fbpx
Connect with us

Reviews

Moonlit winter di Lim Dae-Hyung: amori segreti celati nel tempo

Incluso nella sezione Independent Korea del Florence Korea Film Fest, Moonlit winter di Lim Dae-Hyung critica la società coreana e il conservatorismo di cui la prima vittima è la donna

Pubblicato

il

In lista nella sezione Independent Korea del Florence Korea Film Fest, Moonlit winter di Lim Dae-Hyung ben rappresenta la costrizione in cui vivono le donne coreane, strette in una forma di cattività morale e sociale ancora attuale. Una narrazione pesante e misteriosa calza perfettamente con i silenzi obbligati, la necessità di sottostare ai compromessi, le gerarchie fossili. Sono diversi i film che si rivolgono al lato femminile, prodotti in Corea di recente (non ultimo il ben riuscito Kim Ji-young: Born 1982 di Kim Do-Young, presentato al Far East Film Festival di quest’anno). È evidente ci sia una certa urgente e sentita volontà di trattare la questione della parità di genere e il riscatto della donna nella Corea del Sud dei giorni nostri.

La trama di Moonlit winter di Lim Dae-Hyung

Quando Yoon Hee riceve una misteriosa lettera e la figlia Sae Bom la intercetta, inizierà tra le due uno scontro-incontro per svelare alcuni fantasmi del passato che legano la madre al Giappone. Yoon Hee è oggi una donna sola, divorziata, ma devota alla figlia adolescente, prossima all’università e appassionata di fotografia.

Il racconto della sua riconciliazione col passato avviene con una lenta e riflessiva elissi di spazio, che dalla Corea del Sud rimbalza ad Otaru, nella regione dell’Hokkaido, in Giappone, costantemente immersa in una fittissima e candida neve. Questa ambientazione è ciò che di meglio ha da offrire il film. I campi lunghi brillanti, le dinamiche narrative in questi esterni schiacciati dal bianco, sono ben più presenti della storia in sé. Che invece si perde nei ritmi pure troppo lenti e misteriosi, e si accartoccia tutta negli ultimi venti minuti di film.

There is only the snow, the moon, the night and the silence. (in Otaru)

Dove i campi lunghi si presentano volontariamente sbilanciati, vagamente e fastidiosamente inclinati, come se la bolla del cavalletto si fosse danneggiata durante le riprese, si richiama l’equilibrio: della vita delle emozioni della mente. Un equilibrio che manca alle protagoniste e affligge tutto ciò che viene attraversato dalle loro energie distorte.

Moonlit Winter

Quando nella storia si inserisce finalmente Jun, la mittente della lettera, pare non esistano confini geografici né culturali tra Corea del Sud e Giappone: queste donne portano tutte un grande peso, vivono in un silenzio forzato. Le presenze maschili che orbitano loro vicino, schizzano lontane appena tentano di ridurre le distanze: il fidanzatino di Sae Bom è così ingenuamente infantile, l’ex marito è genuinamente interessato e altrettanto genuinamente rifiutato; il fratello, è il prototipo della società maschilista che ha condannato Yoon Hee. O che ha fatto sì che Yoon Hee condannasse se stessa:

I thought the rest of my life was a punishment. I’ve been punishing myself all along.

Si parla di omosessualità, con un filo di voce

Lim Dae-Hyung (Merry Christmas Mr. Mo, 2016) ha “osato” raccontare una storia di donne, toccando temi molto delicati per gli equilibri sociali coreani. E l’impressione generale è che non ci sia stata la forza di scoprirsi del tutto: sfruttando un poetico scambio epistolare tra le due protagoniste, il regista evita di parlare chiaramente del tema che ha scelto. Tutto edulcorato, lirico, soffice e sbiancato, come la neve di Otaru. Certo, è un dialogo sospeso tra le righe, tra le culture e le generazioni, ma nessuno dei personaggi ammette mai la verità. Nessuno ne parla, nessuno la pronuncia, nessuno la materializza.

Ci viene così restituita una visione intimidita, imbarazzata, che si trasmette dalla narrazione al narratore.

Il lavoro di svelamento è tutto affidato al pubblico: questa sospensione si concilia pienamente con i silenzi costretti a cui quelle donne si sono abituate e adeguate. I segreti di Pulcinella, di cui tutti sanno, ma di cui non si può dire niente. Tuttavia, qui, fare outing narrativo sarebbe stato il primo passo verso una denuncia ed una concreta demistificazione.

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

Moonlit winter

  • Anno: 2019
  • Durata: 105 minuti
  • Distribuzione: FineCut Co. Ltd.
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Lim Dae-hyung