“Il cielo almeno non possono dividerlo”
“Sì invece. Il cielo è sempre il primo a essere diviso”
Christa Wolf, Il cielo diviso
In uno dei dialoghi più famosi del capolavoro di Christa Wolf, Il cielo diviso, la giovanissima Rita risponde con queste parole, tra disincanto e amarezza, al suo innamorato Manfred, che ha ormai deciso di restare a Berlino Ovest. Dall’altra parte del Muro. Lì pensa che potrà essere più libero e portare avanti la propria attività di chimico con meno condizionamenti. Ma questo comporterà anche dolorose rinunce, in primis la separazione dalla sua Rita, che ha scelto invece di restare nella DDR con la speranza di poter cambiare dall’interno un sistema ormai logoro…
Sorprendente istantanea di un paese allora diviso, la Germania, testo ricco di intuizioni dove la delicatezza di certi stati d’animo si innestava mirabilmente su uno sfondo sociale di ampio respiro, il romanzo della Wolf seppe entrare con facilità nel cuore dei lettori. Compreso il nostro. Fino a farci scoprire l’esistenza di una versione cinematografica di tale romanzo, ugualmente in grado di lasciare il segno. Ed è stato quindi particolarmente emozionante rivivere sul grande schermo la sofferta storia d’amore di Rita e Manfred in una bella serata primaverile, appena un paio di anni fa: tutto ciò grazie alla meravigliosa rassegna “C’era una volta il Muro”, organizzata al Palazzo delle Esposizioni ed aperta nel maggio 2017 proprio dalla proiezione di Der Geteilte Himmel (Il cielo diviso, 1964), trasposizione filmica del libro effettuata nell’ex DDR da un ispirato Konrad Wolf. Per la cronaca, il progetto di tale rassegna era stato promosso da Azienda Speciale Palaexpo e dal Goethe-Institut in collaborazione con DEFA Stiftung, così da aprire lo scrigno di una cinematografia poco nota in Italia, quella della vecchia Germania Est, capace a volte di stupire per l’insospettabile freschezza ed intensità di alcune opere.
All’interno di cotanta selezione l’obiettivo si spostava con scioltezza da film importanti sul piano storico, per come vi venivano rievocati episodi della Seconda Guerra Mondiale e della barbarie nazista, ad altri più rarefatti, intimisti. Ma a piacerci più di tutti era stato proprio Il cielo diviso, film seminale sul trauma del Muro, capace di alludere al dramma della Germania divisa alternando un’apprezzabile leggerezza a lancinanti riflessioni sul dolore che si nasconde dietro ogni separazione. Non ci sorprende, peraltro, che un’opera cinematografica dal passo così spigliato sia stata accostata all’epoca a Hiroshima Mon Amour di Resnais, cui è senz’altro accomunata dallo stile rapsodico, dall’andamento frammentario e dalla grande libertà narrativa.
Codesta memoria cinefila era pertanto destinata a tornare prepotentemente a galla: specie in questi giorni, visto che il 9 novembre scorso si è festeggiato un anniversario importante, il trentennale della caduta del Muro. Una cesura fondamentale della storia contemporanea cui il mondo della cultura (e quindi anche il cinema) continua a rapportarsi costantemente, producendo opere, riflessioni, dibattiti. Ed anche Taxi Drivers ha voluto unirsi a una così sentita commemorazione, realizzando, oltre a questo breve e circoscritto contributo cinefilo, uno speciale dedicato ai film che hanno parlato delle vite intorno al Muro di Berlino ben più ampio e approfondito.
Per leggere la sinossi di Il Cielo Diviso potete cliccare qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Der_geteilte_Himmel