La tenda rossa è un film del 1969 diretto da Michail Kalatozov, liberamente ispirato alle vicende della spedizione polare del dirigibile Italia comandata dal generale Umberto Nobile. Il film ricevette la nomination al Golden Globe nel 1972 come Miglior film straniero in lingua inglese. Con Claudia Cardinale, Sean Connery, Hardy Krüger, Peter Finch, Massimo Girotti, Mario Adorf. Musiche del maestro Ennio Morricone.
Sinossi
Il 25 maggio 1928 il dirigibile “Italia”, comandato dal generale Umberto Nobile, sorvola il Polo Nord. Essendo impossibile l’atterraggio per le cattive condizioni atmosferiche, viene iniziato il viaggio di ritorno, ma il mezzo si schianta al suolo. Il problema è salvare i superstiti.
La tenda rossa, una coproduzione italo sovietica, unì i capitali italiani del progressista Franco Cristaldi con i potenti mezzi russi della Mosfilm. Cast internazionale e l’esperto regista Mickail Kalatozov dietro la macchina da presa. Ennio De Concini, grande sceneggiatore di genere e non solo, ricostruisce la vicenda partendo dal punto di vista di Nobile, il quale vive notti insonni a Roma con numerosi sensi di colpa legati a quella fatale spedizione. Nel suo salotto appaiono tutti i protagonisti: l’infermiera Valeria (nella realtà dei fatti non esisteva), il tenente Lundborg (nominato per l’accusa), il sensibile Malmgren, il marconista Biagi, i capitani Zappi e Romagna, Roald Amundsen e i russi Samoilovich e Chucknovsky. Le scene del “processo” al generale con quelle della vicenda si susseguono fino alla conclusione. L’opera del regista sovietico (di cui è bene ricordare il notevole e rivalutato Soy Cuba) ha un andamento a tratti didascalico ma efficace, con momenti di tensione (aiutati dalle musiche di Ennio Morricone, mai stancarsi di ripetere il valore aggiunto del maestro) e impressionanti pagine epiche, come da tradizione sovietica. Per esempio: i vari incidenti ben girati tecnicamente, l’immersione nelle acque gelide del polo sotto la Krassin, le riprese aeree, ogni volta che appare Amundsen/Sean Connery, tutta la scena – a partire dall’SOS lanciato da Biagi – nel villaggio russo del radioamatore, i flashback sulla neve con Valeria e Malmgren ricordano il miglior cinema russo alla Shepitko. Anche l’espediente narrativo degli spiriti che vengono a visitare, sotto forma di processo, il generale roso dai rimorsi postumi ha ancora un indubbio fascino nello sviluppo narrativo. Nel film, la parte di Nobile è interpretata dall’attore inglese Peter Finch, artista noto per la sua fiera indipendenza, che lo ha portato a rifiutare film commerciali per scegliere solo produzioni di buon livello. Molti lo ricorderanno, probabilmente, per la sua intensa interpretazione del personaggio di Oscar Wilde nel film Il garofano verde; qui è un generale Nobile dalla personalità amletica e tormentata, che bene ha saputo rendere la sofferta umanità del protagonista. La parte dell’esploratore Amundsen, invece, è affidata a un altro attore britannico, Sean Connery: sono queste le due uniche concessioni, nel cast degli attori, alle esigenze di un pubblico internazionale, che si aspetta di vedere comunque qualche star di grande richiamo. Quanto all’Unione Sovietica, che ha firmato la regia e contribuito alla produzione con una parte dei capitali, essa è rappresentata da un unico attore, Juri Solomin (che sarà, qualche anno dopo, coprotagonista del bellissimo Dersu Uzala di Akira Kurosawa) nella parte del comandante della nave salvatrice, la Krassin. Quasi tutti gli altri sono italiani. La bella Claudia Cardinale, per la verità, è stata inserita ella pure per ragioni più che altro di pubblico: la vicenda della «tenda rossa» è una tipica storia avventurosa al maschile, come lo sarebbero la grande maggioranza di quelle del genere western; il regista Kalatozov ha voluto inserire un personaggio femminile (nella fattispecie, la fidanzata di un membro svedese della spedizione, il professor Malmgren, che faceva parte del gruppo di Zappi e che morirà di stenti sulla neve) allo scopo di introdurre una nota romantica e gentile in un contesto austeramente virile. È lei che, disperata per la sorte del suo uomo, si reca ad Oslo, a casa dell’ormai anziano Amundsen, e lo convince, con le sue lacrime, a mettere a repentaglio la vita per cercar di individuare il luogo in cui si trovano i naufraghi dell’Italia. Il resto del cast italiano è formato da alcuni dei più bei nomi del nostro cinema di quegli anni: Luigi Vannucchi, Massimo Girotti, Mario Adorf (quest’ultimo è svizzero tedesco, ma di padre italiano, e la sua carriera di attore con numerosi registi italiani lo ha reso così popolare presso il nostro pubblico, da averlo fatto idealmente «adottare»).