Vivian (Hadley Robinson) è una sedicenne all’apparenza timida che preferisce rigare dritto e passare inosservata. Ma quando l’arrivo di una nuova studentessa (Alycia Pascual-Peña) la obbliga a esaminare il comportamento fuori controllo dei suoi compagni di classe, si rende conto di averne avuto abbastanza. Prendendo ispirazione dal passato ribelle della madre (Amy Poehler), Vivian pubblica anonimamente Moxie, una fanzine clandestina che denuncia i pregiudizi e i torti subiti al liceo. Da così vita inaspettatamente a un vero e proprio movimento scolastico. Trovandosi ormai al centro di questa rivoluzione, la ragazza instaura nuove amicizie con altre alleate, superando le rivalità tra club e affrontando insieme le difficoltà dell’adolescenza. Durante il percorso perderà di vista alcuni legami importanti ( l’amica storica Claudia) ma comprenderà infine l’importanza di esporsi in prima persona e di affermare le proprie idee.
Girl power o girl’s power? sulla scia del #metoo
Il film è stato lanciato sull’onda del movimento femminista #metoo che sta caratterizzando le ultime produzioni cinematografiche e televisive statunitensi.
Al centro c’è infatti l’idea del girl power, il potere femminile come lotta verso pregiudizi non solo di genere ma anche razziali o sessuali. La pellicola fa sue tematiche tanto importanti quanto ormai ben conosciute e affrontate. Nel libro, come nel film, si parla di inclusione, femminismo, lotta contro il patriarcato che fa sue pratiche maschiliste ormai troppo arcaiche per poterle sostenere ancora oggi.
Girl power non è dunque solo la classica commedia teen americana che racconta del passaggio dall’infanzia all’età adulta. È anche un romanzo di formazione e ribellione (sulla scia dei movimenti hippy anni 70) contro un modus operandi che, fin dal liceo, si prefigura fortemente sessista.
Molestie fisiche e verbali, sottintesi e allusioni inappropriate, scherno, osservazioni gratuitamente crudeli su status sociale o culturale, bullismo e hacker bullismo. Il potere della carta stampata come strumento di protesta Visivo e tangibile viene a sovrastare la freddezza della tecnologia social. La Fanzine Moxie, fatta di pailettes colorate, ritagli di giornali, foto divertenti o satiriche, diviene simbolo di un NO urlato a più voci. E’ l’idea che viene celebrata, la capacità di raccogliere i pensieri silenziosi delle ragazze della scuola ( ma anche di qualche rappresentante del sesso maschile ), in un vortice di avvenimenti che sembrano però perdersi nella seconda parte del film.
Girl Power: i conflitti irrisolti nella seconda parte del film
Se nella prima parte il film “power girl” riesce a convogliare con efficacia ed energia il messaggio portante ( potere alle donne e libertà da abusi) senza scivolare nel dejà vu, nella seconda la storia precipita in una serie di soluzioni troppo semplicistiche.
A tratti retorico sulla questioni del maschilismo, il film affronta la problematica della violenza sessuale mettendola forse in secondo piano rispetto ad altre meno importanti. Scelta sicuramente della regista che volutamente cerca di alleggerire un tema forte e disturbante. La soluzione si scontra però con la passione del gruppo Moxie nel portare avanti con decisione tutte le ingiustizie perpetrate a scuola.
Il film gode però di una buona caratterizzazione di tutti i personaggi con un buon cast, soprattutto la protagonista (interpretata da Hadley Robinson). L’attrice è brava ad esprimere senza macchiettismo il conflitto proprio dell’adolescenza. A suo vantaggio anche una fisicità che si discosta dalla classica belloccia protagonista dei teen movie americani. La Robinson è stata protagonista in passato della serie Utopia e di film come Piccole donne e Sto pensando di finirla qui.
Sta forse proprio nella varietà dei personaggi la ricchezza di Girl Power. Tuttavia nel film la storia avrebbe dovuto spingere maggiormente sull’interessante figura della madre (interpretata dalla stessa regista e attrice di successo Amy Poehler). E’ proprio lei, ribelle rivoluzionaria da ragazza e madre vedova e comprensiva da adulta, ad ispirare Moxie e il girl power, eppure questo aspetto non viene sottolineato come dovrebbe nel film. Uno sguardo in più al passato hippy della madre avrebbe invece potuto rendere più interessante il “processo di cambiamento” attuato con la “Rivoluzione Moxie”.
Il cast di Girl Power
Hadley Robinson: Vivian Carter
Lauren Tsai: Claudia
Josephine Langford: Emma cunningham
Patrick Schwarzenegger: Mitchell Wilson
Amy Poehler: sig. Carter
Ike Barinholtz: sig. Davies
Marcia Gay Harden:
Clark Gregg: John
Sydney Park: Kiera
Il Trailer di Girl Power su Netflix
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