I giorni del Film Festival dei Diritti Umani sono un concentrato di piccoli capolavori che affrontano ed evidenziano situazioni sociali importantissime, offrendo possibili strade da seguire e portando il pubblico verso importanti riflessioni
Fra i film proiettati, un gioiello di regia con il titolo 37 seconds, scritto e diretto da Hikari con Makiko Waranabe, Shunsuke Daito, Kiyohiko Shibukawa. Vincitore della sezione panorama alla Berlinale 2019, il film di 115 minuti intensi e carichi di piètas narra le vicende di Yuma, una giovane giapponese affetta da paralisi cerebrale, di cui solo nella seconda parte del film, scopriremo la causa. Gemella di Yuka, di cui non conosce l’esistenza, la ragazza durante il parto è rimasta 37 secondi senza ossigeno e questo ha cambiato definitivamente la sua vita. La protagonista vive con la madre, che per quanto la ami e desideri per lei il meglio, è però iper protettiva e non le permette di crescere e acquistare l’indipendenza che desidera divenendo una disegnatrice di manga. Viene invece sfruttata da una cugina che fa l’influencer e che affronta la vita in maniera superficiale. Il merito del regista, oltre a quello di aver realizzato un bellissimo film dove lo sguardo non è mai giudicante o troppo invadente, è anche quello di aver evidenziato il tema dei diritti delle persone diversamente abili.
In collaborazione con il Gruppo 30 novembre l’evento è iscritto nella Campagna del 30* della Convenzione Internazionale sui diritti del fanciullo promossa dal Dipartimento della sanità e della socialità. A parlarci di questi temi dopo il film sono intervenuti l’avvocato Clarissa Torricelli dell’Associazione Inclusione handicap del Canton Ticino, il Magistrato dei minorenni Reto Medici del gruppo 20 novembre e il giornalista RSI Andrea Ostinelli che ha moderato l’incontro. La Tavola Rotonda Diritti è stata un importante stimolo per domande e riflessioni oltre che per l’avvocato e il magistrato anche per il pubblico dei presenti.
“I 37 secondi che hanno cambiato la vita di Yuma, in qualche modo hanno modificato anche la nostra” ha detto Ostinelli: “Il compito di un festival é anche quello di far provare emozioni e condurre a riflessioni il pubblico”.
L’avvocato Torricelli ha messo in luce l’importanza che ha assunto per Yuma trovare le sue radici. Medici ha invece evidenziato come la ragazza stia lottando, oltre che per superare gli scogli del percorso di crescita, come tutti gli altri ragazzi, anche con i pregiudizi e le paure nei confronti dei diversi. “Il film ha un lieto fine – ha proseguito Medici – ma purtroppo nella realtà non sempre accade questo”.
Bellezza, sensualità, sessualità, talento, coraggio, sono alcuni sostantivi evocati dal giornalista RSI, chiedendo se ciascuno di noi è capace di associare le parole a persone con handicap. Il nostro sguardo infatti è spesso limitato e vede prima di tutto l’handicap dell’altra persona.
“La prostituta è una figura straordinaria, che riesce ad accogliere la diversità di Yuma e ad accogliere il suo desiderio di indipendenza con grande empatia. Con un approccio molto più di libero di quello della madre” aggiunge l’avvocato Torricelli.
Affrontando questo problema è inevitabile parlare di diritti che qui possono essere declinati in due aree: quella per l’infanzia che, nonostante la protagonista sia maggiorenne, toccano indirettamente il film; e quelli di chi è portatore di handicap. Roto Medici evidenzia quanto sia più semplice preparare i genitori da un punto di vista pratico, fornire loro supporto per le barriere architettoniche, dare accessori idonei, ma quanto poi di fatto i genitori si trovino sguarniti da un punto di vista psicologico e pedagogico nel riuscire ad affrontare il problema. Cita l’associazione dei genitori del Canton Ticino e i progressi che sta cercando di portare nel sociale con uno sguardo sempre più attendo.
L’avvocato Torricelli parla di società inclusiva, unico modo per affrontare il problema della diversità. Non dobbiamo più guardare ai diversi con uno sguardo medico o medicalizzato ma inclusivo, soprattutto perché queste persone spesso sviluppano altri talenti, come vediamo nel film. Yuma ha un grave handicap ma ciò non le impedisce di disegnare meravigliosi manga, ed è proprio grazie alla responsabile di una rivista di manga erotici che, seppur apparentemente antipatica, la tratta come una qualsiasi ragazza in cerca della sua emancipazione. La figura di questa donna, quella della prostituta che potrebbe anche essere una assistente sessuale, altra tematica importantissima affrontata nell’incontro, e quella di un ragazzo che funge da autista, rappresentano gli aiutanti se osserviamo la storia con gli occhi del grande antropologo russo Vladimir Jakovlevič Propp. Il film sembra ripercorrere infatti tutte le funzioni della favola, con il grande merito di calarla in una realtà che intende aprirci ad un mondo dove la parola inclusione non sia più soltanto un sogno. Al termine della Tavola Rotonda viene anche fornito il sito dell’associazione Insieme.ch, un utile supporto per coloro che in molte circostanze non sanno come supportare nelle situazioni di rischio chi ha meno possibilità di difendersi.