Su Raiplay La rivincita di Leo Muscato. L’audiorecensione
Ne La rivincita Leo Muscato dirige una storia, tratta dal romanzo omonimo di Michele Santeramo, nella quale la lotta per la sopravvivenza di due fratelli e delle loro famiglie è legata indissolubilmente al Destino, arbitro inflessibile e implacabile.
Disponibile su Raiplay, La rivincita di Leo Muscato non riesce a sfruttare al meglio la sua linearità d’intenti e un canovaccio che nella sua semplicità non disdegna la tensione narrativa. Gli interpreti principali non deludono ma i dialoghi non convincono e la macchina da presa palesa uno sguardo troppe volte asfittico.
Il cast: Michele Venitucci, Sara Putignano, Michele Cipriani, Deniz Ozdogan
Ascolta l’audiorecensione.
Trama
Le disavventure degli ultimi tratte da un romanzo di Michele Santeramo e dirette dalla regia di Leo Muscato. Al centro della scena insistono due fratelli, Vincenzo e Sabino, e le loro mogli, Maja e Angela. Ognuno è impegnato, a modo suo, a cercare una svolta a una vita di sopravvivenza che ha persino abdicato alla propria dignità.
Il Destino
Alla fine della giostra è il Destino a segnare lo score dei protagonisti. Per quanto ci si possa sforzare, per quanto possa essere solida la volontà di resistere, l’ultimo lancio di dadi rifugge dalle proprie mani e a quel punto non resta altro che rintanarsi nella propria umanità e attendere speranzosi.
Paolo Fresu
La sorpresa musicale arriva con il sopraggiungere del sipario e dello scorrere dei titoli di coda. Paolo Fresucon la magia della sua tromba interpreta No potho reposare, canzone storica della cultura popolare sarda scritta nel 1920 da Giuseppe Rachel. Il testo è tratto dall’omonima poesia scritta nel 1915 da Salvatore Sini.
“Sará per le caratteristiche ancestrali del suo paesaggio o piuttosto per le molteplici contraddizioni che ancora oggi sono specchio di un malessere attribuibile all’intera penisola, fatto sta che il meridione per il cinema d’autore è un luogo di verifiche e consuntivi, quello in cui è possibile tastare il polso del paese, capire se nonostante tutto ce la possiamo fare.”
La speranza di territori migliori
La speranza però è il vero filo conduttore di questa narrazione, nel film e nel romanzo, scrive Margherita Fratantonio su Taxidrivers. E cita Santeramo: “Gli occhi di chi abita questi posti si abituano a guardare oltre. Dietro la spazzatura c’è ancora un territorio meraviglioso, coperto dal volo dei falchi, fatto di luce e silenzio” Alla fine della visione del film di Muscato resta la consapevolezza, consolatoria, che, continuando a cercare il territorio meraviglioso di cui parla Vincenzo, ce la si possa fare, tutti.
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