivando poi a essere allievo di James Watson e finalmente approdato al Nobel per la medicina nel 2007, Mario Capecchi, l’italiano trapiantato in America che ha scoperto come silenziare i geni, incontra il pubblico del Bifest.

Il film di Roberto Faenza: Hill of Vision al 13 Bif&st

Nella magnifica e accogliente cornice del Petruzzelli di Bari e tra il calore del pubblico non solo pugliese, Mario Capecchi viene accolto sul palco per la presentazione in anteprima del film di Roberto Faenza: Hill of Vision, sulla sua rocambolesca infanzia. Oltre a Roberto Faenza, Mario Capecchi con la sua storia commovente, sul palco, l’attore protagonista Francesco Montanari, Paolo del Brocco Ad di Rai Cinema, anche la produttrice Elda Ferri

La parola al regista: l’incontro, come è nata l’idea

L’idea nasce dalla produttrice che aveva letto un articolo su Capecchi, genetista e premio Nobel, che raccontava l’antefatto sulla sua infanzia da picaro. Mario – si diceva nell’articolo – visse da solo dai 4 ai 10 anni, per sei anni come un selvaggio, ramingo senza aver mai fatto una pasto caldo. Quindi ci siamo interrogati su come fosse possibile una storia del genere, se fosse vera e lo abbiamo quindi convinto a fare il film.

Faute de soleil, sache mûrir dans la glace

“In mancanza di sole, impara a maturare nel ghiaccio”

Mai frase fu più azzeccata come quella di Henri Michaux per descrivere come la sofferenza possa creare un genio dell’adattamento. Quando la madre, antinazista, fu deportata in un campo di concentramento tedesco, si ritrovò a vivere da solo per strada, tra gruppi di bambini sbandati. Macilento e malnutrito, dopo tre anni fu ritrovato in un ospedale dalla madre, sopravvissuta, che partì con lui per l’America, aprendogli una vita di nuove possibilità.

Un’occasione unica per il pubblico del festival per ripercorrere  e conoscere la sua vita straordinaria, culminata nelle sue importanti scoperte scientifiche attraverso il film e anche con il susseguente incontro a tu per tu.

Per approfondire su Faenza

La locandina

Hill of vision parla di realizzazione, di obiettivi, della saggezza di voler continuare e prosperare, esortando alla propria capacità di continuare nella formazione, di fare una scuola.
“Io ero partito dal nulla, non sono andato a scuola da piccolo e ho poi ottenuto dei traguardi. Spero che possa insegnare agli altri ad avere fiducia in se stessi, che tutto si può recuperare. Alla fine sono le persone a cui stai vicino che ti creano la vita.
E’ anche una storia sulle persone. Spesso siamo noi stessi i primi nostri nemici e questo film può essere di ispirazione.
Prima di andare negli USA non avevo alcuna educazione, non ero mai stato a scuola, non avevo studiato niente. Poi ho capito quanto importante fosse studiare.  Non si smette mai di imparare e le cose che ho imparato nella strada, mi sono poi servite nella scienza. Noi tutti facciamo continuamente esperienze che poi introiettiamo
Innanzitutto ho imparato ad osservare. I nostri occhi sono sorprendenti e li dobbiamo allenare a vedere. Come succede poi nella scienza dove impari a osservare
Poi ho imparato a contare su me stesso. Gli altri non ti daranno niente. Devi essere tu sicuro di te e procurarti ciò che ti serve, fidandoti delle tue conoscenze, della tua capacità personali”.
Mi aspettavo di vedere strade lastricate d’oro in America ma ho trovato molto di più: opportunità. Le persone che hai intorno sono quelli che poi emulerai. In USA ho trovato una comunità, un gruppo su cui contare e confrontarmi per scoprire e crescere.
                                                                                                                                                       Mario Capecchi

 

Hill of vision: la sinossi

Mario Capecchi, futuro premio Nobel per la medicina, nasce in Italia da madre americana, poetessa e attivista politica, arrestata dai fascisti nel 1941 e successivamente internata in un campo di concentramento tedesco. Con quell’arresto inizia per Mario, all’età di cinque anni, una vita che diventa ben presto selvaggia, violenta e avventurosa. Quando la madre lo ritroverà miracolosamente nel 1947, inizierà per entrambi un percorso di rinascita che porterà Mario, per usare le sue stesse parole, “dagli stracci alla ricerca”.

Info e biglietti

 

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

'Hill of vision'

  • Anno: 2022
  • Durata: 101
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Italia Usa
  • Regia: Roberto Faenza