I Delitti Del Barlume è una serie ispirata ai libri di Marco Malvaldi e interpretata da Filippo Timi, Stefano Fresi, Enrica Guidi, Corrado Guzzanti, Lucia Mascino. Le nove stagioni sono disponibili sull’on demand di Sky.
La trama
stagione 9, episodio 1 (18), Compro Oro: A Pineta, Massimo è deciso a chiedere a Tizi di sposarlo: ma il destino è beffardo, e al Compro Oro dove si reca a comprare l’anello si verifica l’ennesimo omicidio…
stagione 9, episodio 2 (19), A Bocce Ferme: alla lettura di un testamento, le volontà del defunto riaprono le indagini di un omicidio avvenuto quarant’anni prima. intanto, tra Tizi e Beppe l’amicizia si trasforma in altro…
La recensione
Roan Jhonson è ormai entrato in quella che viene comunemente definita comfort zone: ovvero, un posto ideale che da teorico ha anche trasformato in geografico.
I Delitti Del Barlume, dai romanzi Sellerio di Marco Malvaldi, sono impregnati di Toscana: così come Monterossi è denso di Milano e C’Era Una Volta Vigata sono piene di Sicilia. Probabilmente sta in questo il più grande pregio di Jhonson, che ha preso per mano le storie di Malvasi dalla seconda stagione e le ha fatte sue, lasciando l’impronta indelebile di una leggerezza che non rinuncia alla levità anche quando assume contorni più seriosi.
Cosa ancora più evidente nella nona stagione arrivata a gennaio 2022 su Sky e disponibile sull’on demand: due episodi che per alcuni versi mostrano la corda, per altri confermano quanto di buono si è andato a costruire sulle storie.
Era chiaro da un po’ di tempo che il respiro autoriale di Johnson aveva bisogno di un cast corale e quindi di sottrarre il palcoscenico a Filippo Timi, che all’inizio spadroneggiava e gigioneggiava: con il passare del tempo, le storie si son fatte più complesse nella trama gialla e i caratteri si sono (ovviamente e per fortuna) approfonditi, ma è di sicuro merito di Roan se I Delitti Del Barlume hanno saputo ritagliarsi un loro posto nella serialità all’italiana e migliorarsi.
Merito, come si diceva, della coralità dell’azione, tradotta in una pluralità di voci interpretative che hanno affiancato e molto spesso superato Timi, attore e personaggio in debito di ossigeno da un bel po’.
Tanto che, nella settima stagione, si era addirittura eliminato il suo personaggio (complice un’indisposizione dell’attore), mostrando che la serie era ormai capace di camminare da sola e soprattutto che la sua qualità dipendeva dalle storie in primis, ma poi anche dall’intreccio e la sua messa in scena che Johnson lavorava con passione, divertendosi e divertendo.
Certo è che i due episodi del 2022, ovvero Compro Oro e A Bocce Ferme, mostrano che è di nuovo tempo di dare qualche colpo alla botte, rendendo necessario un restyling: il fiato manca e la fascinazione pure. Meno male che sempre più spazio viene concesso a due (relative) new entry, quei Corrado Guzzanti e Michele Di Mauro (rispettivamente, Paolo Pasquali e Gianluigi Maria Tassone) che hanno vivacizzato talmente le storie da passare, lentamente ma inesorabilmente, da veloci macchiette comprimarie a coprotagonisti a pieno titolo di storie collaterali.
Probabilmente dalla drammaturgia di Camilleri (che Jhonson conosce bene, da La Concessione Del Telefono a La Stagione Della Caccia) è stato mutuato il gusto di costruire storie parallele e apparentemente lontane per poi, sul finale, intrecciarle in maniera sorprendente: ma è proprio la sorpresa a mancare nella nona stagione, la freschezza dell’impianto, la frizzantezza dei dialoghi.
Va detto che ne I Delitti Del Barlume sono solo due episodi a fare una stagione: e che per quanto siano in pratica due film (della durata di 90’ abbondanti ciascuno), l’impianto seriale non viene svolto appieno e si troncano i tentativi di ampliare il ritmo della trama orizzontale.
Insomma, non resta che aspettare altri 356 giorni per vedere come si evolve la maturazione di una serie che aveva sorpreso per la sua capacità di reinventarsi continuamente, sperando solo che l’attesa non sia troppo lunga rispetto alla delusione di qualcosa che potrebbe aver esaurito la sua spinta.