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Netflix SerieTv

‘After life’ recensione della prima e della seconda stagione

Ricky Gervais, autore e attore in After Life ha annunciato la terza stagione della sua serie, una commedia drammatica , delicata e divertente

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Le due stagioni di After life di e con Ricky Gervais (sei brevi episodi ciascuna), sono andate in onda su Netflix, la prima nel 2019, la seconda nel 2020. Vale la pena riscoprirle, soprattutto se piacciono le storie malinconiche, ma non eccessivamente tristi, con risvolti ironici, divertenti, intelligenti, e se non si teme troppo la commozione.

Possiamo inserirla nel genere di serie TV che  ha trovato la massima espressione in Medio Oriente, da Shtisel in Israele, a Ethos in Turchia. Che osa andare a fondo nei sentimenti, esplorare la psiche, affrontare anche il tema della morte, come fa Shtisel, per esempio, e come fa, appunto, After Life.

Ricky Gervais e Kerry Goldiman in After life

After life la trama

Qui siamo in Inghilterra. Tony (Ricky Gervais) passa il tempo guardando ripetutamente i video in cui appare la moglie, Lisa (Kerry Godliman), morta da alcuni mesi, che lui non vuole assolutamente  lasciare andare. Per lo più riprendono momenti gioiosi, oppure le raccomandazioni di lei per quando non ci sarà più: gli ricorda come disinserire l’antifurto in casa, di non accumulare i piatti nel lavello, e non farsi prendere dalla depressione.

Un testamento nel vuoto, perché Tony ha già tentato il suicidio, che non è riuscito solo per lo sguardo implorante del cane, l’unico legame vero con la sua vita. Ha il padre (David Bradley) in una casa di riposo con l’Alzheimer e un lavoro di giornalista che non lo appassiona più. Anche perché costretto a confezionare notizie insulse per un quotidiano locale. Riuscirà a trovare qualcosa per cui valga la pena continuare a vivere?

Il tono delicato e ironico di After Life

Raccontata così, potrebbe sembrare una storia strappalacrime da evitare. Chi ha voglia di vedere una serie con lutti e disperazione? Invece, no, After Life possiede un tono delicato e così tanti risvolti ironici da legarci presto al suo protagonista, al suo cane, ai colleghi bizzarri e ad altri personaggi (il postino, il tossico, la prostituta) che si rivelano ben più interessanti del loro ruolo.  Dal quale Tony li libera facilmente; perché preso dall’ossessione della mancanza di Lisa, è capace, almeno lui, di guardare ben oltre le apparenze.

E proprio mentre, non avendo niente da perdere, si fa cinico ad oltranza, gli si aprono nuove possibilità di relazioni. La più tenera è quella con la signora sulla panchina del cimitero, Anne (Penelope Wilton, la zia Isobel di Downton Abbey).

Fin da subito,  Tony non usa con lei il suo nuovo superpotere, quello di dire e fare tutto senza freni. Con lei la comunicazione è immediatamente autentica. Anne e suo marito, Tony e Lisa formano un quartetto di grande intensità: Anne e Tony sulla panchina, il marito di Anne e Lisa sepolti simmetricamente di fronte a loro.

Ricky Gervais e Penelope Wilton in After Life

I personaggi

Anne è l’unico personaggio vero fin dall’inizio, insieme all’infermiera Emma (Asheley Jensen). Per il resto,

Gli attori sono “brutti”, volutamente, come lui, imperfetti come tutti noi:

non vi è la ricercatezza di una perfezione,

ma sempre quella di una realtà impetuosa.

La Repubblica

Nella seconda stagione, l’irriverente Ricky Gervais toglie piano piano la maschera ai personaggi, mostrandoceli nella loro vera essenza. Tranne allo psichiatra, che fino alla fine sembra quello delle barzellette sui matti, più pazzo dei pazzi che pretende di curare.

Ricky Gervais e David Bradley in After life

Tra il dramma e la commedia tenera

Sarcastico, sfrontato, beffardo, Ricky Gervais, forse il comico britannico più amato, ha costruito una commedia drammatica senza perdere la tenerezza. Sobria. Essenziale e mai spettacolare. Pochi i colpi di scena, se non quelli della vita.

Soffermandosi sulle buone cose di pessimo gusto, sui paesaggi che incantano. Come nella lunga scena della spiaggia, quando finalmente Tony ricorda di portare il cane al mare, su suggerimento della moglie.  Persino la cittadina di provincia, nella quale lui si muove con la stessa maglietta verde slabbrata, è luminosa, quasi avvolgente: una sicurezza, che potrebbe piacere a tanti, ma non a lui, ovviamente.

Buone la scrittura e la recitazione

La scrittura, impeccabile, valorizza l’ottima recitazione di Ricky Gervais. Battute di dialogo spiazzanti, insieme all’espressività del viso che, nell’impudenza delle parole, tradisce la delicatezza degli stati d’animo.

«Vale la pena restare,

magari per riuscire a rendere il mio piccolo angolo di mondo

 un posto leggermente migliore»

Chissà se questa consapevolezza di Tony, alla fine della seconda stagione, sarà consolidata nella terza, che Gervais, creatore regista produttore e interprete di After Life, ha annunciato il 19 aprile di quest’anno.

After life è una serie prodotta da Charlie Hanson. Produttori esecutivi: Ricky  Gervais e Duncan Hayes.

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After life

  • Anno: 2019
  • Durata: sei episodi di trenta minuti per ogni serie
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: commedia
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Ricky Gervai
  • Data di uscita: 08-March-2019