‘True Mothers’ la toccante vicenda di due maternità
Già presentato al Festival del Cinema di Roma del 2020, ora anche nelle sale italiane l'ultimo lungometraggio di Naomi Kawase tratto da un romanzo di Mizuki Tsujimura.
Questosorprendente True Mothers (2020) di Naomi Kawase, un intimo racconto di due maternità prodotto da Kino Films e Kazumo e distribuito da Kinoshita Group e Playtime, è ora anche sugli schermi italiani.
Due madri
Satoko è sposata e benestante, madre di un bellissimo bambino in età da asilo: nella sua vita irrompe un giorno il perturbante, annunciato dallo squillo del telefono. Hikari è invece una ragazzina che frequenta la terza media. Le loro storie – narrate anche attraverso una serie di flashback e nelle quali gli uomini sembano avere ruoli di semplici comprimari – finiscono per intrecciarsi.
La regista Naomi Kawase, classe 1969, è già autrice del recente Le ricette della signora Toku (Sweet Bean, 2015), lungometraggio che ha avuto un discreto successo internazionale, nonché di Suzaku (1997, Caméra d’Or al 50° Festival di Cannes) e di Mogari no Mori (lett. “la foresta del lutto”, 2007, Grand Prix Speciale della Giuria al 60° Festival di Cannes).
Con il suo lungometraggio d’esordio Kawase fu la più giovane cineasta (non ancora trentenne, infatti) a vincere l’ambito premio francese per la migliore opera prima.
Ha diretto anche numerosi documentari, tra cui Embracing (1992), sulla sua ricerca del padre che l’aveva abbandonata durante l’infanzia. I genitori di Kawase infatti si separarono, affidando la figlia ai nonni materni.
Il cinema degli affetti intimi di Naomi Kawase
Con i suoi protagonisti sempre alla ricerca di un parente, Kawase ci ha abituati ai drammi a sfondo familiare. La regista giapponese esplora dunque, questa volta, le dolorose vicende che possono celarsi dietro a un’adozione, rielaborando assieme allo sceneggiatore Izumi Takahashi il romanzo Asa ga Kuru (lett. “viene il mattino”, dal quale era peraltro già stata tratta una miniserie TV) della scrittrice Mizuki Tsujimura, pubblicato nel 2015.
Il lungometraggio è diretto con asciuttezza impeccabile e riesce a esprimere gli aspetti emotivi della maternità con sensibilità e grazia tutte femminili, toccando con leggerezza – nei momenti più felici – anche le corde della poesia.
In True Mothers emerge con chiarezza anche il tema della solidarietà femminile, che sembra l’unica possibilità di salvezza per una giovane donna in crisi, circondata da una società anodina e conformista. Nonostante sia evidente il suo sguardo di genere, però, Kawase non si definisce femminista, dal momento che non persegue finalità di cambiamento sociale attraverso le sue opere. Il suo punto di vista sulla questione femminile è invece personale, intimo, domestico. Uno sguardo da outsider.
In qualche modo, essere una donna mi ha reso più facile osservare con precisione il mio ambiente sociale. […] Avere un punto di vista periferico o non fare parte del mainstream può potenziare la creatività. Nel mio caso, io mi ispiro a partire da spunti che trovo nella mia interiorità. Credo che al fondo del personale vi sia qualcosa di profondamente universale.
La giovanissima Aju Makita, interprete di Hiraki, ha vinto l’Asian Film Award 2021 come miglior attrice non protagonista. Ma va menzionata anche Hiromi Nagasaku, un’intensa e credibile Satoko.