Torna in concorso alla XX edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival, il regista polacco Grzegorz Jaroszuk, già vincitore del Riff Awards nel 2015 con Kebab & Horoscope (Miglior Lungometraggio Internazionale ex equo con Fair Play di Andrea Sedlackova), con Dear Ones (Bliscy), coproduzione ceco-polacca che mantiene intatta la sua stravagante ironia e la sua capacità di toccare argomenti delicati e profondi con leggerezza ed umorismo.
Sinossi: Il padre di Piotr, che lui non vede da anni, chiama di punto in bianco chiedendogli di fargli visita. Quando rivela a Piotr e sua sorella che la loro madre è scomparsa senza dire una parola, i membri di questa divisa famiglia inizieranno a cercarla, scoprendo lungo la strada ogni sorta di strane storie…
In un racconto ai limiti dell’assurdo ambientato nella Polonia dei giorni nostri, Jaroszuk mette in scena personaggi a loro modo stereotipati: Piotr, solo e infelice, che cerca di metter in ordine la sua vita attraverso la meditazione, pietre curative ed oscuri rituali, la Sorella, allontanatasi dalla famiglia dal giorno del suo matrimonio, e poi il Padre, la Madre, il Tipo, il Vincitore; tutti concorrono all’intreccio di una commedia tinta di giallo che ruota intorno alla solitudine e alla difficoltà di comunicare con i propri Cari.
Se la fotografia di John Magnus Borge e Robert Lis, utilizzando una tavolozza di colori freddi, concorre ad evidenziare lo straniamento dei personaggi, la musica di Petr Ostrouchov dà un ritmo da sit com al film, con stacchetti che alleggeriscono l’intera atmosfera, dando risalto alla vena di assurdità che Jaroszuk mette in gioco. Notevole poi, e non scontato, il gioco del campo e controcampo: come in una piece teatrale, dove tutti i personaggi in scena hanno una parte da recitare, in Dear Ones mentre i protagonisti si confrontano in primo piano, sullo sfondo si muovono personaggi secondari che hanno una propria parte nello svolgimento della trama. Bravissimi anche gli attori, da Adam Bobik (Piotr) a Olaf Lubaszenko (Padre), da Izabela Gwizdak (Sorella) a Piotr Żurawski (il Tipo, fantomatico braccio destro di Madre), nel rendere normale quotidianità gli accadimenti più assurdi, trovando un equilibrio tra ciò che è reale e quel che sembra sempre più inverosimile, rendendolo altresì assolutamente credibile.
Sullo sfondo, la disfunzionalità della famiglia moderna, l’incapacità di comunicare, la solitudine dell’uomo, che Jaroszuk evidenzia con tocco curato ma non invasivo nell’armonia della trama, trattando con eleganza e umorismo un tema delicato ed altresì assolutamente attuale.
RIFF 2021 i vincitori della XX edizione