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FILM DA VEDERE

Muffa di Ali Aydin, Leone d’Oro del Futuro alla 69ª Mostra del Cinema di Venezia

Muffa, opera prima del regista Ali Aydin, è un film cupo ed essenziale, politico ed etico, universale nelle tematiche e profondamente sincero, che entra a pieno titolo all’interno del nuovo cinema turco socialmente impegnato. Vincitore del Leone d’Oro del Futuro alla 69esima Mostra del Cinema di Venezia

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Muffa (Küf) è un film del 2012 diretto da Ali Aydın. Pellicola turca presentata alla 69ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel concorso della Settimana Internazionale della Critica, dove ottenne il premio “Luigi De Laurentiis” per il miglior regista esordiente (Ali Aydın). Il film affronta una parentesi buia della recente storia della Turchia, quando tra il 1987 e il 2001, a margine dell’ondata di terrorismo infiammata dal conflitto turco-curdo, avvennero numerose sparizioni di persone, molte delle quali mai ritrovate. Con Ercan Kesal, Muhammet Uzuner, Tansu Biçer.

Trama

Basri è un uomo di 55 anni, lavora come guardiano ferroviario e ogni giorno percorre circa 20 chilometri a piedi per controllare lo stato dei binari. Puntualmente, ogni primo e quindici del mese scrive una lettera alla polizia per avere notizie sulla scomparsa del figlio Seyfi, avvenuta misteriosamente diciotto anni prima, quando il giovane si era appena trasferito a Istanbul per studiare all’università. L’unica cosa che Besri sa è che il figlio era stato fermato dalla polizia per attività antigovernative prima di sparire senza lasciare alcuna traccia, provocando anche la morte della madre.

Recensione

L’opera prima di Ali Aydin, presentata alla 69esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, entra a pieno titolo in quel nuovo cinema socialmente impegnato che in Turchia si sta producendo con ottimi risultati in questi anni (vedasi i tanti premi mietuti del più celebre Nuri Bilge Ceylan). Muffa, opera affascinante già dal titolo, racconta il dramma personale di un uomo ferito nell’anima ma comunque ostinato nella ricerca della verità, e nel raccontare tale vicenda privata ci mostra in effetti una storia ben più grande, di tutto un popolo, di una società che se da un lato non ha ancora ripulito l’armadio di quegli scheletri di un passato dittatoriale non troppo lontano, dall’altro mostra già tutti i limiti di egoismo e indifferenza del mondo contemporaneo occidentale (vedasi le poche scene finali a Istanbul o i commenti in auto del poliziotto).

Muffa più che raccontare una storia descrive uno stato d’animo: la mancanza di una persona amata. La fatica di vivere, il lavoro svolto solo per inerzia, l’attesa e la speranza del ricongiungimento. I tempi dilatati della pellicola ci restituiscono completamente la drammaticità della vicenda. Ayadyn sceglie dei lunghi piani sequenza, sottolinea i silenzi e parla allo spettatore attraverso le espressioni dei suoi personaggi.

Muffa è un film cupo ed essenziale, politico ed etico (il riferimento è all’associazione Cumartesi Anneleri, le “madri del sabato” che ogni sabato davanti al liceo Galatasaray protestano per i propri cari scomparsi nelle carceri), universale nelle tematiche e profondamente sincero.
La mise en scéne neo-neorealistica, l’astrattezza dei luoghi, esterni limitati dalle rette parallele dei binari ed interni di raro squallore, la recitazione minimale degli interpreti, i dialoghi scabri che sottolineano l’emarginazione esistenziale del protagonista, rappresentano scelte formali coraggiose per un regista esordiente.

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  • Anno: 2012
  • Durata: 94'
  • Distribuzione: Sacher Distribuzione
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Turchia, Germania
  • Regia: Ali Aydin
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