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Festival del Cinema Tedesco

‘Leif in Concert vol. 2’, bariste sull’orlo di una crisi di nervi al Festival del Cinema Tedesco

Il film di Christian Klandt, in programma al Festival del Cinema Tedesco di Roma, è un'ode all'anima plurale del pub, crocevia di storie in cui si muove con grazia e nervosismo una splendida Luise Heyer

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Guai a chiamarlo soltanto backstage. Il jazz-blues bar di Leif in Concert vol. 2, in attesa che arrivi il superospite musicale, è esso stesso palco e spettacolo. Nel film di Christian Klandt, in programma al Festival del Cinema Tedesco di Roma, il locale è un crocevia di storie, dalle undici di mattina all’una di notte. Lene (Luise Heyer), di ritorno da Copenaghen dopo lunga pausa, dispone i preparativi per l’esibizione del cantautore Leif (alias Poorboy). Magari fosse solo questione di soundcheck. I problemi spuntano come funghi: dalla toilette otturata, alla litigiosa coppia turca della security, fino a quel dettaglio, non di poco conto, per cui di Giovedì Santo dalle sei di sera sarebbe fatto divieto di tenere concerti. Le cicche si accumulano, la tavernetta si riempie. Che si fa, si comincia?

Il trailer di Leif in Concert – vol. 2

Cigarettes & Alcohol (o caffè)

Lo si chiami music bar, pub, cantina o altrimenti, è lui il protagonista di Leif in Concert vol. 2 di Christian Klandt. L’immagine è chiara nella mente di tutti, come birra bionda appena spillata: quei locali in legno, con lungo bancone, molti boccali e poca luce, dove nel chiacchiericcio si consumano le serate, possibilmente con colonna sonora. Il regista tedesco, premiato nel 2008 al Bergamo Film Meeting per il lungo d’esordio Weltstadt, ne fa un’ode metropolitana, sincera, divertita. È un film collettivo, che intercetta storie accennate tra i fumi dell’alcol. Destinate, in effetti, a restare fumose: nuvole di pensieri a mezza voce, incipit sospesi. Idealmente al tavolo accanto, un po’ come in Coffee and Cigarettes di Jarmusch, lo spettatore ne sente di tutte: poesie, pop elfico, secrezioni vaginali, i vermi dei cadaveri. Massimo e minimo mescolati. Anche perché la cricca è selezionata: nel film compaiono, tra gli altri, l’icona punk degli Ärzte Bela B., Tilo Prückner, Jule Böwe e il biologo forense Dott. Mark Benecke. Né mancano innocenti nonnine e studentelli. Il concerto è già iniziato, il micromondo risuona.

Osterie e isterie

Nella coralità di Leif in Concert vol. 2, l’attrice Luise Heyer è la direttrice d’orchestra. Al personaggio di Lene sa dare l’aria preoccupata e iperattiva di una Ms. Wolf che risolve i problemi – o almeno ci prova. Più simile, in realtà, a una barista sull’orlo di una crisi di nervi. L’organizzazione del concerto nonostante il coprifuoco è un piacevole thriller organizzativo che sfuma nella commedia. Dal rappresentante di vini (un cameo di Godehard Giese), Lene compra tutto, per sfinimento. A qualche avventore irrequieto molla un cicchetto, per blandirlo. Anche l’idraulico che deve sturare il bagno è un bel tipo – si presenta vestito da centurione romano, direttamente dalla recita del figlio! – ma lei sa assecondarlo.

 

Leif in Concert – vol. 2: Luise Heyer interpreta Lene. © Missing Films

E quanta bellezza quando balla da sola mentre pulisce il parquet. Persino il suo rossetto sbavato subito dopo un blackout vale un racconto. C’è dunque una tessitura della sceneggiatura che ama restare sfilacciata, per trascinare nel non finito della vita, lì dove la vita stessa, per routine, brulica: al pub, tra palco e realtà.

Quattro amici al pub

Questo cinema chiacchierato – ora più frenetico, ora comodamente rallentato al tavolino – può confondere lo spettatore di Leif in Concert vol. 2, se non piace il genere che fa delle voci plurime una melodia, o una cacofonia – scegliete voi. C’è però da rimarcare come lo stile di Christian Klandt sappia contrappuntare armonicamente il vissuto dell’ambiente. L’aria è da quattro amici al pub. Il timing con cui il regista di Francoforte sa staccare sulle conversazioni dei clienti appare calcolato, organico. Quando serve più scorrevolezza, il montaggio si prende una pausa, e il campo\controcampo diventa uno scivolamento della macchina da presa: quattro passi lungo il bancone. Il pub, o music bar, resta senza nome, ma con mille bocche, di sconosciuti che un po’ conosci. Ha davvero ragione l’artista che imbraccia la chitarra, a sera tarda, e dice:

Quando ascolti una buona canzone, è come se la conoscessi da sempre. Le persone e le canzoni sono piuttosto simili. Come quando incontri qualcuno per la prima volta, ci parli per un’oretta, ed è come se lo conoscessi da una vita.

Leif in Concert vol. 2 di Christian Klandt è un film sull’anima plurale del pub, con una meravigliosa Luise Heyer dalla grazia nervosa che volteggia tra frammenti di vita, di storie, di musica.

Leif in Concert vol. 2

  • Anno: 2019
  • Durata: 109'
  • Genere: Commedia, musicale
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Christian Klandt