Il fiore del mio segreto (La flor de mi secreto) è un film del 1995 diretto da Pedro Almodóvar, con Marisa Paredes, Juan Echanove, Joaquim Cortez, Rossy De Palma. Il film ha ricevuto sette nomination ai premi Goya. Nella filmografia di Almodóvar Il fiore del mio segreto (titolo bellissimo per come evoca ironicamente i titoli dei romanzi simil Harmony) si nasconde tra lo scatenato dinamismo di Donne sull’orlo di una crisi di nervi e il maturo affresco di Carne tremula, lo straziante lirismo pop di Tacchi a spillo e la satira sferzante di Kika. Eppure, non va assolutamente sottovalutato questo piccolo film di dolce classe, nelle intenzioni probabilmente creato come un semplice ritratto di una donna complessa, sicuramente uno dei prodotti più interessanti del regista spagnolo. Quando si ha a che fare con Almodòvar si deve rinunciare alla semplicità: i temi portanti del Fiore sono la doppia identità che si scontra con la sua essenza (una scrittrice che vuole riscattarsi, diciamo, intellettualmente massacrando i best seller da lei scritti sotto pseudonimo), il conflitto sentimentale tra amore assoluto a cui non si vuole rinunciare e constatazione del fallimento di quello stesso amore assoluto, la ricerca delle proprie radici e il bisogno di una nuova individualità, la scoperta della solitudine e il tentativo di convivervi. Illuminata dai colori vivaci che sempre caratterizzano il cinema almodovariano, questa storia di sentimenti perduti e disillusi nel tempo, una serie di pagine strappate ad un diario intimo e privato, è un delicato romanzo tenero e soffuso come un tango gitano danzato al tramonto o all’alba di un nuovo giorno. Personaggio di bellezza vellutata e scrosciante la Leo/Amanda di Marisa Paredes, spesso vestita con sgargianti tinte primarie che vorrebbero gridare quel che le accade dentro, brilla di luce propria e si impossessa, giustamente, di questa dolente commedia rosa.
Sinossi
Bravissima come scrittrice di romanzi sentimentali e sfortunatissima come moglie, Leo è sull’orlo del baratro: non è capace di affrontare il fatto che il suo matrimonio stia per finire e si trincera dietro illusioni, così come anche per i libri che scrive si nasconde dietro un nome falso. L’amica Betty le procura un colloquio con un nuovo editore, e Leo decide di scrivere una critica distruttiva dei suoi libri, celandosi dietro un nuovo pseudonimo.
Matador è un film del 1986 diretto da Pedro Almodóvar e scritto dallo stesso regista insieme allo scrittore Jesús Ferrero. Con Assumpta Serna, Nacho Martinez, Antonio Banderas, Carmen Maura, Eva Cobo, Julieta Serrano. Sangue e arena secondo Almódovar. Uno dei film più passionali del regista, che brulica di istinti ma si appoggia su un concreto baricentro narrativo; rispetto ad altre sue pellicole, infatti, la storia ha la sua importanza, arbitra i personaggi come marionette del desiderio e li logora fino all’eccesso, alla disperazione. Un dramma smisurato, senza inibizioni, a cui Almódovar contrappone uno stile che non si sovrappone alla scabrosità del racconto, ma lo segue senza deformarlo, che trova nel finale un autentico momento di lirica. È “La signora della porta accanto” dello spagnolo più rock ed amabile dello schermo, dove le pulsioni omicide, le metafore, il sangue cremisi dell’amore e della morte, Eros e Thanatos, sembrano combinarsi con l’unicità del mondo di Almódovar, e così dalla corrida esce l’assassino non l’eroe, dal realismo si passa all’astratto (come se fosse un quadro d’arte contemporanea) e all’inspiegabile, sia la psicologia umana o l’innamorarsi. Un frutto acerbo che però vuole dire tanto e dà moltissimo. Pedro Almodóvar ha filmato la passione, l’orgasmo (o meglio la ricerca dell’orgasmo), la sessualità come un precursore del nostro tempo. Non conta il soggetto, conta quello che Pedro riesce a estrapolare dalla sua storia, ovvero creare immagini straordinarie cercando un’estetica e una bellezza dall’umiltà degli istinti.
Sinossi
A causa di un incidente il torero Diego Montes è costretto ad abbandonare la sua brillante carriera. Non potendo fare a meno di uccidere trasferisce la propria furia omicida sulle sue amanti che elimina nel momento dell’orgasmo. Anche Maria, un’affascinanate avvocato penalista, riserva lo stesso trattamento ai suoi amanti. Ángel, un ragazzo problematico allievo di Montes, si autoaccusa degli omicidi. Maria, segretamente innamorata di Montes, decide di difendere il ragazzo per poter finalmente conoscere il grande torero. Fra i due, scoppia una passione folle.