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FILM DA VEDERE

Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy, con Alberto Sordi: la recensione

Scritto e sceneggiato da Rodolfo Sonego, Sergio Amidei ed Emilio Sanna, Detenuto in attesa di giudizio è un’Odissea kafkiana ben diretta da Nanni Loy. Magistrale l’interpretazione di Alberto Sordi che si aggiudicò Orso d’argento al Festival di Berlino e un David di Donatello per il miglior attore

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Detenuto in attesa di giudizio è un film del 1971 diretto da Nanni Loy e interpretato da Alberto Sordi, in uno dei suoi intensi ruoli drammatici. Fu uno dei pochi ruoli drammatici per Alberto Sordi, che l’anno seguente gli valse l’Orso d’argento al Festival di Berlino. oltre a un David di Donatello per il miglior attore. L’ispirazione per il film venne allo stesso Sordi quando lesse il libro Operazione Montecristo scritto in carcere da Lelio Luttazzi. Un’altra fonte di ispirazione per la trama del film fu l’inchiesta televisiva Verso il carcere, realizzata da Emilio Sanna. Scritto e sceneggiato da Rodolfo Sonego, Sergio Amidei ed Emilio Sanna, con la fotografia di Sergio D’Offizi, il montaggio di Franco Fraticelli, le scenografie di Gianni Polidori e le musiche di Carlo Rustichelli e Lelio Luttazzi, Detenuto in attesa di giudizio è interpretato da Alberto Sordi, Elga Andersen, Lino Banfi, Mario Pisu, Gianni Bonagura, Tano Cimarosa, Michele Gammino, Gianfranco Barra, Mario Brega.

Trama
Giuseppe Di Noi è un geometra da sette anni emigrato in Svezia, dove ha fatto fortuna con la sua piccola impresa edile. Torna in Italia per far conoscere il suo Paese alla moglie Ingrid, ma alla frontiera viene inspiegabilmente fermato e quindi arrestato. Tradotto in carcere, scopre di essere accusato di omicidio colposo. Giuseppe resta coinvolto in una rivolta e per questo spedito in un carcere ancora più duro.

Il film-denuncia di Nanni Loy, una sorta di incubo kafkiano calato nella realtà italiana, uscì nelle sale suscitando scalpore, poiché per la prima volta un’opera cinematografica denunciava senza mezzi termini l’arretratezza e la drammatica inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani. Detenuto in attesa di giudizio leva una vibrante denuncia contro il sistema giudiziario e penitenziario nostrano degli anni Settanta, caratterizzato da una cieca burocratizzazione, farraginosità, ottusità, lentezza e profonda ingiustizia. Un vero mostro che può divorare un individuo conducendolo a limite della sopportazione umana, a prescindere dalla sua innocenza o colpevolezza.

Ma cercate di ragionare. Come è possibile che potete fare quello che fate?“ – grida piangendo il personaggio di Giuseppe Di Noi, un geometra emigrato in Svezia per lavoro, interpretato da un magistrale Alberto Sordi, mentre i poliziotti lo incarcerano in una cella d’isolamento, senza nemmeno avergli spiegato il perchè sia stato arrestato e imprigionato- Solo dopo qualche tempo scopre di essere stato accusato di omicidio colposo preterintenzionale di un tedesco, ma senza rivelargli in quali circostanze la vittima abbia perso la vita. Il Di Noi/Alberto sordi fa varie congetture, domandandosi dove e come possa avere causato la sua morte, mentre nel frattempo viene trasferito nel carcere di Regina Caeli a Roma e poi in quello di Sagunto. E un altro detenuto in viaggio con lui con quale sodalizza, uno psicopatico assassino, gli dà il consiglio di non illudersi troppo di risolvere in fretta la sua situazione, perché “Niente è mai semplice quando hai a che fare con la giustizia. Ma calmo devi stare, sempre calmo. Ogni umiliazione la devi sopportare senza ribellarti, ogni ingiustizia senza protestare mai. Perchè basta una sola girata di testa, perchè voi dal carcere non possiate più uscirne”.

Una chicca un inconsueto Lino Banfi che interpreta senza eccessivo macchiettismo il ruolo del direttore del carcere di Sagunto e buone le riprese all’interno del penitenziario, incluse le sequenze della rivolta dei detenuti in protesta per le condizioni di vita al suo interno, che lo rappresentano efficacemente come realtà labirintica, claustrofobica e disumana.

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  • Anno: 1971
  • Durata: 99'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Nanni Loy