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FESTIVAL DI CINEMA

24 UMBRIA FILM FESTIVAL: MESTARI CHENG di Mika Kaurismaki

Mika Kaurismaki unisce due culture, in questo caso quella della Cina e quella della Lapponia, mettendo in scena il lato buono della globalizzazione, fatto di persone disposte ad accogliere l'altro e a farsi coinvolgere da un mondo fino ad allora sconosciuto.

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MESTARI CHENG

Nonostante le limitazioni anti-Covid19 non abbiano consentito la partecipazione degli ospiti internazionali all’Umbria Film Festival, questo non ha impedito la visioni di film internazionali in anteprima italiana: ieri sera a Piazza San Francesco a Montone il pubblico ha infatti potuto ammirare Mestari Cheng del regista finlandese Mika Kaurismaki.

Molto apprezzato è stato il breve video che il regista ha inviato al pubblico della rassegna umbra, rinnovando la sua voglia di tornare presto a Montone.

Fratello maggiore del noto Aki Kaurismaki, Mika merita di essere raccontato come uomo di cinema e cultura, che cerca da sempre di costruire progetti tra più continenti.

Mestari Cheng unisce infatti la Cina e la Lapponia, attraverso una storia d’amore, amicizia, e legami familiari forti.

A condire questo accostamento di culture c’è un genere di cinema dedicato alla cucina, che lancia un messaggio importante: per vivere bene è importante condividere, che sia un pasto, un’esperienza, un tramonto. Mestari Cheng ci racconta che la speranza di un domani migliore è possibile.

Mestari Cheng, la recensione

Mesteri Cheng è un film sul mondo di oggi.

Viviamo un tempo di grandi incertezze e siamo sotto la follia di dittatori che vogliono creare muri tra le nazioni, come sottolinea lo stesso regista.

Mika Kaurismaki unisce due culture, in questo caso quella della Cina e quella della Lapponia, mettendo in scena il lato buono della globalizzazione, fatto di persone disposte ad accogliere l’altro e a farsi coinvolgere da un mondo fino ad allora sconosciuto.

La trama è lineare e veicola un messaggio di bellezza e semplicità; non ci sono colpi di scena. Mestari Cheng si sviluppa intorno ai dettagli e alle vibrazioni di un paesaggio che fa da sfondo al dolore (poco approfondito) provocato dalla perdita che in un modo o nell’altro i due protagonisti hanno subito.

La natura della Lapponia è infatti la rappresentazione dell’uomo di fronte alle proprie paure e alle proprie perdite.

Ciò che regala ritmo alla storia sono decisamente i dialoghi tra gli avventori del ristorante della protagonista.

All’inizio un po’ diffidenti con Cheng, da poco arrivato nel piccolo paesino lappone alla ricerca di un uomo che l’aveva aiutato molto tempo prima, i suoi modi catturano subito l’attenzione degli anziani del posto. All’apparenza un po’ burberi, si faranno trascinare alla scoperta della cucina cinese grazie alle pietanze di Cheng.

I giochi di parole tra la lingua finlandese e quella cinese (resi bene anche nella doppia sottotitolatura in inglese e in italiano) sono quel ponte culturale e linguistico necessario per andare verso l’altro, così come lo sono i tentativi di Sirka di insegnare a Cheng a ballare.

Mestari Cheng, la trama

Mestari Cheng è una commedia drammatica incentrata sulla storia di Cheng, uno chef di Shangai che dopo aver perso la moglie decide di vendere il suo ristorante e partire con il figlio alla volta di un piccolo paese della Finlandia. Vuole ritrovare un uomo che aveva conosciuto anni prima a Shangai e che lo aveva aiutato finanziariamente e lo aveva sostenuto in un momento difficile, poco dopo la morte di sua moglie, in cui Cheng si era dato all’alcol.

Le difficoltà linguistiche, ma soprattutto di pronuncia di certi nomi finlandesi da parte di un cinese, rendono difficile la ricerca dell’uomo. Nel frattempo però Sirka decide di aiutare Cheng e suo figlio fornendogli un alloggio, e Cheng inizia per caso, a cucinare nel ristorante di Sirka, dove iniziano ad arrivare orde di turisti cinesi, non molto disposti a mangiare stufato e patate.

La storia procede gradatamente con l’ingresso di Cheng nel mondo di Sirka, e anche dei suoi nuovi amici del posto; con la non facile integrazione del piccolo Niu Niu, il figlio di Cheng, ancora stravolto per la perdita della mamma; l’apertura di Sirka al mondo, dopo una dolorosa delusione d’amore.

Mestari Cheng, il rapporto padre figlio

Nonostante le difficoltà linguistiche e culturali sia Cheng che suo figlio riescono comunque ad integrarsi nella piccola comunità. Quello che resta incostante e non del tutto risolto è il rapporto tra i due.

Parlano la stessa lingua in una terra ancora straniera ma il dialogo tra loro risulta non facile.

Frutto di un dolore che ognuno dei due sta cercando di elaborare, Cheng e Niu Niu hanno quasi paura di entrare l’uno nel mondo dell’altro, forse per un fatto culturale o forse semplicemente perché ognuno dei due pensa di soffrire più dell’altro.

Sarà il nuovo mondo in cui sono approdati a dare nuova vita a un rapporto forte e fondamentale, ma che è rimasto freddo e distaccato per troppo tempo.

Ed è questo il messaggio di Mestari Cheng: la conoscenza e la condivisione portano ricchezza.

Mestari Cheng, il trailer

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Mestari Cheng

  • Anno: 2019
  • Durata: 114'
  • Genere: Commedia Drammatica
  • Nazionalita: Cina, Finlandia
  • Regia: Mika Kaurismaki