Mancino Naturale di Salvatore Allocca è in concorso alla XIX Edizione di Alice Nella Città. Il film ha come protagonista femminile Claudia Gerini, che interpreta Isabella, una giovane donna rimasta vedova troppo presto. Abbiamo avuto il piacere di rivolgere qualche domanda all’attrice romana, icona del cinema nostrano.
Nel personaggio di Isabella c’è un equilibrio perfetto tra l’essere donna e l’essere madre; come è riuscita a trovarlo?
Secondo me, l’equilibrio perfetto non esiste. Isabella è un personaggio che mi ha commosso tantissimo. Quando litiga con gli altri genitori, oppure chiede all’allenatore di mettere Paolo sulla fascia sinistra, diventa molesta, prepotente: una tigre.
Ma dimentica che il figlio è un bambino e qui diventa fondamentale il personaggio di Fabrizio, interpretato in modo fantastico da Francesco Colella, il quale le fa vedere il mondo sotto altri punti di vista.
L’equilibrio, dunque, lo trova perché è una lavoratrice, deve portare i soldi a casa ed essendo una vedova deve fare tutto da sola, essere madre e padre contemporaneamente ed è dura.
Indubbiamente, Isabella si sente chiusa in una gabbia, ha la necessità di riscattarsi e sogna una villa con piscina, insomma una vita migliore. Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma poi pecca di egoismo; nei confronti del figlio, negandogli ogni tipo di leggerezza, ma anche con sé stessa, negandosi tutto ciò che non sia finalizzato al riscatto finale.
Come sono stati i rapporti con gli altri attori sul set?
Il film è impreziosito da bellissime interpretazioni. Francesco Colella è stato davvero grandioso, ha dato un sapore, un colore, una sfumatura bellissima a Mancino naturale.
All’inizio, il suo Fabrizio viene quasi bullizzato da Isabella e lui, invece, con grande delicatezza, le fa scoprire com’è bello essere generosi senza interesse, aiutare per il semplice gusto di farlo.
Poi c’è un meraviglioso Massimo Ranieri, con il personaggio del procuratore di calcio, un po’ equivoco, ma senza dubbio tragico, nella sua solitudine. E ancora Katia Ricciarelli, che interpreta la suocera di Isabella.
Katia è una donna stupenda, che ha sofferto tanto nella vita, ma ha avuto anche tante soddisfazioni come cantante lirica, oltre a essere un’attrice bravissima: mi ha ispirato tanto.
In Mancino naturale il suo personaggio appare nelle scene girate a Vicenza e viene affiancato da Alessandro Bressanello, un bravissimo attore veneto. E poi anche Alessio Perinelli (Paolo) è stato molto bravo, ha dato tutti gli ingredienti necessari che servivano per recitare questo ruolo.
È stato difficile recitare con un attore così giovane?
I bambini sono attori naturali, non hanno sovrastrutture, giocano nell’essere qualcun altro. Lui, poi, è stato sempre molto disciplinato, dando il massimo. Questo è stato possibile anche grazie a Salvatore Allocca che ha dato le giuste indicazioni e soprattutto è stato bravissimo nell’interagire con lui.
La solitudine è il fil rouge che scorre lungo il film. Isabella è sola, ma sembra non essere consapevole di questa sua condizione. Infatti, è proprio suo figlio che nel finale le apre gli occhi. È stato difficile trasmettere questa solitudine latente?
Non avendo un altro adulto in casa, Isabella si rapporta solo con suo figlio, per cui c’è una solitudine nel non potersi confrontare con un altro adulto. Lei, poi, è una donna sola perché non ha tempo da perdere ed è libera, seppur ancora legata a suo marito che è morto.
La solitudine è comunque tipica della contemporaneità in cui viviamo, siamo sempre di corsa, come Isabella che fa più di un lavoro per raggiungere il suo riscatto. È stato molto interessante esplorare l’animo di questa donna così particolare, le ho voluto bene.
Mancino naturale è un film di qualità, c’è speranza che il cinema italiano riprenda a fare cinema di qualità?
Sì, ho visto tanti film belli, di qualità. Noi italiani sappiamo fare un ottimo cinema. C’è qualità e c’è anche ricerca, il filone solo commedia è cambiato, ora c’è tanta diversificazione.
La commedia all’italiana è un genere che ha fatto scuola, ma oggi molti produttori hanno il coraggio di rischiare, raccontando altre storie per dare un’offerta sempre più ricca.
Le piattaforme streaming sono nemici del cinema o possono essere anche alleati?
Senza dubbio sono arrivate in un momento particolare, ma come contenuti sono alleati. C’è stato, infatti, un travaso di idee tra serie e film streaming e il cinema si è dovuto aggiornare, ispirandosi proprio alle serie; è stato un gioco di arricchimento.
È ovvio, però, che se c’è tanta offerta sulle piattaforme, il pubblico s’impigrisce, ma l’esperienza della sala cinematografica è unica e non verrà mai sostituita dalla fruizione domestica.
Il cinema, in quanto tale, offre un’esperienza sociale e comportamentale che non potrà mai morire. Per cui lo streaming non è un nemico del cinema, lo è stata, invece, questa riapertura così lenta.
L’importanza del cinema, inoltre, è emersa in questo particolare momento storico. Con i suoi racconti, porta vita ed emozione al pubblico e in questo è centrale il ruolo dell’attore, che non solo intrattiene, ma emoziona e fa riflettere.
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Mancino naturale – Clip del film di Salvatore Allocca con Claudia Gerini – YouTube