FAHRENHEIT 451. Secondo appuntamento con FLANERI’ (www.flaneri.com), da cui, questa settimana, TAXI DRIVERS importa la recensione di “Le seduzioni del destino” di Claudio Sestieri, libro che sicuramente appassionerà i cinefili, ma anche quei lettori che volessero confrontarsi con la rielaborazione letteraria di un film, “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard, a sua volta tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. Il divenire “letteratura-cinema-letteratura” ci rimanda a una dimensione metalinguistica che, già da sola, fornisce un valido motivo per confrontarsi con questo testo che si preannuncia particolarmente interessante. La recensione di Giorgio Cavagnaro.
Claudio Sestieri, esperto regista/sceneggiatore romano non fa davvero torto alla passionaccia della sua vita diventando per l’occasione scrittore di romanzi.
Infatti il suo “Le seduzioni del destino”, un gradevole giallo che si dipana tra Roma e Monaco di Baviera, è costruito su un gioco di parallelismi e citazioni con il cult movie godardiano “Il disprezzo”, controverso feticcio anni ‘60 adorato dalla critica e, come spesso succede, riguardato con sospetto dal grande pubblico.
Ma quanto era sensualmente ostico e cerebrale il film, tanto è scorrevole e rilassante il romanzo di Sestieri, imperniato sull’avventura di Sandro Savona, professione “vice” nella redazione culturale di un quotidiano, e improbabile eroe risucchiato nella pigra estate romana dal vortice di una folle caccia al tesoro dagli incerti contorni, sulle tracce del fantomatico director’s cut di “Metropolis”, capolavoro seminale espressionista di Fritz Lang.
Un misterioso tedesco dal fisico di Goldfinger e una maliziosa, bellissima lolita trascineranno fuori Savona dalle frustrazioni della sua vita piatta in un crescendo di intrighi a scatola cinese in terra di Baviera, un po’ Frantic e un po’ Verdone con un tocco di Stieg Larsson nel finale non proprio imprevedibile.
Qualche citazione di troppo, stile non sempre asciutto, ma il romanzo, ed è ciò che più conta, si lascia leggere d’un fiato col piacere con cui si guarda un film d’evasione senza intoppi narrativi, volgarità assortite e con il gusto di una passione autentica per il cinema.
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