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FESTIVAL DI CINEMA

SabaudiaFilmFestival: il giorno del ricordo di Paolo Villaggio, con Carlo Buccirosso e Neri Parenti

Carlo Buccirosso e Neri Parenti sono intervenuti al SabaudiaFilmFestival per ricordare, a un anno dalla sua scomparsa, il grande Paolo Villaggio

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Abbiamo davanti un attore perfetto e una persona degnissima: Carlo Buccirosso. Attore, scrittore, drammaturgo, regista, che subito rende nostre, davvero con intuito e grande intelligenza, e questo in un incontro che diventa subito familiare, le difficoltà del settore cultura. Carlo Buccirosso è a Sabaudia per ricevere il premio che ricorda Paolo Villaggio, scomparso proprio in questi giorni ma l’anno scorso, ed è contentissimo, lusingato, ma si vede che è amareggiato, deluso, per la condizione contraddittoria in cui versa, e soprattutto si esprime, il rapporto tra arte e capitale, tra mestiere e mercato. E quando sul palco Simona Izzo decanta la carriera di Buccirosso, e la descrive davvero in un susseguirsi di situazioni e di successi tra il teatro e il cinema, lui semplicemente risponde: “C’è chi ha fatto di meglio … “.

Carlo Buccirosso ha raccontato poi di non aver mai conosciuto personalmente Paolo Villaggio ma pensa di trovare nel carattere qualche punto di appartenenza con lui: “La spontaneità ad esempio. A me Villaggio ha dato sempre questa impressione, di essere una persona spontanea, uno che diceva veramente quello che pensava. E questa è una caratteristica che appartiene molto anche a me“.

Oggi Carlo Buccirosso ha lasciato il set di un film che sta girando in questi giorni insieme a Toni Servillo, questo per essere puntuale a Sabaudia e ritirare personalmente, anziché mandare un delegato, il premio che ricorda un nostro, possiamo chiamarlo semplicemente cosi, beniamino, ma Paolo Villaggio davvero è stato qualcosa di più e qualcosa di veramente straordinario: è stato Fantozzi. E Fantozzi rimane certamente uno dei pochissimi personaggi comici inventati dal cinema negli ultimi decenni. Un personaggio immortale con la coscienza del suddito, consapevole che il potere esiste ma che non è di tutti, ed è per questo allora che Fantozzi striscia di fronte ad esso e si accanisce invece su chi non ce l’ha. Insomma Fantozzi è la proverbiale consapevolezza del carattere italiano: umile coi prepotenti, prepotente con gli umili. Siamo con Fantozzi, perché no, nei paraggi, dei fratelli  Marx, di Gianni e Pinotto, di Charlot, di Buster Keaton, di Stanlio e Ollio, di Totò. E il fatto che il personaggio di Fantozzi poi sia nato prima nei libri e poi al cinema certamente rafforza la sua ossatura drammaturgica. Un Gogol italiano, insomma, avevano scritto di lui illustri critici letterari nelle recensioni apparse all’epoca della sua nascita letteraria. Fantozzi ha aperto davvero gli occhi alla grande massa degli italiani e gli ha svelati proprio come sono.

Carlo Buccirosso ha portato a Sabaudia in fondo, e chiusa in un cassetto del suo animo di artista, anche la sua concentrazione per il ruolo che ricopre da contraltare a Servillo, in un film molto difficile, ma che riconosce essere, oggi, per il nostro panorama culturale, anche necessario. Tutto sommato, Buccirosso, come ha pure ricordato, non ha molti film dietro le spalle, non è certamente uno che si vende facilmente, è un attore di qualità assoluta, anche nelle commedie più spicciole che ha interpretato, e a Sabaudia, dove lo scopriamo davvero, capiamo che le cose e le interpretazioni le deve riconoscere autentiche, le vuole fare assolutamente sue, e in questo, per questa convinzione, chiede sostegno al regista  Neri Parenti, anche lui a Sabaudia per portare il suo contributo a Paolo Villaggio, visto che lo ha, come dice “scortato tecnicamente per oltre vent’anni“, quando poi, sul palco, il regista consegna il premio nelle mani di Carlo Buccirosso.

Il primo incontro con Paolo Villaggio“ dice Neri Parenti “c’era in progetto il terzo film sulla saga di Fantozzi, quel  Fantozzi contro tutti, che veniva dopo le due esperienze fatte da Villaggio con la regia di Luciano Salce. Per il terzo episodio Villaggio voleva la sua più determinata autonomia, perché il rapporto con Salce cominciava un po’ a scricchiolare, qualche discussione di troppo cominciava a minare il loro rapporto creativo, la loro comunicazione e Villaggio iniziava a determinarsi nel volere fare questo suo terzo film sul set senza intermediari alle calcagna. La cosa però non convinceva del tutto la produzione, tanto che si mise immediatamente alla ricerca di una personalità registica da affiancargli, perché certo non si fidava di Villaggio. Ci voleva insomma un regista che fosse il meno ingombrante possibile. Io avevo allora ventotto anni, venivo da lunghi anni di aiuto regista con autori importanti, avevo fatto l’aiuto anche in qualche film con Villaggio, e per questo nuovo progetto di Fantozzi fui messo mestamente in allarme. Quando mi presentai a casa di Villaggio, lui che nel frattempo era stato avvertito di questa decisione, e Paolo aprendo il portone di casa ha esclamato: ma sei te … io pensavo che era un altro …  Ma si, insomma, visto che ora sei qui vai bene pure te … “.

Così, in questa grammatica, si è poi formata una coppia di attore e regista che è andata avanti in un sodalizio creativo che è durato insomma oltre vent’anni, che ha regalato al pubblico perle assolute di comicità e di dignitosi sberleffi, tra questi I pompieri, Scuola di ladri, Le comiche. E quando Buccirosso ricorda che al cinema è stato interprete, in fondo solo di una trentina di film, ma di avere avuto anche il merito di rifiutare oltre cinquanta copioni, e di spiegare che un copione si rifiuta quando capisci che non riesci ad andare oltre la pagina quindici della sceneggiatura, un Neri Parenti divertito ricorda che allora anche con il suo copione Buccirosso non è andato oltre la pagina quindici, visto che lo ha rifiutato, e che al posto di Buccirosso ha poi scritturato l’attore statunitense Danny De Vito. È insomma quasi un rimpianto questa cosa, fa capire Buccirosso, ma in realtà le cose non sono andate proprio come descritte da Parenti, perché quel copione a Buccirosso non era mai arrivato, e con Parenti ne avevano parlato solo in un incontro, che era anche occasionale, e che si erano lasciati ad un “ti arriverà a casa il copione “, assicurato dal regista Neri Parenti, come sottolinea arguto Buccirosso dal palco del Sabaudia; ma poi la scelta comunque è caduta sull’altrettanto grande Danny De Vito. Un equivoco probabilmente, nel cinema e nei suoi progetti succede anche questo. Il fatto che rimane è che non sia maturato in fondo l’incontro professionale tra Carlo Buccirosso e il regista Neri Parenti. È una novità anche questa, per il firmamento del Sabaudia e per la cronaca dello spettacolo più spicciola.

Poi Neri Parenti tenta di tracciare un punto comune tra le personalità di Buccirosso, che intanto tra gli applausi del pubblico mostra il suo premio, e Paolo Villaggio: “Ho una impressione: secondo me entrambi recitano in modo sincopato, o meglio Paolo recitava, Carlo certo lo fa tuttora, voglio dire che entrambi sembra che dicano delle cose, ma poi effettivamente non le dicono fino in fondo. Questo certo solo nella maniera di recitare, una tendenza spiccata sicuramente a sottrarre anziché accumulare. L’uomo poi, quello di tutti i giorni certamente è un’altra cosa “.

Ma nel commiato del suo pensiero, Neri Parenti regala una promessa, quella di lavorare finalmente un giorno anche con Carlo Buccirosso. E magari, sembra sottolineare l’applauso fragoroso del pubblico….     

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