Disponibile su Amazon Prime Video Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci
«Chi non ha vissuto negli anni prima della Rivoluzione non può capire che cosa sia la dolcezza del vivere»: Prima della rivoluzione è il primo film importante di Bernardo Bertolucci – girato all’età di soli 23 anni – che ne svelò la maturità dal punto di vista tecnico e stilistico. Indimenticabile Adriana Asti
Prima della rivoluzione è un film del 1964 diretto da Bernardo Bertolucci. Il film è stato girato tra Settembre e Novembre del 1963. Le riprese si sono svolte a Parma e nei suoi dintorni, come la scena della camera ottica nella Rocca Sanvitale di Fontanellato. I nomi di battesimo dei protagonisti del film corrispondono a quelli de La Certosa di Parma di Stendhal: il protagonista e voce narrante, Fabrizio come Fabrizio del Dongo, è un giovane marxista di famiglia borghese, amato dalla giovane zia, Gina come Gina Sanseverina, alla fine sposa una ragazza di buona famiglia, Clelia come Clelia Conti. La colonna sonora del film contiene le canzoni Vivere ancora e Ricordati cantate da Gino Paoli, e Avevo 15 anni, cantata da Ennio Ferrari. È stato proiettato in anteprima il 12 maggio 1964 al 17º Festival di Cannes nella Settimana internazionale della critica. Scritto e sceneggiato da Bernardo Bertolucci, con la fotografia di Aldo Scavarda (Vittorio Storaro assistente alla macchina), il montaggio di Roberto Perpignani, le scenografie di Vittorio Cafiero e Angelo Canevari, i costumi di Federico Forquet e le musiche di Gino Paoli, Ennio Morricone e Gato Barbieri, Prima della rivoluzione è interpretato da Adriana Asti, Francesco Barilli, Allen Midgette, Morando Morandini.
Trama Parma, 1962. Fabrizio, un giovane studente, avverte la difficoltà di poter conciliare l’appartenenza alla borghesia e la militanza nel Partito Comunista Italiano. Resta traumatizzato dalla morte del suo amico Agostino, annegato nel Po. L’arrivo della zia Gina, una giovane ed elegante donna che risiede a Milano, aumenta il suo disorientamento: la zia si innamora di lui e Fabrizio ricambia. La zia tuttavia ritorna a Milano. Fabrizio, conscio della sua debolezza e dell’impossibilità di realizzare le sue aspirazioni personali e politiche, sceglie il rispetto delle convenzioni: rinuncia a Gina e sposa Clelia, una giovane e bella fanciulla di buona famiglia.
«Chi non ha vissuto negli anni prima della Rivoluzione non può capire che cosa sia la dolcezza del vivere».
(Frase di Talleyrand che introduce il film)
Primo film importante di Bernardo Bertolucci, girato all’età di soli 23 anni, ne attesta la maturità dal punto di vista tecnico e stilistico.
Il film si svolge a Parma nel 1962. Seguiamo le vicende di Fabrizio, un giovane di famiglia borghese fidanzato con una ragazza di buona famiglia, Clelia, che però decide di lasciare poiché si sente attratto da Gina, una parente che sta attraversando un periodo piuttosto difficile. Uno dei suoi amici più stretti, Agostino, si suicida poiché non si sente più a suo agio in questo ambiente soffocante. Fabrizio è un appassionato di cinema e coltiva ideali politici vicini al marxismo, anche se l’incertezza sembra dominare nei suoi gesti e nelle sue azioni. La relazione con Gina è destinata a finire, poiché Fabrizio dovrà accettare alcuni inevitabili compromessi.
Prima della rivoluzione è un film tra i più sinceri e vitali di Bertolucci, pieno di spunti autobiografici, forse un po’ invecchiato sotto certi aspetti (i dialoghi a tratti troppo didascalici), ma ancora affascinante anche per il pubblico odierno. È una specie di dichiarazione di disorientamento da parte del giovane regista in un periodo ricco di fermenti ideologici e di cambiamenti sociali, un’educazione sentimentale e politica che però si conclude sotto il segno della sconfitta e dell’impossibilità di superare certi condizionamenti imposti dalla società. Evidente l’influsso della Nouvelle vague e in particolare di Jean-Luc Godard, anche se Bertolucci ne rielabora lo stile in maniera personale e non si limita a una riproposta pedissequa; molti gli omaggi cinefili e letterari, fra cui il più evidente è quello a La certosa di Parma di Stendhal.
Bellissima interpretazione di Adriana Asti nel ruolo di Gina: l’attrice riesce a dare un autentico spessore al personaggio, a emanare fascino pur non potendo certo contare su un aspetto fisico da “maggiorata”; interessante il protagonista Fabrizio Barilli, che in seguito avrebbe diretto alcuni film di genere tutt’altro che disprezzabili. Da notare anche la presenza del critico Morando Morandini nel ruolo del professore, Cesare, un personaggio un po’ troppo sbilanciato sul versante ideologico. Infine, una menzione particolare alla bella scena ambientata a casa di Fabrizio in cui la zia Gina lo invita a ballare e gli dà un lungo bacio sulle note di Vivere ancora di Gino Paoli. La scena è risolta da Bertolucci in un unico piano-sequenza di oltre tre minuti, di notevole virtuosismo, e attinge molta della propria forza emotiva dalla canzone di Paoli, di umore piuttosto malinconico.
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