Anche l’Italia è presente tra i cortometraggi in concorso nella sezione Pardi di Domani del Locarno Film Festival con Giochi (Playtime) di Simone Bozzelli.
Il giovane cineasta, alla sua quinta opera originale, dirige un cortometraggio che in appena venti minuti esplora tematiche come sessualità, rapporto genitori-figli e adolescenza in modo inedito.
Giochi: trama
Il cortometraggio è ambientato tra le mura di un appartamento. Seguiamo due storie differenti: quella di un ragazzo sui vent’anni e del suo migliore amico, e quella di un bambino e sua madre.
I due giovani uomini parlano di una ragazza e del regalo che uno dei due le ha fatto. Tra sguardi e parole ambigue inizia il loro “gioco” con un abito da donna. Qualcosa cambierà per sempre tra i due.
Una madre cerca ossessivamente dimostrazioni d’affetto dal proprio figlio che invece sembra molto più interessato al gatto di casa. Ma un giorno il gatto scompare.
Le due storie potrebbero essere collegate come invece essere assolutamente a sé stanti, accadere contemporaneamente, come essere ambientate in tempi diversi. Qui il fascino di Giochi (Playtime).

Nella prima storia, quella dei due ventenni, Simone Bozzelli torna a trattare tematiche LGBTQ+ che già aveva narrato nei suoi precedenti corti: Loris sta bene (2017) di cui era il tema portante e, in maniera molto più ambigua, in J’Adore (2020), film con cui ha vinto il premio al miglior cortometraggio della Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia.
Il giovane regista, dopo essersi diplomato alla NABA di Milano, dal 2018 è studente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ed è considerato come uno dei nomi più promettenti per la nuova generazione di registi italiani.
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