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Personaggi

Ben Affleck: tra Oscar e dipendenze, un attore simbolo di Hollywood

Cresciuto tra le fila di Hollywood, Ben Affleck è uno dei migliori rappresentanti del sogno americano

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Nato a Berkeley, in California, il 15 agosto 1972, Ben Affleck è uno dei maggiori rappresentanti di ciò che significa Hollywood, ovvero l’universo dei sogni. Sogni che si traducono in opere cinematografiche dal fascino intramontabile o che in qualche modo rimandano all’idea di “sogno americano”, secondo cui con il duro lavoro e la determinazione si può raggiungere il successo.

Ben Affleck, una lunga gavetta sulla strada dell’Oscar

Ecco, l’attore famoso anche per aver indossato il costume di Batman (prima di questo atteso Robert Pattinson), di fatica, impegno e risolutezza ne sa qualcosa. La lunga gavetta di Affleck comincia infatti all’età di sette anni, con i primi spot commerciali e film indipendenti.

Circondato di artisti sin dall’infanzia, sebbene la madre non sia molto propensa al mestiere della recitazione per il figlio, il destino del giovane sembra già segnato.

Come è chiaro, la svolta giunge nel 1997 con l’Oscar alla Migliore sceneggiatura per Will Hunting – Genio Ribelle, scritta insieme all’amico di lunga data Matt Damon. Da lì sembrò tutto in discesa: divenuto una star dell’Olimpo hollywoodiano grazie ai suoi ruoli in Armageddon, Dogma di Kevin Smith – conosciuto sul set di Mallrats (1995) – Pearl HarborAl vertice della tensione, Affleck aveva decisamente trovato la sua strada.

A questo periodo risalgono anche la fondazione delle sue prime compagnie di produzione e alcune storiche love story, con Gwyneth Paltrow prima e con Jennifer Lopez poi, entrambe incontrate sui set.

Ben Affleck risale la china dopo la prima caduta

Nel 2003 subisce però la prima battuta d’arresto, con dei flop consecutivi alquanto importanti , quali Daredevilfilm del quale ha dichiarato di essersi adirittura pentito – Gigli e Paycheck. Ma attenzione, perché a ogni sua caduta segue una risalita, di uguale se non superiore portata, che in pochi in questo ambiente possono vantare.

La “rinascita” avviene circa tre anni dopo, più o meno in corrispondenza del matrimonio con Jennifer Garner, presenza costante e salvifica, da quel momento in poi, nella sua esistenza.

Una Coppa Volpi alla 63esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e una nomination ai Golden Globe come Miglior attore non protagonista sono il coronamento di una carriera, ancora piuttosto agli inizi. Il poco conosciuto ma notevole Hollywoodland narra la vicenda celata dietro la misteriosa scomparsa di George Reeves, celebre interprete della serie Adventures of Superman.

L’anno dopo Affleck debutta alla regia e lo fa in grandissimo stile. Utilizzando il romanzo di Dennis Lehane come base, e affidandosi al fratello Casey come protagonista, realizza un’opera intensa e acclamata dalla critica. Iniziano così ad affiorare le potenzialità di colui che un tempo veniva considerato soprattutto per le sue (indiscutibili) doti fisiche.

Ben Affleck si supera in qualità di regista

Eppure, alla luce di quello che è oggi il pecorso compiuto da Affleck, non dovrebbe sorprendere la qualità del lavoro che si cela dietro ogni tappa. Seguono titoli, in veste di attore, interessanti e pregevoli come La verità è che non gli piaci abbastanza e State of Play, sino ad arrivare all’incredile doppietta dietro la macchina da presa, a distanza di un paio di anni l’una dall’altra. Presentato fuori concorso alla 67esima Mostra del Cinema di Venezia, The Town (2010) è un noir suggestivo e potente: ancora una volta Affleck si affida alla letteratura, dalla quale trae un secondo ottimo adattamento, senza alcun dubbio in piena fase di crescita rispetto alla prima prova. Dimostrazione ne sono i tre Premi Oscar – tra cui quello per il Miglior Film – al suo terzo lungometraggio, Argo, incentrato sulla vicenda realmente accaduta nel 1979 durante la rivoluzione islamica di Teheran.

Al grande successo come regista, corrisponde però un cammino altalenante come attore, sebbene sia stato diretto da nomi, vedi Terrence Malick (To the wonder) o Zack Snyder (Batman vs. Superman), e abbia interpretato anche ruoli difficili come in The Accountant. L’unico passo falso, a rappresentare un’eccezione in tale discorso, è La legge della notte, secondo tentativo di approccio al noir, questa volta ambientato in un’epoca non contemporanea, e secondo adattamento da un romanzo di Lehane.

Ben Affleck, figlio prediletto di Hollywood

Molto impegnato dal punto di vista umanitario e noto anche per le sue idee politiche, Affleck è spesso finito sulle prime pagine dei tabloid per le sue relazioni con le colleghe, da ultimo la bella Ana De Armas (conosciuta sul set dell’atteso Deep Water), sebbene la storia più importante sia evidentemente quella che lo lega alla Garner. Dopo circa dieci anni di matrimonio e tre figli, è ancora lei la persona a cui si rivolge nei momenti del bisogno. Più volte fotografati insieme nei pressi delle strutture di riabilitazione, dove l’attore ha trascorso dei periodi a causa delle sue dipendenze – alcune delle quali probabilmente derivanti un’eredità familiare particolare – i due non hanno mai nascosto l’affetto profondo che provano l’uno per l’altra.

Un affetto ricambiato dalla stessa Hollywood, che ha visto crescere nel suo grembo un personaggio come lui, nutrendolo di fama e di gloria, distruggendolo a volte con le medesime armi, ma riservandogli sempre un occhio di riguardo, senza mai abbandonarlo in un angolo.

Sono tante infatti le occasioni grazie alle quali Affleck è potuto tornare in pista, e noi ne siamo più che lieti.

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