È Ferragosto, fa caldo ma starete a casa e volete vedervi un film. Ecco cosa vedere a Ferragosto in televisione. Pranzo di Ferragosto. “Pranzo di Ferragosto” è l’opera prima del regista Gianni di Gregorio, nato a Roma nel 1949. Il film uscì al cinema nel 2008 e conquistò pubblico e critica per leggerezza, ironia e buon gusto.
È la piccola storia di un uomo che, nel giorno di Ferragosto, in una Roma quasi deserta, si ritrova a dover rivedere i suoi piani. Varie tribolazioni che un uomo di settant’anni conosce e può capire.
“È un film che mi ha cambiato la vita, io che sono sempre rimasto nel mio quartiere di Trastevere e non mi sono mosso mai, ora avrò fatto almeno tre volte il giro del mondo per presentarlo!”.
Perché Gianni di Gregorio è così: autentico, come questo film gioiellino. Un film autobiografico perché lo stesso di Gregorio, che è anche il protagonista ha vissuto otto anni a casa della madre anziana e, dice,
“ho avuto modo di conoscere il mondo delle novantenni, la loro simpatia e la loro energia”.
L’attrice Valeria de Franciscis (morta nel 2014) interpreta la madre del protagonista Gianni: una madre di nobile lignaggio, attenta alla forma, simpaticissima, vera e autentica ma un po’ tiranna col proprio figlio.
Il film vinse il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, un David di Donatello per il miglior regista esordiente, un Nastro d’Argento e altri riconoscimenti. Ha incassato più di undici milioni di dollari ed è un fatto eccezionale per un prodotto dal budget ridotto, in quanto, ad eccezione della signora De Franciscis e di Alfonso Santagata (che nel film interpreta l’amministratore del palazzo attorno al quale ruota tutta la storia/giornata), gli altri interpreti non sono attori. Prodotto da Matteo Garrone (i due si conoscono dai tempi di “Gomorra”,di cui Gianni di Gregorio era stato co-sceneggiatore). È un film realista, nella pura accezione del termine, un film che narra la realtà e mostra che a qualunque età si ha il diritto di esprimersi, di credere, di innamorarsi. Di Gregorio è capace di bilanciare ironia e malinconia
“la strada di raccontare le cose della vita è il modo di comunicare che conosco e può succedere che a volte, come nel film, sono spietato e feroce con me stesso, ma adoro anche l’umorismo ridanciano e allegro”.
Le quattro protagoniste sono irresistibili perché Gianni di Gregorio le donne le ama, a tutte le età. E le conosce molto bene:
“Per me è naturale avere un atteggiamento di devozione e di rispetto verso le donne”
al di là dell’attualità o meno del tema sul rispetto e il ruolo della donna nella società. La grande malattia del nostro tempo, secondo Gianni di Gregorio, è non accettare serenamente il tempo che passa e, se è vero che una risata allunga la vita, questo è un bellissimo film da vedere o rivedere in questi giorni ferragostani.
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